Antenna Ponzano, Stop 5G: “Serve lotta di consapevolezza”. Raccolte 150 firme per il no all’impianto

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L’ipotesi di un’antenna 5G a ridosso del paese da qualche settimana è tema di dibattito a Ponzano superiore. L’iter burocratico intrapreso dalla società richiedente presso gli uffici comunali, si apprende, si è fermato per ragioni di documentazione. Ad ogni modo, in paese ha preso il via la sottoscrizione di una lettera in cui, in estrema sintesi, si invita la proprietà del terreno sul quale la compagnia avrebbe programma di collocare l’antenna a non concederlo; circa 150 le firme al momento raccolte. E stamani, in relazione a questa vicenda, si è tenuto al centro sociale C. Orsini un partecipato incontro sul 5G con il gruppo Stop 5G La Spezia, per il quale sono intervenuti i referenti Roberto Angeli, Marina Pizzato ed Ernesto Rossi. “Il 5g è potenzialmente pericoloso perché completamente diverso dalla quarta generazione, utilizza frequenze differenti e il sistema bigforming, per il quale le onde millimetriche arrivano direttamente al dispositivo – la posizione espressa dal Stop 5G La spezia -. Studi a livello internazionale di scienziati indipendenti hanno rilevato che la radiofrequenza è un cancerogeno probabile e successivamente molte altre ricerche, tra cui quella del professor Lennart Hardell, le hanno classificate come cancerogeni certi, questo facendo riferimento ai criteri di Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. Mentre l’Organizzazione mondiale della sanità ha affidato uno studio sugli effetti delle radiofrequenza all’Icnirp – International commission on non-inozing radiation protecion, realtà che ha legami con il mondo dell’industria – c’è quindi a nostro avviso un conflitto di interessi -, che nelle sue ricerche ha verificato solamente gli aspetti termici, non quelli biologici”. Hanno poi aggiunto i referenti del gruppo: “Il 5G non è una tecnologia per far funzionare i telefonini cellulari, funzionavano anche prima. In ballo c’è invece una questione legata alla creazione di un futuro distopico, dunque all’intelligenza artificiale, alla cybersicurezza, alle telecamere per il riconoscimento facciale, all’introduzione dell’agenda 20-45 dell’Onu che vuole attivare le smart city, per la quale entro il 2050 il 70 per cento della popolazione mondiale dovrà vivere nelle città e dovrà essere controllata”. I rappresentanti di Stop 5G hanno rilevato che “ad ora i privati possono ancora dire di no, possono rifiutare le proposte economiche delle società” che “l’unica risorsa che abbiamo è una lotta legata alla consapevolezza, alla coscienza. Bisogna informarsi, e rendere questa lotta di tutti i comuni d’Italia, perché servono i numeri, serve fare rete tra popolazione, sindaci, associazioni. Dobbiamo dire no a questo piano transumano, questo non è progresso”. Il gruppo ha dato altresì la propria disponibilità a partecipare ad altri incontri, anche portando suoi esperti di riferimento come il biologo Fiorenzo Marinelli, ex ricercatore dell’Istituto di Genetica molecolare del Cnr di Bologna.

Tra gli intervenuti anche Marzia Bertolla, residente e consigliera comunale di maggioranza. “La sindaca e il Comune sono contrari all’installazione dell’antenna e tutti coloro ai quali ho proposto di firmare l’hanno fatto. I privati con la loro scelta possono fare la differenza”, ha sottolineato. Consigliere comunale, ma di opposizione, anche Luciano Mondini, nonché presidente della commissione consiliare Ambiente del Comune santostefanese. Fatta una disamina tecnico-scientifica sul 5G, Mondini nel suo intervento ha poi osservato: “All’interno della commissione stiamo lavorando assiduamente – maggioranza e opposizione insieme -, soprattutto sul discorso dei campi elettro magnetici. Siamo andati a fondo, abbiamo messo a posto il catasto elettromagnetico e ogni sei mesi c’è un monitoraggio sulle sei antenne installate nel nostro territorio con report pubblicato sul sito del Comune. Insomma il nostro Comune non è inerme, ritengo anzi che dal punto di vista del controllo sui campi elettromagnetici siamo un po’ sopra il resto della provincia”.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

All’assemblea è intervenuto anche un parente della persona proprietaria del terreno che la società richiedente avrebbe individuato come sede dell’antenna. “Non bisogna far passare il messaggio che è il privato cittadino che una mattina ha chiamato la società per invitarla a mettere un’antenna, né che la prima decisione è in mano al privato. In paese sono circolate voci imbarazzanti e infondate. Inoltre dite che il Comune è contro le antenne, ma a Santo Stefano ad esempio ce n’è una dietro una scuola elementare…”, ha detto. “Il fatto è che qua c’è un problema di velocità di rete, il Comune dovrebbe muovrsi per mettere la fibra Ftth – ha aggiunto -. Non bisogna ragionare in termini di bianco o nero… il grigio non esiste? Discutiamo. Come in ogni cosa c’è il bello e il brutto e si possono trovare dei compromessi”.





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