un mese di Codice della strada

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Microcredito

per le aziende

 




Più di 4mila etilometri acquistati nell’ultimo mese. Il nuovo codice della strada, entrato in vigore il 14 dicembre, ha accelerato le vendite di Amazon: gli italiani non vogliono perdere la patente e si cautelano di conseguenza, procedendo a un alcol test fai da te prima di mettersi al volante, per giocare d’anticipo sulla polizia stradale.

«Di certo sta aumentando la sensibilità, anche dei più giovani, rispetto a un tema delicato e che non ammette banalizzazioni» spiega Federfarma ad Avvenire. In qualche caso, come accaduto per alcune farmacie di Milano città, a fronte di un’accresciuta domanda, si è riscontrata una ridotta disponibilità dei dispositivi. «Ma nulla di preoccupante sul fronte delle scorte – assicurano dalla Federazione -; anche se ogni farmacia provvede ad approvvigionarsi autonomamente, dalle regioni non abbiamo notizie di mancanze tali da destare apprensione».

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Nessuna caccia al kit, insomma, ma tra prevenzione e psicosi il confine si fa sottile: i ristoratori si lamentano che ormai i clienti, bloccati dal “muro” del tasso alcolemico fissato allo 0,5, non osano andare oltre il calice, oppure non bevono del tutto. Persino chi non guida diventa astemio per solidarietà. Meno vino per tutti, dunque, per adeguarsi all’aria che tira in strada. I più pragmatici, pur di non rinunciare alla canonica bottiglia, rincasano comodamente con il taxi. Maggiori controlli e sanzioni più dure stanno insomma impattando anche sulle abitudini mondane degli italiani.

«Ma forse stavolta si è esagerato – tuona Gian Primo Quagliano, presidente di Promotor, il centro che studia il mercato dell’automobile e i suoi dintorni – sette anni di galera per chi abbandona un animale in strada sono un’enormità. La sicurezza resta un bene supremo, ci mancherebbe. Ma questo codice è frutto di una visione che non esito a definire talebana. Vero che un cane abbandonato, al di là dell’odiosità del gesto, può causare incidenti. Ma credo che si sia passato il segno. Semmai il giro di vite può contribuire a scoraggiare l’abuso di alcol. Se però parliamo di sicurezza stradale, certamente punire non basta».

Secondo Quagliano sarebbe stato meglio porsi anche il problema della qualità delle auto in circolazione. «In Italia l’età media di una vettura è di 12 anni, tantissimo. Ciò vuol dire che in giro ce ne sono parecchie obsolete: non solo sono poco sicure, ma inquinano parecchio. Fino a poco tempo fa sarebbero state rottamate, adesso invece hanno il loro mercato. Colpa dei prezzi elevati: troppi non possono permettersi l’auto nuova e allora tirano avanti con quella che hanno, oppure la prendono di terza o quarta mano». Perdendo così la possibilità di salire a bordo di un veicolo più moderno e magari pure “intelligente”. «Prendiamo la distanza obbligatoria dai ciclisti, che il nuovo codice fissa in un metro e mezzo – prosegue Quagliano -: le vetture con guida assistita la osservano in modo automatico, con conseguente diminuzione dei rischi. Detto questo, anche chi pedala dovrebbe stare più attento: mi è capitato di incrociare bici in contromano, di notte, senza fari né catarifrangenti. Per non parlare di chi va in monopattino. In questo caso bene hanno fatto a imporre regole più stringenti. Se vogliamo più sicurezza, tutti dobbiamo fare la nostra parte. Non solo gli automobilisti, ma anche chi va a due ruote».

Il mondo della “micromobilità” però non ci sta a passare per pericolo pubblico numero uno. Andrea Giaretta, vicepresidente di Assosharing – l’associazione degli operatori di un settore che conta su un bacino di 5 milioni di utenti – rilancia la palla in campo altrui.

«La verità è che dal 2021 gli incidenti mortali in monopattino si sono ridotti a zero, e anche gli incidenti in generale sono scesi al minimo: 0,58 ogni 100 mila chilometri percorsi. Quindi i rischi stanno altrove. L’unica conseguenza del nuovo codice, ispirato da un mix di propaganda e giustizialismo, è che gli utenti sono confusi e smettono di usare il mezzo. In appena un mese i noleggi sono calati del 30%: un problema per le aziende, che ora rischiano di tagliare posti di lavoro. E anche una opportunità mancata per la mobilità, visto che il traffico nelle grandi città è congestionato oltre ogni limite». Giaretta non se la prende tanto con le regole, ma con le contraddizioni insite nelle nuove norme. «Giusto disciplinare l’uso del monopattino, infatti siamo a favore del contrassegno che, badate bene, è cosa diversa dalla targa di cui erroneamente si parla. Era l’unica misura urgente da adottare, invece manca il decreto attuativo che ne regola il rilascio, quindi al momento resta impossibile identificare i trasgressori. Morale: chi correva a 50 all’ora in tangenziale con un monopattino truccato la fa ancora franca, chi invece vorrebbe utilizzarlo in ztl a passo d’uomo ci rinuncia per paura delle multe».

Una situazione paradossale, cui si aggiunge il tema dell’assicurazione. «Il nuovo codice prevede che chiunque usi un monopattino elettrico lo assicuri come un veicolo. Ma non esiste il numero di telaio, quindi non è possibile. Bastava estendere la polizza per danni a terzi, basata sull’art. 2043 del codice civile, già applicata ai mezzi a noleggio». Anche l’uso del casco non convince. «Secondo il nuovo codice lo devono indossare tutti, anche chi usa monopattini a spinta. Ma anche qui c’è un problema. I monopattini sono considerati dei velocipedi, categoria che tuttavia prevede il casco solo se il mezzo supera i 25 km all’ora e ha più di 250 watt di potenza. Peccato che la velocità massima dei mezzi in sharing sia già limitata a 20 km/h. Quanto ai watt, i nostri soci potrebbero introdurre mezzi con potenza ridotta. In questo modo si potrebbe evitare di usare il casco. Tenendo anche conto che è impossibile metterlo a disposizione: non solo per motivi di igiene, ma per una banale questione di misure. Usare la taglia giusta è fondamentale per la sicurezza. Proprio quella che il ministro Salvini vorrebbe garantire. Invece non solo gli incidenti stradali non calano, come ha dimostrato l’Asaps, ma la confusione aumenta».

Un duro colpo per la “mobilità dolce”, visto che gli aficionados del monopattino non ne vogliono sapere di valutare un’alternativa. «Non abbiamo riscontrato, ad esempio, un aumento dei noleggi di biciclette. Si tratta proprio di utenze diverse» aggiunge Giaretta. «Un grave danno per un modello sostenibile che stava germogliando e che invece ora rischia di venire compromesso. Alcuni Comuni hanno già interrotto il servizio, perché sono crollati gli utilizzatori» conclude il vice presidente di Assosharing. Un campanello d’allarme che nessuno sembra aver ascoltato.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link