«La Sicilia è la nostra California», il nostro mondo è in fiamme: la denuncia del Wwf

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di
Silvia Morosi

Il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus conferma il 2024 come l’anno più caldo mai registrato e il primo anno solare in cui la temperatura media globale ha superato di 1.5 C il livello preindustriale. Il Wwf: «La grave siccità è colpa dell’inazione umana»

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Anche il 2024 ha il suo primato, negativo: è stato – infatti – dichiarato da Copernicus l’anno più caldo da quando vengono effettuate rilevazioni scientifiche, ovvero dal 1850. A renderlo noto il Servizio per il Cambiamento Climatico dell’Unione Europea, nel rapporto annuale Global Climate Highlights, confermando con dati definitivi quanto aveva anticipato con stime provvisorie. Il 2024 è stato anche il primo anno in cui la temperatura media ha sforato per undici mesi dai livelli pre-industriali (1850-1900) il limite di 1,5 gradi di riscaldamento, previsto dall’Accordo di Parigi, arrivando a +1,60 gradi. Non solo una statistica, ma un avvertimento: «Ormai siamo oltre l’allerta rossa, di tempo ne abbiamo perso anche troppo. Nel 2025 abbiamo bisogno di un aumento record della produzione di energia rinnovabile, di accelerare il ripristino degli ecosistemi e di aumentare seriamente i finanziamenti per il clima e la natura. Solo un cambiamento sistemico nell’economia potrà evitare che le temperature vadano fuori controllo. I Paesi devono rispondere a questa crisi presentando nuovi piani climatici nazionali ambiziosi, con obiettivi di riduzione delle emissioni che battano ogni record di ambizione», denuncia Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia.  

In Italia, tutte le regioni sono state funestate da eventi estremi, dalle alluvioni alle ondate di calore alla siccità. In particolare la Sicilia, cartina di tornasole dell’anno più caldo mai registrato: quasi una «Los Angeles italiana», secondo il Wwf Italia, che ricorda gli incendi che stanno colpendo la contea americana con proporzioni devastanti, con sei grandi focolai ancora attivi nonostante gli sforzi dei vigili del fuoco per contenerli, le oltre 180mila persone costrette a evacuare, i 10mila edifici distrutti. Per la comunità scientifica, spiega in una nota l’organizzazione, la responsabilità del fenomeno è da attribuire all’azione umana: da una parte il cambiamento climatico indotto dall’uso dei combustibili fossili e dalla deforestazione, dall’altra la pessima gestione delle risorse idriche. Tra settembre 2023 e agosto 2024, rispetto ad analoghi periodi precedenti, si è registrato nella gran parte del territorio siciliano uno stato di siccità severa e in alcune zone addirittura estrema. Non una condizione nuova per la Regione. A questo – aggiunge il Wwf – va aggiunta la piaga degli incendi boschivi favoriti, come oggi in California, dalle condizioni estreme di siccità: «Solo nel 2024 sono stati registrati 1.288 incendi, un aumento significativo rispetto ai 509 dello stesso periodo del 2023, che aveva visto andare in fumo 51mila ettari di territorio. L’agricoltura è il settore più colpito. Persino il grano non ha prodotto raccolto, e anche l’allevamento ne ha sofferto: gli allevatori hanno lanciato un allarme per la zootecnia che con la siccità e la mancanza di nutrimento è a rischio estinzione».




















































L’estate siciliana è stata, anche, caratterizzata da un drastico razionamento dell’acqua potabile nei centri urbani, con l’isola che sta affrontando una delle peggiori crisi idriche della sua storia recente. La siccità in Sicilia, è bene ricordare, è frutto di una combinazione di fattori naturali e antropici: il Nino del 2024 ha contribuito all’aumento di periodi di siccità in tutto il Sud Italia, ma l‘uso eccessivo delle risorse idriche per l’agricoltura e l’industria ha esaurito molte delle riserve d’acqua dell’Isola, che non dispone a oggi di infrastrutture adeguate per la raccolta e la conservazione dell’acqua piovana. Infine, anche la desertificazione è ormai un dato di fatto, nonostante il tentativo da parte dell’Autorità di bacino di contrastarla attraverso una “Strategia regionale di azione per la lotta alla desertificazione” (2019), per lo più rimasta lettera morta. Nell’estate del 2021, solo per fare un esempio, a Siracusa è stata registrata una temperatura di 48,8° C, il valore più alto mai registrato nell’Europa continentale. Secondo uno studio pubblicato a febbraio 2024, poi, dall’Osservatorio Anbi (l’associazione dei consorzi di bacino) sulle Risorse Idriche, il 70% della Regione corre il rischio della desertificazione a causa di siccità, scarsità di bacini confacenti e ricorrente dispersione di acqua.

11 gennaio 2025 ( modifica il 11 gennaio 2025 | 14:09)

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