Andare in pensione a 63 anni nel 2025 per i lavoratori impiegati non l’intera giornata è possibile. Scopriamo a quali condizioni.
Tanti lavoratori sperano di poter lasciare il mondo del lavoro prima dei 67 anni di età avendo maturato 20 anni di contributi ossia prima del raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia. Il sistema previdenziale italiano permette il pensionamento a 63 anni per alcuni cittadini.
La Riforma delle pensioni non arriverà nemmeno nel 2025. Le risorse necessarie per creare nuove misure strutturali e flessibili non ci sono e mancano anche i presupposti per introdurre scivoli di pensionamento dalla parte dei cittadini. L’Italia continua ad avere il problema dell’invecchiamento della popolazione affiancato all’inverno demografico. Significa che il rischio che tra qualche anno non ci siano i soldi per pagare le tante pensioni è ancora alto visto che il numero dei lavoratori continuerà a calare.
La Manovra 2025, dunque, non ha fatto altro che confermare le misure in scadenza al 31 dicembre, l’APE Sociale, Quota 103 e Opzione Donna. Questi scivoli di pensionamento anticipato continueranno ad affiancare la pensione anticipata ordinaria e contributiva, la pensione per i precoci e, naturalmente, la pensione di vecchiaia. In questo quadro generale vediamo chi da lavoratore part time può lasciare il lavoro a 63 anni.
In pensione con un anticipo di 4 anni e lavoro part time
Il pensionamento a 63 anni è possibile per le lavoratrici donne con la pensione anticipata contributiva. Questa misura si rivolge a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996 e prevede il pensionamento a 64 anni di età con 20 anni di contributi e un importo della pensione superiore a 3 volte l’assegno sociale (scende a 2,8 volte per le donne con un figlio e a 2,6 volte per le donne con due o più figli).
Prevede, poi, un taglio sull’età anagrafica di 4 mesi per ogni figlio fino ad un massimo di 12 mesi. Significa che la lavoratrice con un figlio potrà andare in pensione a 63 anni e 8 mesi, con due figli a 63 anni e 4 mesi e con tre figli a 63 anni. Questo anche in caso di lavoro part time ma con una puntualizzazione. Il richiedente dovrà aver raggiunto il minimale annuale stabilito dalla Legge per poter maturare il diritto al pensionamento.
Non contano, quindi, le ore stabilite nel contratto part time ma la retribuzione ricevuta che dovrà essere superiore al 9,50% del trattamento minimo mensile di pensione a carico del Fondo pensioni lavoratori dipendenti. Tale somma è oggi pari a 56,81 euro giornalieri (la pensione minima è 598,61 euro) ma dal 1° gennaio si dovrà calcolare la rivalutazione dello 0,8%.
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