Una casa per Sandokan. Salgari, il fondo privato e il giallo sul nome della Civica

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La polemica

Scintille tra il sindacato Cub e il Comune «reo» di farsi sfuggire a Rovereto un fondo: «Ma si tratta di una collezione privata»

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La statua di Salgari all’esterno della Biblioteca Civica di Verona




La statua di Salgari all'esterno della Biblioteca Civica di Verona



La statua di Salgari all’esterno della Biblioteca Civica di Verona

Chi vuole più bene alla Tigre di Mompracem? Chi può dare la miglior casa a Sandokan? Di certo Verona. Ma la giacchetta bronzea di Salgari, mano in tasca e libro sottobraccio davanti alla biblioteca Civica, è ora tirata di qua e di là.

Da una parte la sigla sindacale Cub rilancia la promessa dell’ex amministrazione comunale, disattesa – dice – dall’attuale, di intitolare la Civica a Salgari, e accusa Palazzo Barbieri di lasciarsi sfuggire preziose carte legate al padre di Sandokan e raccolte negli anni dal professore Claudio Gallo, già direttore della Civica, che stanno per prendere la via di Rovereto.

Il Fondo Salgari

Dall’altra il Comune ricorda l’esistenza del Fondo Salgari in Civica di 6.500 volumi, frutto dell’acquisizione, anni fa, dell’archivio del veneziano Giuseppe Turcato, e rispedisce le accuse al mittente: «La documentazione di proprietà del professor Gallo», risponde l’assessora alle biblioteche Elisa La Paglia, «da distinguersi dal Fondo Salgari, già da tempo è stata in parte spostata da lui a Rovereto. Trattandosi di una collezione privata, abbiamo consigliato di non dividerla ma di riunirla in un’unica sede, Verona o Rovereto. Non stiamo parlando di una donazione, che è sempre ben accetta. Ma il Comune non può favorire l’uso privatistico di spazi della biblioteca».

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La Paglia si riferisce all’ufficio utilizzato da Gallo in cui è riposta, appunto, la documentazione. Poi puntualizza: «Il Comune ha caro Salgari. Per la prima volta quest’anno ha aderito al Festival salgariano, con la partecipazione dei suoi gruppi di lettura e l’acquisto dei tre romanzi in gara». Si tratta del Premio Emilio Salgari di Letteratura avventurosa, nato dieci anni fa.

Intitolazione della Civica

Quanto all’intitolazione della Civica al romanziere nato a Verona nel 1862 e giornalista de L’Arena, La Paglia conclude: «Non abbiamo avuto richieste in tal senso. Se ci saranno, le prenderemo in considerazione». 

Cub ha ricordato pure il fondo di 700mila carte e volumi storici partito per Matera, in attesa dei lavori di adeguamento antincendio della biblioteca. «A dicembre», conclude La Paglia, «abbiamo terminato lo smontaggio di cinque piani di scaffalature che saranno ritirate da Amia. Abbiamo stanziato risorse per l’acquisto di quelle nuove. Il 2025 sarà l’anno del rientro del fondo».

Verona città che legge

La querelle è esplosa proprio nel giorno in cui La Paglia e l’assessore alla cultura Marta Ugolini hanno annunciato che il ministero ha confermato il titolo «Verona città che legge». È il risultato dei progetti messi in campo per promuovere e diffondere il piacere della lettura. Ma il lavoro è partito dal «Patto di Verona per la lettura» del 2022, una delle prime azioni sostenute dall’amministrazione comunale e che è valso il titolo. 

Il Patto è un protocollo d’intesa sottoscritto tra Comune e soggetti pubblici e privati, rappresentativi di associazioni, reti e sistemi della filiera del libro e della lettura. Il titolo di Città che legge permette, per altri tre anni, di aderire a una rete nazionale che scambia buone pratiche ed esperienze, valorizzando la ricchezza libraria cittadina.

Per questo il Comune ha stabilito anche una quota di acquisto di volumi nelle librerie indipendenti. Tra le iniziative prese ci sono tra l’altro i diversi gruppi di lettura, anche per adolescenti, avviati nelle biblioteche che sono diventate «Spazi liberi», luoghi di socialità per i cittadini. L’associazione culturale Immagina, inoltre, ha messo a disposizione la sua biblioteca, in zona Stadio, aprendola al pubblico e diventando la quattordicesima biblioteca tra quelle comunali e di quartiere. 

Torna Libri e rose

E a proposito di lettura, Ugolini ha annunciato il ritorno del festival «Libri e rose», dall’8 all’11 maggio, tra Civica, Società Letteraria, Conservatorio e altri spazi culturali. «Coinvolgiamo autori contemporanei e temi in un’ottica sempre più ampia», spiega Ugolini, «e la platea del festival è aumentata per questo. Anche quest’anno avremo la collaborazione dell’associazione culturale milanese Kasa dei libri, per portare il meglio della letteratura italiana e internazionale. Non è un festival solo per divoratori di libri, ma per tutti. Verona è una città che legge. Lo confermano le rassegne locali delle circoscrizioni seconda, sesta e ottava interessanti e partecipate».

 

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