Terzo mandato, Fugatti si smarca da Meloni: «Non decide Roma, altrimenti l’autonomia è inutile»

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Procedura celere

 


di
Tiziano Grottolo

Il governatore sul terzo mandato mette in chiaro: «Questa competenza rientra tra quelle della Provincia autonoma di Trento». E su Valdastico e Ciclovia del Garda: avanti tutta, progetti importanti per il Trentino

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Alla fine il casus belli lo ha fornito il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che a novembre ha fatto promulgare una legge che gli consentiva di ricandidarsi per un terzo mandato. Il consiglio dei ministri ha quindi deciso di impugnare il provvedimento rivolgendosi alla Corte Costituzionale. La questione, però, non riguarda solo il presidente della Regione Campania ma è dirimente anche per altri governatori, tra cui i leghisti Luca Zaia (Veneto), Attilio Fontana (Lombardia), Massimiliano Fedriga (Friuli-Venezia Giulia) e Maurizio Fugatti. Non a caso, all’interno del governo è riemersa una frattura mai sanata che vede da un lato la Lega, favorevole al terzo mandato, e dall’altro tutti gli altri esponenti della maggioranza. 

La posizione di Fugatti

Da tempo la premier Giorgia Meloni e Forza Italia si sono espressi a favore del limite dei due mandati. Nel motivare l’impugnazione della legge campana, Meloni ha sottolineato che «la materia è di competenza dello Stato», tuttavia, lo stesso discorso non vale per il Trentino. Lo sa bene Fugatti che, seppur tra mille premesse, ha comunque ribadito che questa competenza rientra tra quelle della Provincia autonoma di Trento. Il governatore ha precisato che la decisione sul tema spetta al consiglio provinciale e che un suo eventuale terzo mandato dipenderà anche da questioni familiari. Detto questo, Fugatti ha voluto prendere una posizione netta: «Credo che i cittadini siano sufficientemente maturi per valutare se un presidente ha fatto bene o male. Non servono leggi per impedire le ricandidature, mentre altre cariche istituzionali, anche più importanti, non prevedono questi limiti». Inoltre, il governatore ha ricordato di essersi già schierato a favore di un terzo mandato anche per i sindaci dei Comuni sopra i 15 mila abitanti. Questo al netto del fatto che in Regione alla fine sia passata la linea dell’Svp, che ha recepito il provvedimento nazionale introducendo il limite di due legislature per i sindaci delle grandi città.




















































Tema dibattuto tra i costituzionalisti

«Anche durante lo scorso mandato abbiamo fatto dei passi in avanti per tutelare l’autonomia, tant’è che talvolta siamo stati redarguiti da Roma». In altre parole, Fugatti ha voluto smarcarsi dalla linea del governo nazionale, rivendicando il proprio operato: «La questione non può essere vista in un quadro di unità nazionale, altrimenti l’autonomia a cosa serve? Non è che se lo decidono a Roma poi una cosa qui non si può fare, ci stanno provando addirittura in Campania». Se è vero che il Trentino potrebbe effettivamente eliminare il vincolo dei mandati da una posizione molto più forte rispetto a quella della regione governata da De Luca, il provvedimento sarebbe comunque esposto all’impugnazione. Il tema è molto dibattuto pure tra i costituzionalisti, e non tutti sono convinti che un’eventuale legge trentina supererebbe il vaglio della Corte Costituzionale.

I temi caldi della giunta

Ad ogni modo, Fugatti ha affrontato anche altri temi caldi che riguardano la sua giunta. In primis la Valdastico, con il Comune di Rovereto che ha deciso di presentare appello al Consiglio di Stato contro la variante al Piano urbanistico provinciale. «Il ricorso non è una sorpresa — ha detto il governatore — la sentenza del Tar ha dato ragione alla delibera provinciale. Ora vedremo cosa decideranno i giudici, ma noi riteniamo che le nostre azioni siano legittime». L’altra grana chiama in causa ancora una volta la Ciclovia del Garda. Italia Nostra, Wwf e Ledro Inselberg, hanno depositato un nuovo esposto alla Corte dei Conti per denunciare i «costi fuori controllo» della realizzazione dell’opera. Anche in questo caso il presidente della Provincia non si è mostrato sorpreso. «Ormai quello degli esposti è un tema ricorrente — ha tagliato corto Fugatti — noi andiamo avanti perché crediamo che sia un’opera importante per tutto il Trentino e in particolare per l’Alto Garda».

L’accesso alle case Itea

Infine, il governatore si è espresso sulla recente sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato discriminatorio il criterio dei dieci anni di residenza per l’accesso alle case Itea. «I nostri uffici tecnici stanno analizzando la sentenza in modo approfondito», ha riferito Fugatti. Il presidente della Provincia ha precisato che sul piano pratico non cambia nulla, perché già prima della sentenza costituzionale i tribunali avevano bloccato gli effetti del provvedimento voluto dalla Lega. «Siamo comunque voluti arrivare davanti alla Corte Costituzionale perché questo tema politico riguarda anche l’autonomia. Talvolta si può perdere — ha concluso Fugatti — e nel rispetto delle istituzioni ci adegueremo alla sentenza».

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