Armi chimiche contro i civili birmani

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Microcredito

per le aziende

 


di Alessandro De Pascale

Secondo le forze ribelli birmane, “il 7 e l’8 dicembre 2024, il Consiglio Militare ha effettuato attacchi con droni usando bombole di gas tossico etichettate S-PHOS 560, a Moe Bye e dintorni”. A usare tali armi chimiche nello Stato Shan meridionale (lì confinante con la Thailandia), sarebbe stato il Battaglione di fanteria leggera (Lib) 422 di stanza in quell’area, della giunta militare salita al potere in Myanmar con il colpo di Stato del 1° febbraio 2021. A denunciare l’episodio, il Governo di Unità Nazionale (Nug) e il Consiglio Esecutivo Provvisorio (Cei) dello Stato Karenni nel corso di una conferenza stampa, alla quale ha partecipato anche l’Atlante delle Guerre.

Dopo quell’attacco attribuito come detto ai militari golpisti, “avvenuto tra le 10 e le 11 del mattino, le persone esposte hanno riportato sintomi come vertigini, nausea, stanchezza e sonnolenza”. In seguito all’ispezione del luogo colpito, avvenuta nel pomeriggio, le forze ribelli hanno poi rinvenuto sul terreno “bombolette di gas tossico etichettate con la sigla S-PHOS 560”, le cui foto e i video sono stati mostrati durante la conferenza stampa. La sostanza in questione è il fosfuro di alluminio, un principio attivo molto tossico, utilizzato negli spazi chiusi per proteggere le derrate alimentari dagli attacchi di insetti e roditori, i quali muoiono per asfissia a causa dell’idrogeno fosforato (la fosfina) da questo prodotta una volta entrato in contatto con acqua o semplice umidità dell’aria (ovviamente molto presente nelle foreste birmane).

Microcredito

per le aziende

 

Le Nazioni Unite classificano il fosfuro di alluminio (Aip) come sostanza “non destinata al consumo umano”, in quanto “tossico al contatto con la pelle” e addirittura “letale se ingerito o inalato”. Usato per le “fumigazioni” l’ONU la valuta di rischio 4.3, che sale a 6.1 per i rischi supplementari, essendo per l’appunto in grado di uccidere anche gli esseri umani. L’apposita citata scheda delle Nazioni Unite ricorda inoltre che lo S-PHOS “si decompone a contato con acqua o umidità, producendo gas altamente infiammabili e tossici (come la fosfina)”, rischiando di provocare incendi ed esplosioni. Ecco spiegato perché, pur essendo un potente insetticida, può essere impiegato anche come arma chimica sugli esseri umani. Il che significherebbe commettere un crimine di guerra.

Non sarebbe la prima volta che le forze militari golpiste usano gas tossici nelle aree sotto il controllo dei ribelli o tuttora contese. “Sostanze chimiche sono state lanciate coi droni anche la notte del 18 dicembre” hanno ricordato il Governo di Unità Nazionale  e il Consiglio Esecutivo Provvisorio dello Stato Karenni. I quali hanno poi ricordato l’offensiva compiuta il 10 ottobre 2024 dalla giunta militare tra Pinlaung e Phekhon, durante la quale “gas chimici sono stati rilasciati da aerei da trasporto Y-12 nel corso della battaglia nel villaggio di Naung Wo, in attacchi durati un giorno intero”. Lo stesso sarebbe inoltre avvenuto “nel 2022 e nel 2023, quando durante le battaglie nello Stato Karenni bombe della giunta hanno rilasciato una volta esplose fumi bianchi con odori sgradevoli che hanno colpito le truppe di terra, esponendole a inalazioni nocive”.

I tubetti di fosfuro di alluminio mostrati dai ribelli

Le foto mostrate da NUG e CEI riportano piccoli tubetti da 20 compresse l’uno e contenitori grandi da 320 pastiglie di S-PHOS 560 (numero che sta per i grammi di fosfuro di alluminio per ogni chilogrammo di prodotto). “La dose letale per un adulto di 70 chili di peso è approssimativamente di 150-500 milligrammi di prodotto” e “non esiste un antidoto specifico”. Il S-PHOS 560, che secondo i ribelli sarebbe stato rinvenuto dopo l’attacco con droni dei militari golpisti avvenuto a Moe Bye e dintorni, riporta il numero di registrazione F2017-1440 ed è stato prodotto a Singapore dalla Wisara Company. La giunta al potere ha da tempo interessi economici in questo piccolo Stato insulare dell’Asia sud-orientale, affidandosi a broker per acquistare o vendere.

Un analista militare interpellato dall’Atlante, che segue attentamente da tempo il conflitto birmano per diversi governi occidentali, non si è mostrato per nulla sorpreso in merito al possibile uso di agenti chimici da parte dei militari golpisti. A suo parere “la giunta si sta giocando il tutto per tutto per rimanere al potere, essendo in grande difficoltà sul terreno, a livello politico, economico e in termini di consenso, con defezioni anche tra i lealisti e le loro stesse forze armate, i ribelli sempre più vicini alle città da loro controllate e le loro roccaforti colpite dai droni delle formazioni militari dell’opposizione”. Da tempo hanno del resto perso il controllo di oltre metà del territorio birmano, come anche di diverse arterie stradali e posti di confine.

“Non è la prima volta che la giunta utilizza armi chimiche contro i civili, in violazione dell’apposita convenzione internazionale”, afferma all’Atlante Cecilia Brighi, segretaria generale di Italia-Birmania Insieme, nel commentare quando illustrato dal NUG e dal CEI nella conferenza stampa alla quale questa testata ha partecipato. “Sempre più urgente – continua la Brighi – diventa quindi condannare la giunta birmana per crimini di guerra e contro l’umanità e che i governi e le istituzioni internazionali impongano un embargo globale sulle armi e sul carburante che golpisti continuano ad ottenere, bloccando anche le banche per impedire l’utilizzo di valuta straniera pregiata per fini militari”.

Il giorno della conferenza stampa Italia-Birmania Insieme ha scritto una lettera al Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, per ricordargli “i conflitti dimenticati, e tra questi la eroica lotta per la democrazia in Birmania/Myanmar ostaggio di enormi interessi strategici e geopolitici di superpotenze come Cina e Russia e della connivenza di altri Paesi asiatici”. Durante il suo intervento alla Conferenza degli ambasciatori italiani, nel dirsi preoccupato per la proliferazione dei conflitti nel mondo, la crescita dei settarismi nazionalisti, etnici e religiosi, che stanno producendo non solo divisioni e fratture profonde, ma anche una crescita delle dittature e delle democrature, il capo dello Stato non ha mai citato il Myanmar. “Solo Papa Francesco ricorda con continuità il dramma che la popolazione birmana subisce ormai da quattro anni”, gli ha fatto così notare Italia-Birmania Insieme nella sua missiva.

Per saperne di più, leggi la nostra scheda conflitto sul Myanmar

*Nella foto in copertina, una manifestazione pro-democrazia birmana a New York (©AlexiRosenfeld/Shutterstock.com)

Richiedi prestito online

Procedura celere

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link