Documento giunto al ministero della Cultura: «Nessuna fascia di rispetto tra i tavoli e le scaffalature con i volumi»
La relazione degli ispettori è arrivata e non sembra deporre bene per l’Archivio di Stato e per chi lo dirige, Candida Carrino. La festa di matrimonio ospitata all’interno del sito culturale il 7 dicembre scorso non sarebbe stata «accolta», secondo i relatori, adoperando tutte le misure di sicurezza idonee che il caso richiedeva. «Non sono stati previsti cordoni o dispositivi utili a definire una fascia di rispetto tra i tavoli e le scaffalature — è scritto nella relazione — ; non è stato progettato uno spazio sufficiente tra tavoli e scaffalature».
E inoltre: «Non è stata prevista un’analisi dei flussi di persone nei momenti dell’aperitivo e del buffet di dolci nel chiostro del Platano». L’arrivo della relazione è stata annunciata sul sito del Mic. «Con riferimento alla concessione degli spazi monumentali — si legge — dell’Archivio di Stato di Napoli per una festa di matrimonio che si è svolta lo scorso 7 dicembre, i funzionari incaricati dalla Direzione generale Archivi del ministero della Cultura hanno inviato la relazione di sopralluogo al direttore generale archivi, Antonio Tarasco. L’attività ispettiva si è concentrata sulla conservazione dei luoghi e del patrimonio archivistico; sulla corretta applicazione dei canoni stabiliti dai regolamenti ministeriali; sul progetto di allestimento del matrimonio; sulla congruità del numero di unità di personale impiegato». E su questo aspetto gli ispettori scrivono: «Riguardo alla gestione complessiva dell’evento, i dipendenti sottolineano la non congruità del numero di unità impiegate e le conseguenti difficoltà a esercitare un’adeguata vigilanza. Gli stessi confermano quanto riferito dalla direttrice circa l’assenza di una vera e propria contrattazione per il conto terzi, dovuta a ritardi e difficoltà organizzative».
Intervistata dal Corriere del Mezzogiorno Candida Carrino aveva assicurato: «Non c’è stato alcun rischio per l’Archivio di Stato: non avrei mai potuto concedere l’uso degli spazi a nessuno senza le necessarie garanzie». E alla denuncia arrivata dai sindacati della funzione pubblica di Cgil, Cisl, Uil e Confsal aveva replicato: «Non è stata accesa alcuna candela, si trattava di luci da tavolo a led ipotermiche, come pure il fumo che si vede nelle foto era quello del ghiaccio secco, come si usa anche al San Carlo negli spettacoli». Cosa accadrà ora? La decisione spetta al ministero della Cultura che potrebbe anche valutare ulteriori approfondimenti prima di un passo formale.
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