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Ecco i concerti sotto l’egida del Comune: a giugno Vasco, Elodie, Marracash e Sfera Ebbasta a Fuorigrotta. Parla Ferdinando Tozzi, delegato per la musica del sindaco:«Tre anni di successi, valorizzando e premiando i giovani»
Fiorella Mannoia & friends con il progetto «Una nessuna centomila» contro la violenza sulle donne in piazza Plebiscito a settembre. Questo il primo evento che fa capolino nei programmi del 2025 di Napoli Città della Musica, progetto del Comune che ha chiuso il suo terzo anno in maniera trionfale, se si tiene conto dei successi della serie dei concerti di Gigi D’Alessio e Renato Zero in piazza, di Geolier e Nino D’Angelo allo stadio Maradona, della finale di X Factor e del Capodanno, sempre al Plebiscito.
Piazza e stadio si divideranno gli eventi ufficiali di questo nuovo anno di Live festival Città della Musica, che si terranno al Maradona a giugno e al Plebiscito a settembre. La star, come sempre sarà Gigi D’Alessio, che si esibirà il 2 e il 3 giugno all’ex San Paolo per poi replicare in piazza dove dovrebbero essere previste almeno tre serate. «Abbiamo deciso con il sindaco Gaetano Manfredi di rispettare le esigenze di entrambi i luoghi decongestionandoli, evitando il caos degli accavallamenti e accorpando così gli eventi in questi due mesi, giugno e settembre», dice Ferdinando Tozzi, delegato del primo cittadino all’industria della musica (e dell’audiovisivo) e inventore del format-brand Napoli Città della Musica. Praticamente l’assessore agli Spettacoli.
Giugno la farà da padrona, con nomi altisonanti. Ci avviamo verso un altro anno di successi?
«Beh certo – continua Tozzi – pensare che in un mese nella struttura di Fuorigrotta accoglieremo dopo D’Alessio, Sfera Ebbasta il 7, Marracash il 10, Elodie il 12, Vasco Rossi il 16 e 17, gli Imagine Dragons il 21, Cesare Cremonini il 24, Marco Mengoni il 24 chiudendo con i Pinguini Tattici Nucleari il 28 non è roba da poco».
Poi, dopo l’estate degli eventi nei luoghi di vacanza, ci sarà il settembre in piazza Plebiscito col concertone di Fiorella Mannoia, con amiche che potrebbero rispondere al nome di Elisa, Giorgia o Laura Pausini, Gianna Nannini, Emma, Alessandra Amoroso…
«Proprio Alessandra Amoroso sarà protagonista di un concerto tutto suo sul palco davanti a Palazzo Reale il 24, ma non dimentichiamo D’Alessio, Nino D’Angelo (quest’anno in piazza e non allo stadio), Gigi Finizio e soprattutto l’evento corale in omaggio a Pino Daniele: “Pino è. Il viaggio del Musicante” del 18. Anche qui ci dovrebbero essere molti big a ricordare il nostro idolo».
Nel mezzo, a luglio (il 25 e il 26) ci saranno anche le due serate di Geolier all’Ippodromo. Anche queste sotto l’egida di Napoli Città della Musica?
«Certo, vogliamo che rientri tutto nella nostra programmazione. Tenga conto che parte fondamentale del progetto è che gli artisti che vi partecipano, pur pagando già i luoghi dove si esibiscono, in qualche modo “restituiscano” qualcosa a Napoli».
In che modo?
«Come hanno già fatto, per esempio elargendo fondi al Santobono Pausilipon, regalando divise alle squadre di calcio dei Quartieri Spagnoli, donando soldi per restaurare monumenti cittadini. Tutti condividono il nostro progetto. E noi gli forniamo location straordinarie e una rete vera, mica solo sole e pizza».
E qui ora arrivano anche gli idoli dei giovanissimi, Geolier a parte, da Sfera Ebbasta a Marracash. Una virata (t)rap dove in altri Comuni si fanno saltare i concerti?
«Nessuna virata trap, anzi. Come hanno visto tutti, il nostro Capodanno di quattro giorni (sempre con il supporto dell’Ufficio Grandi Eventi del Comune) è stato il più vario possibile. C’è stata ovviamente la serata urban con Geolier e i contest. Ma poi ci sono state quella dell’omaggio della città al gruppo operaio degli ‘E Zezi e tanta musica tradizionale anche rivisitata, per esempio da Flo, Maldestro, La Maschera. E poi il primo dell’anno una star della console come Deborah De Luca. Un altro modo (internazionale) di far musica».
Contaminazione?
«Certo, Napoli è una regina mondiale della World Music e in questi tre anni di lavoro l’abbiamo giustamente dotata anche di un bel festival a tema».
Questo è il senso dei progetto Napoli Città della Musica?
«Al di là degli eventi, mi piace pensare che il nostro primario interesse sia quello di far rete in modo da trasformare la creatività in economia, valorizzando le giovani professionalità della musica e premiandole con la partecipazione a contest o permettendogli di esibirsi, creare video clip. Un progetto che riguarda non solo l’industria dello spettacolo, i cui esponenti internazionali coinvolgiamo qui ciclicamente, ma il turismo (abbiamo sviluppato con l’assessore Teresa Armato una serie di percorsi tematici musicali) e la cultura (con il coordinatore dell’ufficio Sergio Locoratolo abbiamo avviato tutta una serie di progetti e di interlocuzioni con il territorio). Continueremo poi a portare la musica nei luoghi del disagio, dalle carceri agli ospedali fino ai quartieri periferici».
Dove sorgerà un nuovo palazzetto per la musica.
«Sì, di 15 mila posti, al chiuso, a Napoli Est, nella zona del Centro Direzionale. Sembrava un miraggio, ce l’abbiamo fatta: inaugurerà nel 2026».
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