Le ragioni di “emergenza commerciale” dietro la scelta di consentire il parcheggio sulla Strada Parco per il periodo delle festività natalizie non convince neanche l’associazione Radici in Comune che esprime tutta la sua contrarietà alla decisione.
“La decisione, reiterata negli anni per ragioni turistiche e, precisiamo, dalle diverse amministrazioni che si sono succedute a quella attuale, è la dimostrazione di una cronica incapacità di affrontare le sfide della mobilità urbana in chiave sostenibile”, commenta l’associazione politico-culturale rappresentata in consiglio comunale dalla consigliera Simona Barba (Avs-Radici in Comune).
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Se il gruppo consiliare Pettinari sindaco ha posto l’accento sull’incongruenza della scelta fatta legandola alla questione “filovia”, Radici in Comune sottolinea come ancora una volta quell’arteria “ormai da trent’anni entrata nell’uso quotidiano e nelle abitudini di spostamento di pedoni, ciclisti, portatori di disabilità, sportivi e bambini, viene per l’ennesima volta destinata a parcheggio auto, come si trattasse di una ‘vasca di laminazione’ necessaria per tamponare e mitigare il flusso automobilistico. Così facendo, l’amministrazione affronta la pressione del traffico come un fenomeno naturale inevitabile, equiparandolo a un evento atmosferico come la pioggia, con un approccio non solo miope, ma anche in contrasto con i principi della sostenibilità”. Insomma per Radici in Comune l’ennesima dimostrazione di una politica in cui a regnare sovrana è l’automobile.
“In questo scenario – incalza – non possiamo non notare una evidente incoerenza. Negli ultimi anni, a livello nazionale, si sono moltiplicate le iniziative di sensibilizzazione rivolte alle giovani generazioni sui 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs) dell’Agenda 2030. Su questi temi in occasione del G7 tenutosi proprio a Pescara nello scorso mese di ottobre, si sono svolte alcune iniziative di piazza, promosse dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, insieme a organizzazioni come Fao, Un Sdg Action Campaign e Save the Children, per cercare di coinvolgere in modo consapevole l’opinione pubblica. Eppure – denuncia Radici in Comune -, mentre bambini e adolescenti sono chiamati a partecipare a attività educative e divulgative per abbracciare uno stile di vita sostenibile, agli adulti, veri responsabili delle decisioni odierne, viene consentito di continuare a perpetuare abitudini diseducative. Il messaggio è chiaro: l’auto regna sovrana e chi si muove in macchina troverà sempre un parcheggio, anche a costo di sacrificare spazi in uso e destinate ad altre forme di mobilità”.
Nel ricordare che di recente, anche alla luce dei tragici fatti di cronaca primo tra tutti la morte di Sofia la studentessa 15enne deceduta una settimana dopo essere stata investita sulle strisce pedonali, il consiglio comunale con i voti della maggioranza ha approvato un ordine del giorno che impegna sindaco e giunta a intraprendere iniziative in materia di sicurezza stradale, “l’elemento critico dell’intera vicenda è proprio legato alla diffusione dell’uso dell’auto, che i relativi parcheggi, come quelli concessi con così tanta semplicità e urgenza sulla Strada parco, non fanno altro che sostenere”, chiosa l’associazione.
“Questa politica di agevolazione indiscriminata dell’automobile contraddice apertamente non solo gli Sdgss, ma anche il buon senso. Non si può continuare a ignorare il fatto che ogni metro quadrato dedicato al parcheggio auto è un metro sottratto alla mobilità attiva e condivisa, alla socialità e alla vivibilità urbana. Bisogna avere il coraggio di prendere decisioni impopolari, ma condivise, per garantire un futuro sostenibile alle prossime generazioni ma anche a quelle attuali”.
“Radici in Comune chiede quindi che l’amministrazione comunale riveda le proprie politiche sulla mobilità urbana. Non possiamo continuare a tradire il senso profondo della sostenibilità, che è quello di agire oggi pensando al domani. E questo non può avvenire relegando le buone pratiche a mere ‘vetrine’ educative, poi tradite da presunte e mai documentate emergenze, ma deve coinvolgere – conclude – ogni generazione in uno sforzo collettivo per un cambiamento reale”.
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