La leader dell’opposizione venezuelana Maria Corina Machado ha preso parte ieri a una piccola manifestazione in una strada del comune di Chacao, alla periferia di Caracas, dove e ha tenuto un discorso ad alcune decine di oppositori che erano lì presenti.
Terminata la manifestazione gli organizzatori hanno scritto su X che l’ex parlamentare “è stata violentemente intercettata” e la sua carovana è stata colpita da membri delle forze di polizia presenti sul luogo.
Secondo una giornalista di Telesur che seguiva la manifestazione organizzata dalla destra estrema venezuelana appena terminato il suo discorso Maria Corina Machado è salita su una moto condotta da un uomo e si è Dileguata. A quel punto è uscita la notizia del suo arresto da parte della polizia.
Nonostante la mancanza di conferma dell’arresto varie agenzie internazionali come AP e vari media in spagnolo, come El País, si sono affrettati a diffondere la notizia che la leader era stata catturata dal governo venezuelano, citando fonti del suo entourage.
La notizia si è subito diffusa a macchia d’olio e i governi amici dell’opposizione venezuelana non hanno perso tempo per attaccare Nicolas Maduro e il suo governo. Il governo argentino ha condannato quanto accaduto e ha invitato gli altri governi della regione a respingere l’evento violento e “a chiedere la fine del regime socialista”. Il presidente di Panama, José Raúl Mulino, ha fatto qualcosa di simile, chiedendo il suo rilascio e chiedendo la salvaguardia della sua vita.
L’ex candidato presidenziale Edmundo González Urrutia, arrogandosi la posizione di “presidente eletto”, ha chiesto dalla Repubblica Dominicana “il rilascio immediato di María Corina Machado”, ha definito l’arresto un ”rapimento” e ha avvertito le forze di sicurezza di non giocare “con il fuoco”.
Il senatore degli Stati Uniti Rick Scott ha condannato la presunta intercettazione di María Corina Machado e ha chiesto azioni rapide da parte del governo degli Stati Uniti e della Casa Bianca.
Allo stesso modo, l’ex presidente colombiano Álvaro Uribe, ha chiesto l’intervento delle Nazioni Unite per favorire il suo rilascio. Il vicedirettore della Divisione delle Americhe di Human Rights Watch, Juan Pappier, ha esortato la comunità internazionale a non permettere questi eventi.
Solo che l’arresto non c’è mai stato. La stessa Maria Corina Machado essendosi resa conto che la notizia del suo fermo non aveva avuto un seguito nel paese, con un video, ha smentito il presunto arresto.
“Sto bene, sono sicura. Oggi è il 9 gennaio. Siamo usciti da una concentrazione meravigliosa. Mi è caduto il portafoglio, un portafoglio blu dove avevo le mie cose, l’ho fatto cadere per strada. Ora sto bene, al sicuro. E il Venezuela sarà libero”, ha detto nel video diffuso attraverso i social network.
Si è trattato chiaramente di una messa in scena, un’operazione di falsa bandiera, come la ha definita, il ministro degli Esteri del Venezuela Yván Gil.
“La virulenza della reazione dei governi e dei personaggi estremisti internazionali indica solo la complicità tra coloro che non accettano che l’opposizione sia un clamoroso fallimento, e agiscono come sempre facendo un ridicolo spettacolo”, ha affermato il diplomatico.
A poi ricordato che sebbene “la signora Machado abbia diversi casi giudiziari aperti in Venezuela, sui quali dovrà rendere conto, […] il comportamento del governo bolivariano sarà sempre legato allo stato di diritto”, aggiungendo che si tratta di “Un altro fiasco dell’estrema destra venezuelana, un’altra ridicola buffonata del fascismo mondiale.
Il ministro dell’Interno, della Giustizia e della Pace della nazione bolivariana, Diosdado Cabello, ha negato categoricamente il presunto sequestro e ha attribuito la diffusione delle false informazioni a un interesse del leader per ottenere visibilità politica.
“Questo era il suo piano: dire al mondo: ‘Sono stata catturata’, per vedere cosa riusciva a sollevare, cosa generava. Non ha generato nulla. E siccome ha visto che non ha generato nulla, ha dovuto uscire con la coda tra le gambe, registrando un video, dicendo che stava bene, che aveva perso il suo portafoglio blu. Pura invenzione, pura menzogna”, ha commentato.
Cabello ha sottolineato che mentre la maggior parte dei venezuelani vuole stare in pace, “sfortunatamente, gli interessi che si muovono dietro di loro (l’opposizione estremista) sono interessi molto potenti, è l’imperialismo che muove i loro fili e fanno quello che gli viene detto.
