Dalle parti del Nazareno la buttano sul ridere, e parafrasando Paolo Villaggio prendono a definirlo «il terzo tragico De Luca». Ma la verità è che Elly Schlein e il suo Pd non sanno come scrollarsi di dosso il fardello dell’ex “sceriffo di Salerno”, deciso a ricandidarsi nonostante il partito l’abbia mollato e nonostante il governo abbia impugnato la legge regionale da lui stesso fatta approvare che gli permette di scendere ancora in campo dopo dieci anni di governo della Campania.
Ieri, a metà mattina, palazzo Santa Lucia, sede della Regione, ribolle. Il “cacicco” per antonomasia ha convocato una conferenza stampa, ci sono anche i roll- up con le frasi simbolo che dirà di lì a poco. Intanto dice che «andiamo avanti», che «la mia posizione non cambia di una virgola e non cambierà di una virgola», e poi accusa il Governo di avere «calpestato in modo vergognoso il principio costituzionale della legge che è uguale per tutti» per semplice «paura degli elettori e di De Luca».
E infatti dietro il presidente della Campania, alla sua sinistra, campeggia la scritta “la legge ( non) è uguale per tutti”. Alla sua destra, un altro roll- up con scritto “non abbiate paura degli elettori”. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per una nuova puntata di Fratelli di Crozza. E le aspettative non vengono disattese.
Bolla subito la decisione del Governo come «contra personam»: ci sono state altre Regioni, è il ragionamento, che «hanno adottato leggi sul terzo mandato e il governo nazionale non ha avuto nulla da eccepire». Il riferimento è a Marche e Veneto, ma non solo. «Zaia – dice De Luca – è già alla fine del terzo mandato e nessuno ha detto niente. Il Piemonte a luglio del 2023 ha approvato una legge che prevede che le disposizioni della legge approvata si applicano a decorrere dalla dodicesima legislatura. Altro che terzo mandato…». Insomma, si chiede, «la legge è uguale per tutti, o è uguale per tutti tranne uno, cioè io?».
È un fiume in piena, il presidente della Campania, e attacca tutti, compreso, ovviamente, il suo stesso partito. «Non hanno vincolo di mandato, non hanno limite al mandato – obietta – i deputati, i senatori, i ministri, i viceministri, il presidente del Consiglio, il presidente della Repubblica che alla fine del nuovo mandato sarà stato presidente della Repubblica per 14 anni – dice – Dunque non c’è nessun vincolo temporale per nessuno, tranne che per uno: la Regione Campania. E i sindaci ovviamente». Quindi ricorda che «qualche mese fa è stato candidato alla presidenza della Regione Liguria un esponente politico del Pd che ha cinque mandati parlamentari, che è stato ministro in tre ministeri, dell’Ambiente, della Giustizia e del Lavoro. Nessuno ha detto niente. Ma è tollerabile questo livello di ipocrisia?». Il riferimento è ad Andrea Orlando, e se la prende poi con chi dice che non avere limiti di mandato darebbe il via a un potere monocratico. «Solo quello del Papa è un potere monocratico», tuona De Luca.
Ma qual è il motivo per cui il governo si sarebbe opposto così fermamente al suo terzo mandato? Per De Luca, il Cdm e ha impugnato la legge «per paura», «la paura degli elettori e forse anche di De Luca». Di qui l’invito al governo, citando Papa Wojtyla: «Non abbiate paura. Non abbiate paura, aprite il cuore alla speranza e soprattutto date ai cittadini la possibilità di decidere da chi essere governati. Si chiama democrazia, semplicemente». Uno show che non ha lasciato indifferente la politica, con Avs che prende le distanze dall’esponente dem. «Noi siamo totalmente contrari al terzo mandato per i presidenti di Regione, perché questo darebbe loro un potere straordinario – spiega Filiberto Zaratti, capogruppo di Avs nella commissione Affari costituzionali della Camera – Tuttavia, in queste ore è evidente la strumentalità del Governo che coglie il caso De Luca per parlare indirettamente a Zaia e alla Lega, nascondendo il conflitto al proprio interno».
Un conflitto che non viene celato dallo stesso centrodestra. «Forza Italia condivide la posizione del governo sul limite di due mandati per i governatori delle Regioni – ha ribadito il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Paolo Barelli – Le Regioni hanno importanti poteri sia di carattere legislativo che di spesa, per cui 10 anni si ritiene che siano sufficienti».
Una visione diametralmente opposta a quella della Lega, come fatto notare dal vicepresidente leghista del Senato, Gian Marco Centinaio. «La Lega è favorevole al terzo mandato per presidenti di Regione e sindaci – ha scritto su X – È la linea espressa ieri dal ministro Calderoli e condivisa dal partito, non rispondo per chi dice il contrario. Su questo vogliamo aprire un confronto non solo nel centrodestra, ma con tutti i partiti».
Insomma una bella gatta da pelare un po’ per tutti, con FdI che per bocca della deputata campana Imma Vietri invita De Luca «a rassegnarsi» perché «da uomo delle istituzioni dovrebbe sapere che le leggi valgono per tutti».
Ecco, se proprio c’è una caratteristica che non si addice a De Luca, quella è la rassegnazione.
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