Los Angeles ha dichiarato lo stato di emergenza, mentre il fuoco s’è preso anche la Sunset Boulevard, simbolo della città e del mito hollywoodiano. È arrivato così il Sunset Fire, dopo altri cinque incendi boschivi che mercoledì 8 gennaio hanno seminato distruzione nelle contee di Ventura e Los Angeles. Dietro la morte di cinque persone, l’evacuazione forzata di 130mila persone, seimila ettari di terreno andati in fumo e più di diecimila edifici distrutti c’è una combinazione di fattori, alcuni dei quali legati ai cambiamenti climatici. Che costeranno ancora una volta decine di miliardi di dollari. Perché la California meridionale è abituata ai venti di Santa Ana, forti e caldi, che dall’entroterra delle aree desertiche interne della California soffia verso il Pacifico, ma normalmente le piogge che cadono durante l’anno permettono al territorio di farsi trovare preparato. “Quest’anno, però, la siccità prolungata e le temperature sopra la media per il periodo hanno peggiorato la situazione” spiega a ilfattoquotidiano.it Antonello Pasini, fisico del clima del Cnr. E, anzi, tutta la vegetazione cresciuta nel 2024 dopo le abbondanti piogge del 2023 si è seccata, creando le condizioni perfette per gli incendi. E per un disastro che ha costretto il presidente uscente degli Usa, Joe Biden, a rinunciare al viaggio in Italia, in cui avrebbe dovuto incontrare la premier Giorgia Meloni un’ultima volta prima del termine del suo mandato.
La sindaca travolta dalle polemiche – La stessa sindaca di Los Angeles, Karen Bass, ha descritto l’impatto dei roghi e dei venti che hanno colpito l’area come “devastante”. Ed è stata travolta dalle polemiche perché si trovava in Ghana mentre gli incendi radevano al suolo pezzi di storia della città. Nei giorni precedenti, tra l’altro, gli esperti avevano avvisato della portata dei fenomeni in arrivo, dopo otto mesi senza precipitazioni misurabili. Di fatto, gli esperti avevano previsto una tempesta di vento pericolosa e distruttiva. Prima del Sunset Fire, che ha bruciato 24 ettari tra sentieri escursionistici e le ville di lusso sulle colline di Hollywood, ci sono stati il Palisades Fire, sulla sponda del Pacifico, l’Eaton Fire a est di Los Angeles, l’Hurst Fire a Nord, nella Valle di San Fernando, dove il Woodley Fire è stato invece tenuto sotto controllo e il Lidia Fire, sul margine nord-occidentale della Angeles National Forest. Distrutte dalle fiamme, tra le altre, le ville di Paris Hilton e dell’attore Billy Crystal, ma anche di James Woods e della cantante Mandy Moore.
Cosa sono i venti di Santa Ana – I venti di Santa Ana sono causati da sistemi di alta pressione nelle aree desertiche del sudovest degli Stati Uniti. Questi venti, inizialmente deboli e moderati, attraversano le montagne. “Scendendo tra i pendii, l’aria si comprime e diventa sempre più calda e secca, quindi prova di umidità” spiega Pasini. Poi, rimbalzando tra le montagne per incanalarsi tra gole e passi, i venti acquistano velocità con raffiche che possono raggiungere i 150 chilometri orari. “A difendere la California meridionale dagli incendi normalmente c’è l’accumulo di pioggia, ma quest’anno non è andata così. E se i venti di Santa Ana – aggiunge il fisico del Cnd – sono fenomeni non causati dai cambiamenti climatici, anche se non sappiamo se ne vengono influenzati e in che misura, lo stesso non può dirsi per la siccità e l’aumento delle temperature, che hanno contribuito al disastro avvenuto in California e che certamente sono causati dal riscaldamento globale”.
Il cambiamento climatico che cambia le carte in tavola – Lo Stato, tra l’altro, ha vissuto una forte siccità durata circa un decennio e interrotta due anni fa, da un 2023 particolarmente piovoso. Le condizioni di umidità hanno fatto crescere rapidamente la vegetazione, combustibile perfetto per gli incendi. Soprattutto se subentra un’estate calda e seguono un autunno e un inverno senza precipitazioni. “L’aumento delle temperature è un altro fattore chiave – commenta Pasini – e, anche senza cambiamento nelle precipitazioni, avrebbe prodotto di per sé un effetto, perché porta a una maggiore evaporazione dal terreno e una maggiore evapotraspirazione dalla piante”. A questo si è aggiunta la mancanza di precipitazioni. La sindaca lo ha ricordato: “Qui non piove da maggio”. “Poi ci sono gli inneschi, normalmente fenomeni dolosi o colposi – spiega Pasini – ma le condizioni per la diffusione degli incendi ci sono tutte”. Secondo l’Epa, l’Agenzia statunitense per la Protezione dell’Ambiente, negli ultimi decenni la stagione degli incendi boschivi negli Stati Uniti si è allungata e anticipata a causa delle primavere più calde, delle stagioni secche estive più lunghe e della vegetazione più secca. Gli incendi boschivi, poi, sono sempre più distruttivi anche a causa della rapida urbanizzazione.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link