Milano, 21 dicembre 2024 – In un panorama di scambi internazionali che mostra segnali di rallentamento, il territorio pavese fa eccezione: le esportazioni fanno segnare un segno positivo, mentre Lombardia e Italia si collocano in territorio negativo con un valore di export pari rispettivamente al -0,5% e al -0,7%. Entrando nel dettaglio della situazione regionale, secondo i dati di Unioncamere relativi al terzo trimestre di quest’anno, Pavia si colloca in terza posizione, dietro a Como e a Lodi. A metà classifica si piazza Mantova, mentre Cremona si posiziona al penultimo posto.
L’analisi
“I dati analizzati confermano l’andamento già incontrato dall’inizio di quest’anno, con segnali di criticità sul fronte degli scambi internazionali – sottolinea il neo presidente della Camera di commercio di Cremona-Mantova-Pavia, Gian Domenico Auricchio -. Restano moltissimi segnali di incertezza, legati principalmente alla domanda sia interna sia estera, ai costi del credito e a quelli dell’energia. Senza dimenticare le incertezze politiche, con le difficoltà che stanno riscontrando i governi di alcuni dei nostri principali partner commerciali, come Francia e Germania, nonché i fronti di guerra ancora aperti in Russia-Ucraina e l’escalation della situazione in Medio Oriente. A peggiorare il quadro intervengono poi i timori di possibili cambiamenti sul fronte degli scambi, con l’introduzione di misure di restrizione e il conseguente rischio di ripercussioni sulle imprese, per quanto riguarda ad esempio la voce degli investimenti. Rimane comunque fondamentale, per restare competitivi sui mercati, investire sugli scambi internazionali, cercando di diversificare il più possibile i mercati di sbocco”.
Il caso pavese
Relativamente alla provincia di Pavia, le esportazioni mostrano una ripresa del +3,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A settembre 2024 le esportazioni pavesi ammontano a quasi 3,5 miliardi di euro, contro un valore di import pari a 8,5 miliardi, in riduzione rispetto al 2023 del -3,8%. Il saldo commerciale risulta in territorio negativo, ammontando a quasi – 5 miliardi di euro. Considerando i principali comparti esportatori, si segnalano variazioni positive per i macchinari (+15,6%), gli articoli farmaceutici e chimico medicinali (+13,3%), gli articoli in gomma e materie plastiche (+0,8%), gli apparecchi elettrici (+0,1%) e i prodotti delle altre attività manifatturiere (+12,9%). Al contrario, si registrano variazioni negative per i prodotti alimentari (-5,1%), chimici (-17%), in metallo (-3,9%), petroliferi (-17,4%), in legno e carta (-6,4%).
Direttrici europee ed extra Ue
A livello regionale l’export si assesta poco sopra il valore minimo registrato nel terzo trimestre dello scorso anno (38,8 miliardi di euro), per cui il dato tendenziale risulta positivo e pari al +1,4%. Significativo l’incremento tendenziale verso i Paesi Ue (+2,7%) e più contenuto verso i Paesi extra-UE (+0,1%). Considerando i singoli Paesi i contributi positivi più significativi provengono dai flussi verso il Giappone (+23,1%), la Spagna (+10,1%) e la Svizzera (+6,5%). Al contrario sono le variazioni negative registrate dall’export diretto verso Turchia (-14,5%), Cina (-8,3%) e Usa (-6,1%) ad apportare il maggior contributo negativo alla variazione tendenziale complessiva.
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