La mobilitazione a cui ha partecipato María Corina Machado, chiamata Marcia Finale, è stata convocata dall’estrema destra venezuelana e ha fallito nel suo tentativo di sostenere Edmundo González Urrutia, vista la scarsa partecipazione dei venezuelani.
Nonostante le minacce di violenza da parte della leadership estremista, la manifestazione si è svolta senza scontri, sorvegliata dalle forze di sicurezza che hanno cercato di preservare la pace nel paese.
I tentativi di infiltrazione dall’ estero
La totale mancanza di senso critico dei media internazionali filo-atlantisti, ampiamente testimoniata dalla narrazione russofoba sulla guerra in Ucraina, trova una ancora più sconcertante applicazione nel racconto sulla rielezione di Maduro e sui disordini fomentati in realtà dalle stesse centrali di disinformazione che hanno sede, per esempio, a Miami. Per questo possiamo considerare un pericolo serio e grave quanto stai accadendo in queste ore che precedono il giuramento del rieletto presidente: in USA (come in alcuni paesi totalmente asserviti a Washington, come purtroppo il nostro) proprio non si accetta che il popolo venezuelano (come quello cubano, nicaraguense e boliviano, ed ora anche colombiano) possano scegliere un modello diverso dal capitalismo e non voler subire (come invece facciamo noi) i diktat dell’imperialismo d’Occidente. E gli aspetti pittoreschi e comici di questa operazione non debbono farci abbassare la guardia: il pericolo è reale.
Infatti il presidente del Venezuela Nicolás Maduro ha riferito nei giorni scorsi dell’arresto di altri sette mercenari pronti a compiere attentati nel paese.
“Abbiamo catturato, a quest’ora, sette mercenari stranieri, tra cui due importanti mercenari degli Stati Uniti d’America (…) Sono venuti a preparare azioni terroristiche contro la pace del Venezuela. Due sicari colombiani, catturati in luoghi diversi del paese, e tre mercenari provenienti dall’Ucraina”, ha detto il presidente durante un incontro con la milizia bolivariana.
Il presidente venezuelano ha affermato che tali arresti sono “di altissimo livello”, senza precedenti nella storia del paese latinoamericano. Ha anche detto che queste si sono verificate in diverse zone della nazione, riferisce Sputnik.
Il ministro degli Interni Diosdado Cabello ha precisato che negli ultimi due mesi sono stati arrestati 127 stranieri accusati di essere mercenari. Gli arrestati provengono da Colombia, Stati Uniti, Perù, Spagna, Italia, Uruguay, Ucraina, Svizzera, Repubblica Ceca, Libano, Albania, Paesi Bassi, Israele, Germania, Argentina, Guyana e Yemen.
Tra gli arrestati figurava anche un italiano accusato di essere un mercenario, ma secondo fonti della Farnesina sarebbe stato scarcerato.
Maduro assumerà ufficialmente la presidenza del Venezuela oggi 10 gennaio. Tuttavia, l’opposizione prevede di proclamare presidente l’ex candidato Edmundo González, con il sostegno di diversi settori internazionali tra cui gli Stati Uniti e l’Unione Europea.
A tale proposito il Ministero degli Esteri venezuelano ha espresso il suo rifiuto al sostegno dell’amministrazione del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, a González. Il sostegno è considerato da Caracas una “strategia di intervento logora” da parte di Washington contro il Venezuela.
“La decrepita amministrazione di Biden, sconfitta e in ritirata, ricorre nuovamente alle strategie di intervento logore, cercando di gonfiare artificialmente figure politiche insignificanti in Venezuela, ignorando la chiara volontà sovrana del nostro popolo. Queste manovre, prive di legittimità e senso storico, dimostrano solo la decadenza morale e istituzionale di un governo che si avvicina inesorabilmente alla sua fine”, si legge in una dichiarazione rilasciata dal ministro degli Esteri Yván Gil.
In precedenza, Biden aveva ricevuto González come parte del tour internazionale che il leader dell’opposizione sta facendo in cerca di sostegno politico per assumere la presidenza il 10 gennaio. Un Juan Guaidò 2.0 a cui è riservata la stessa fine ingloriosa del suo predecessore.
Le autorità venezuelane temono che durante e dopo l’insediamento di Nicolas Maduro l’opposizione possa organizzare azioni violente e questo sarebbe dimostrato dalla presenza di mercenari nel paese.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
Fonti: RT – Telesur
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