Tra il 2020 e il 2022 le compagnie assicurative si sono rifiutate di rinnovare 2,8 milioni di polizze sulle case in California, 531mila nella sola contea di Los Angeles. Sapevano che un evento estremo come quello di questi giorni era sempre più probabile. E rischia di essere solo un precedente, che si ripeterà ancora, anche in altre zone del mondo
Non si può dire che l’incendio che sta colpendo in questi giorni Los Angeles non fosse stato previsto: certo, probabilmente non lo si immaginava così devastante (con danni intorno ai 50 miliardi di dollari, secondo le prime stime di Jp Morgan, riportate dal Wall Street Journal) e soprattutto non a gennaio. Ma le ricerche scientifiche avevano già anticipato che sarebbe potuto succedere, e peraltro già c’erano stati altri episodi, anche se mai così terribili.
Così, le prime a correre ai ripari sono state le grandi compagnie assicurative, che nel periodo fra il 2020 e il 2022 hanno smesso di rinnovare le polizze contro gli incendi. È stata una grande fuga, che ora rischia di avere grosse conseguenze per le persone che hanno perso la casa. Perché a Los Angeles non ci sono solo Hollywood, la villa di Paris Hilton o la Sunset strip, dove i film più catastrofici sono all’improvviso diventati realtà. Ci sono anche persone comuni, che da un giorno all’altro si sono trovate senza casa, senza rimborso e senza più i requisiti per accendere un mutuo.
La crisi
La questione è rilevante, anche perché rischia di essere solo una prima assoluta che si ripeterà poi altrove. Se il cambiamento climatico rischia di rendere più comuni incendi così devastanti, quali compagnie assicurative accetteranno di coprire i probabili danni?
E in effetti a Los Angeles la crisi delle assicurazioni è destinata a peggiorare ulteriormente: sempre secondo il Wall Street Journal, si parla di oltre 20 miliardi di dollari di perdite assicurative. Sempre considerando che fare una stima quando un disastro è ancora in corso è molto complicato e si rischia di fare errori.
La grande fuga
Quel che è più certo è che tra il 2020 e il 2022 le compagnie assicurative si sono rifiutate di rinnovare 2,8 milioni di polizze sulle case in California, secondo i dati del dipartimento delle assicurazioni.
Tra queste, intorno alle 531mila polizze riguardano la contea di Los Angeles, dove è scoppiato il grosso incendio di questi giorni. Alcune di queste polizze non sono state rinnovate dai proprietari, ma per la maggior parte la scelta è stata unilaterale delle compagnie assicurative, spaventate proprio dai rischi di incendi e per le conseguenze della crisi generale.
Il piano equo
Come riportano ad esempio le analisi dell’Associated Press e della Cnn, i cittadini di Los Angeles che sono rimasti s enza assicurazioni hanno potuto eventualmente accedere al cosidd etto “piano Fair”, un programma statale pensato come assicuratore equo e di ultima istanza. Dovrebbe essere una misura transitoria, rivolta soprattutto a coloro che non riescono a ottenere una copertura con le compagnie assicurative.
I problemi però sono diversi: a Los Angeles, come abbiamo visto, questa quota di mercato è aumentata notevolmente negli ultimi anni, proprio a causa del rischio di incendi. Il rischio è che ora non ci siano abbastanza fondi per far fronte a tutti i risarcimenti.
In questo caso, una norma prevede che i fondi debbano essere garantiti dalle altre compagnie assicurative. Con un rischio concreto: che questa situazione contribuisca ulteriormente a peggiorare la crisi in California, facendo alzare ulteriormente il prezzo delle polizze. Oltre tutto, proprio per il suo carattere di eccezionalità, il “piano Fair” garantisce solo una copertura limitata, con risarcimenti che non basteranno a coprire tutte le spese che gli sfollati dovranno subire.
Un precedente
La situazione a Los Angeles è estrema, ma rischia appunto di diventare un precedente che si ripeterà presto altrove. I grandi disastri naturali, siano essi tempeste di vento, grossi incendi o alluvioni, sono agevolati dai cambiamenti climatici, anche quando le cause sono diverse, imputabili per esempio a un guasto al sistema elettrico o all’azione di un piromane. Il punto è che un fenomeno che un tempo era limitato, e causava quindi danni meno ingenti e più controllabili, ora rischia di avere conseguenze devastanti.
Il sistema assicurativo si basa per sua natura su un equilibrio, che storicamente garantiva in realtà guadagni maggiori rispetto alle spese. Ma se il peso nei piatti della bilancia finisce per invertirsi, semplicemente l’equilibrio si spezza. La compensazione è possibile solo se tutti pagano di più.
Oppure serve un intervento nazionale, per esempio con assicurazioni agevolate per le aree più a rischio. Ma anche questa soluzione-tampone rischia di non bastare, se un evento che doveva essere eccezionale all’improvviso diventa ordinario.
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