Mohammad Abedini Najafabadi, l’ingegnere iraniano arrestato per l’estradizione lo scorso 16 dicembre a Malpensa su richiesta degli Stati Uniti, è stato liberato questa mattina poco dopo le 9 ed è già rientrato in Iran. Notizia confermata dal ministero degli Esteri di Teheran. “Esmaeil Baqaei, portavoce del ministero degli Esteri, ha annunciato il rilascio del signor Mohammad Abedini Najafabadi, un cittadino iraniano detenuto in Italia, ed il suo ritorno in patria”, ha fatto sapere il ministero in una nota. Secondo quanto appreso da Ansa, non appena arrivata la richiesta di revoca della misura cautelare firmata dal Ministro Nordio, si è riunito d’urgenza un collegio della quinta Corte d’Appello che ha rimesso in liberà l’ingegnere 38enne, poco dopo decollato per Teheran.
L’Iran plaude alla “cooperazione” sul rilascio di Abedini
Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Esmail Baghaei ha elogiato “la cooperazione di tutte le parti interessate” per il rilascio del cittadino iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, arrestato a Milano il 16 dicembre in base ad un mandato di cattura Usa e scarcerato oggi dall’Italia. Esprimendo soddisfazione per il rilascio di Abedini, Baghaei ha sottolineato l’impegno su questo caso del ministero degli esteri di Teheran, che “non risparmierà alcuno sforzo nell’adempimento dei suoi doveri di proteggere i diritti dei cittadini iraniani all’estero”.
La nota del ministero
Questa mattina il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva fatto sapere, in una nota ufficiale del ministero, di aver “depositato alla Corte di Appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti per il cittadino iraniano Abedini Najafabadi Mohammad”. “In forza dell’articolo 2 del trattato di estradizione tra il Governo degli Stati Uniti d’America e il Governo della Repubblica italiana – si legge nella nota del ministero – possono dar luogo all’estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti, condizione che, allo stato degli atti, non può ritenersi sussistente. La prima condotta ascritta al cittadino iraniano, di ‘associazione a delinquere per violare l’IEEPA’, non trova corrispondenza nelle fattispecie previste e punite dall’ordinamento penale italiano. Quanto alla seconda e terza condotta, rispettivamente di ‘associazione a delinquere per fornire supporto materiale a un’organizzazione terroristica con conseguente morte’ e di ‘fornitura e tentativo di fornitura di sostegno materiale a un’organizzazione terroristica straniera con conseguente morte’, nessun elemento risulta ad oggi addotto a fondamento delle accuse rivolte. Emergendo con certezza unicamente lo svolgimento, attraverso società a lui riconducibili, di attività di produzione e commercio con il proprio Paese di strumenti tecnologici aventi potenziali, ma non esclusive, applicazioni militari”, conclude la nota.
Media Iran: “Arresto risultato di un malinteso”
Nel pomeriggio, le autorità giudiziarie di Teheran avevano reso noto che era atteso a stretto giro il rientro in Iran di Abedini Najafabadi Mohammad. Lo aveva comunicato l’agenzia Irna, precisando che “l’arresto è stato il risultato di un malinteso”. “Grazie al seguito dato dal ministero degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran e alle trattative tra l’intelligence della Repubblica Islamica dell’Iran e i servizi segreti italiani, il problema è stato risolto e si è giunti alla liberazione e al rimpatrio” di Abedini, aveva riferito l’agenzia ufficiale della magistratura iraniana, Mizan. Secondo le stesse fonti iraniane, nei giorni scorsi, i media italiani avevano anche sottolineato le relazioni positive e in espansione tra i servizi di intelligence iraniani e italiani.
Legale Abedini: “Ora è persona libera”
“La decisone presa dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ci ha felicemente sorpresi. Ora il mio cliente è persona libera e potrà riprendere a sorridere e sperare. Mi ha sempre ripetuto che lui credeva e aveva fiducia nella giustizia. Oggi questa sua fiducia, questa nostra fiducia ha trovato un riscontro effettivo”, ha commentato l’avvocato di Mohammad Abedini Najafabadi in una nota. “Da giurista e da avvocato, sono molto contento delle motivazioni addotte a sostegno della richiesta di revoca delle custodia cautelare, poiché si sposa con quanto sostenuto sin dall’inizio in merito all’assenza dei presupposti per l’estradizione ma soprattutto per l’attenzione data al valore fondamentale della libertà personale alla luce dei principi costituzionali!”. “Da ultimo, sento anche a nome del mio cliente di ringraziare tutti coloro che nel silenzio e con grande delicatezza hanno sostenuto questo nostro percorso e hanno accompagnato ogni nostro passo con la preghiera”, ha concluso l’avvocato De Francesco.
L’arresto
Non si terrà dunque più mercoledì 15 gennaio l’udienza nella quale la Corte d’Appello avrebbe dovuto decidere sulla istanza del difensore Alfredo de Francesco di concessione degli arresti domiciliari al cittadino iraniano. Abedini era stato arrestato a Malpensa il 16 dicembre scorso su mandato emesso dagli Stati Uniti che lo accusano di essere l’”uomo dei droni” di Teheran, ovvero di aver fornito droni e materiali elettronici all’Iran aggirando gli embarghi statunitensi.
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