Tempo di Natale, ma non solo. La Chiesa si prepara al Giubileo. Di seguito proponiamo integralmente la riflessione del vescovo della diocesi di Adria-Rovigo Pierantonio Pavanello in vista delle festività.
“Il Natale di quest’anno ha un significato particolare, perché coincide con l’inizio del Giubileo, l’Anno Santo del 2025: di conseguenza anche gli auguri che ci scambiamo sono caratterizzati da questo evento, che ha innanzitutto un significato spirituale in quanto ci riporta alle origini della nostra fede cristiana. Ogni quarto di secolo infatti la Chiesa ci invita a vivere un tempo speciale di Grazia in cui attingere alla sorgente che è l’Incarnazione del Figlio di Dio. E’ proprio perché Dio si è fatto uomo in Gesù di Nazareth, nato dalla Vergine Maria, che la storia umana può diventare una storia di salvezza, in cui la violenza e l’odio lasciano il posto al perdono e alla riconciliazione.
Riprendendo la tradizione del Giubileo, che Israele celebrava ogni cinquant’anni anche la Chiesa ci invita a sostare ogni venticinque anni per contemplare il mistero centrale della nostra fede e da esso prendere forza per essere testimoni nel mondo del Vangelo di Gesù.
La nostra attenzione, anche per effetto dei mezzi della comunicazione sociale, rischia di essere attratta dagli aspetti esteriori dell’Anno Santo, mentre dovremmo invece essere preoccupati di arrivare ad un’autentica conversione a Dio e ai fratelli. Le pratiche esteriori, anche lo stesso pellegrinaggio, devono essere espressione di un cammino interiore, senza del quale rischiano di rimanere sterili e vuote. Dobbiamo andare in profondità per cercare il roveto ardente dell’incontro con Dio, senza lasciarci spaventare dalla fatica e dalla solitudine che ci verranno chieste. Nell’incontro con Dio poi troveremo la forza di un nuovo inizio: Dio infatti offre a chi si affida a Lui sempre una nuova possibilità. A tutti e in ogni situazione è possibile ricominciare da capo: nessuno è condannato per sempre, nessuno è definitivamente perduto. Questo messaggio apre il cuore alla speranza, virtù di cui oggi abbiamo particolarmente bisogno in un mondo che sembra condannato a sprofondare in una spirale di violenza e di sopraffazione. Il vero pellegrinaggio che il Giubileo ci propone è il percorso interiore che ci porta a vincere il male e il peccato con la forza del perdono e della riconciliazione. Il pellegrinaggio esteriore (a Roma o in altri luoghi) ha valore solo in quanto esprime il movimento profondo che si compie nell’intimità del nostro cuore.
Celebrare il Natale in cui si apre il Giubileo significa per noi cristiani metterci in cammino: la notte di Natale come i pastori saremo chiamati ad uscire dal torpore e dal sonno per metterci alla ricerca del Bambino annunciato dagli Angeli. Dobbiamo scuoterci dalla pigrizia e dall’indifferenza se vogliamo anche noi vedere la luce di Betlemme.
Auguro di cuore a tutti di poter iniziare questo movimento spirituale che per un intero anno ci guiderà a riscoprire la potenza dell’Amore di Dio per noi e a lasciarci trasformare da esso. Rivolgo in particolare questo augurio a chi è nella sofferenza e nella prova, ricordando che l’anno di Grazia del Signore è particolarmente dedicato a loro”.
Pierantonio Pavanello
Vescovo di Adria-Rovigo
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