il nostro NO alla moltiplicazione delle figure precarie

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


Il 10 gennaio 2025 si è tenuto l’incontro sul disegno di legge “Disposizioni in materia di valorizzazione e promozione della ricerca”, articolato in due riunioni, la prima sull’AFAM e la seconda su università e ricerca.

Al termine dell’incontro c’è stato un breve “aggiornamento” rispetto all’incontro del 20 dicembre scorso sulla situazione del precariato negli EPR: ci è stato riferito dell’avvio del monitoraggio che dovrebbe concludersi nelle prossime settimane a che a valle di questo verrà fissato un nuovo incontro; a riguardo abbiamo ribadito la necessità che il monitoraggio tenga effettivamente conto delle anzianità professionale complessiva dei lavoratori e nel contempo abbiamo richiesto che ci fosse fornito un aggiornamento su come il MUR intende muoversi per il reperimento di ulteriori risorse per la stabilizzazione, anche perché il monitoraggio sui lavoratori precari assume un valore concreto se serve a quantificare le risorse necessarie per una programmazione della stabilizzazione di tutti i lavoratori mentre lo è molto di meno nell’attuale contesto, dove in base alle poche risorse a disposizione, solo una percentuale esigua di lavoratori potrà essere stabilizzato. La risposta del MUR rispetto al nodo centrale delle risorse, dopo l’ennesima nostra sollecitazione, è stata a dir poco evasiva, cosa che non ci ha sorpreso ma che è servita a richiamare tutti a non distrarsi troppo…

Rispetto al DDL 1240/24, nel documento che abbiamo presentato nell’audizione in commissione cultura al Senato, abbiamo già fornito un giudizio e un puntuale commento. Nell’introduzione della riunione ci è stato illustrato l’iter temporale del procedimento legislativo che prevede la scadenza per la presentazione degli emendamenti per il prossimo 15 gennaio. La Segretaria Generale del Ministero, che ha presieduto l’incontro, ha poi indicato la volontà del ministero di valutare eventuali osservazioni e suggerimenti provenienti dal tavolo di confronto.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Per noi il confronto non può che partire dalla considerazione che senza un necessario e importante finanziamento per i settori dell’università, dell’AFAM e della ricerca ogni riforma è destinata al fallimento e alla creazione di precari senza alcuna possibilità di trovare in tempi congrui la stabilizzazione del proprio rapporto di lavoro. Nel nostro intervento abbiamo proprio sottolineato la necessità di aumentare le risorse per questi settori a partire dalla considerazione che il nostro Paese risulta essere il fanalino di coda proprio nel finanziamento. Ciò non può che non riflettersi anche nella condizione di sfruttamento che si perpetua a danno di tanti giovani.

Abbiamo chiesto, prima di entrare nel merito della proposta di legge, un intervento della Ministra presso il MEF per sbloccare nel più breve tempo possibile l’ipotesi contrattuale che riguarda il contratto di ricerca che abbiamo sottoscritto nei primi giorni di ottobre in ARAN; abbiamo una necessità immediata di dare uno strumento alle nostre istituzioni per attivare contratti a tempo determinato vista anche l’abrogazione dal 1° gennaio 2025 degli assegni di ricerca. Sul contratto di ricerca abbiamo anche evidenziato la necessità di renderne possibile l’attivazione anche per un solo anno (oggi la previsione normativa obbliga al biennio) e l’introduzione per questa e per tutte le altre figure che verranno ad essere previste, della possibilità di computare i periodi ai fini dei processi di stabilizzazione previsti dalle norme, in particolare relativamente alla riforma Madia e alla previsione dell’art.12 bis del DLgs 218 del 2016.

Abbiamo ribadito la nostra posizione contraria sull’impianto del DDL, che non fa che moltiplicare le forme di lavoro precario e che a differenza di quanto sostenuto dalla Ministra Bernini e in premessa anche nello stesso disegno di legge, non ridurrà ma amplierà il ricorso al lavoro precario nei nostri settori e la sua durata, considerando che mettendo in fila le varie tipologie di contratti anche senza interruzione, si potrà arrivare tranquillamente a 12 anni di lavoro precario, in buona parte con scarsa retribuzione e senza diritti: un vero e proprio aggiramento della riforma prevista dal PNRR e ciò appare una reale possibilità anche alla luce dei tagli subiti dai nostri settori nel 2024 e previsti dalla legge di bilancio per i prossimi anni. Altra evidente contraddizione che abbiamo segnalato è quella relativa al fatto che in premessa al DDL si afferma di voler valorizzare “i più capaci e meritevoli” mentre nell’articolato viene prevista la chiamata diretta da parte del responsabile scientifico del progetto per l’attribuzione delle borse di assistenza alla ricerca, senza alcuna valutazione comparativa tra i candidati.

Per noi appare invece necessario rafforzare gli avanzamenti che si erano ottenuti con l’introduzione del contratto di ricerca, superando alcune rigidità previste dalla norma e prevedendo da subito un adeguato finanziamento che consenta alle istituzioni di sostenere il costo maggiore di questa figura che deve sostituire gli assegni di ricerca.

Durante la riunione abbiamo registrato un significativo avanzamento della posizione rappresentata dalla CRUI che ha espresso forti perplessità sull’introduzione della figura del Professore Aggiunto chiedendone la soppressione e la necessità di diminuire le tipologie di contratto previste dal DDL, evidenziando quanto queste siano sovrapponibili a tipologie di rapporto di lavoro già previste. In pratica, anche se con qualche sfumatura in più, hanno espresso una posizione non lontana da quanto da noi espresso in precedenza.

Per quanto riguarda le istituzioni AFAM, abbiamo evidenziato la sua specificità rispetto agli altri settori interessati dal DDL chiedendone la sua esclusione. Ciò in considerazione del fatto che in questo settore non sono mai stati attivati gli assegni di ricerca e solo nell’ultimo CCNL è stata prevista la figura del ricercatore, come anche la possibilità prevista dalla norma di utilizzare il contratto di ricerca. In quest’ottica appare evidente la contraddizione di prevedere il limite di spesa per l’attivazione delle figure precarie della ricerca previste dal DDL in riferimento alle risorse utilizzate dalle istituzioni AFAM nel triennio 2021-2023 per gli incarichi di insegnamento, utilizzate per sopperire alle esigenze di organico docente rispetto ai corsi attivati.

Alla fine della riunione abbiamo chiesto che si prosegua con gli incontri tecnici, sulla situazione dell’università, sulla governance delle istituzioni AFAM, sulle stabilizzazioni negli EPR e anche uno specifico incontro sul contratto del personale della ricerca, l’unico settore in tutto il pubblico impiego che nella precedente tornata contrattuale non ha visto la riforma dell’ordinamento e l’attribuzione di tutte risorse previste per il CCNL 2019-2021 e dalla legge di bilancio 2022 e 2024.

Continueremo a tenervi informati.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link