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I vantaggi fiscali del secondo pilastro

Il secondo pilastro del sistema previdenziale svizzero offre opportunità significative per il risparmio fiscale, soprattutto per le persone con redditi elevati. I dati emersi dalla SonntagsZeitung, analizzando le informazioni fiscali provenienti dai cantoni di Berna, Zugo e Ginevra, rivelano che i contribuenti benestanti riescono a risparmiare centinaia di migliaia di franchi all’anno semplicemente sfruttando i riscatti associati al secondo pilastro.

Secondo l’economista Marius Brühlhart dell’Università di Losanna, il sistema attuale permette ai ceti più agiati di ottenere vantaggi fiscali sproporzionati, indebolendo così la progressione fiscale nel paese. Infatti, i versamenti volontari ai fondi pensione permettono ai contribuenti di dedurre tali somme dal reddito imponibile, riducendo in modo significativo la base su cui calcolare le imposte.

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Al momento della pensione, il prelievo del capitale avviene con un’imposta una tantum che è sostanzialmente inferiore rispetto a quella sul reddito. Con questo meccanismo, i contribuenti più ricchi possono risparmiare un milione di franchi o più in tasse. Ad esempio, nel 2022, un residente nel cantone di Zugo ha ritirato 7,5 milioni di franchi in capitale pensionistico, pagando solo il 6,7% di imposte complessive, circa 500.000 franchi, mentre avrebbe dovuto versare tra 1,5 e 2 milioni se avesse pagato l’imposta sul reddito.

Questa situazione solleva interrogativi sull’equità del sistema fiscale svizzero, in quanto le agevolazioni per i ricchi comportano perdite di gettito che ricadono sugli altri contribuenti. Questi vantaggi fiscali meritano una riflessione profonda, soprattutto in un contesto in cui il sistema previdenziale dovrebbe garantire sicurezza e equità per tutti i cittadini.

Differenze tra i cantoni nella tassazione

Le differenze nella tassazione tra i diversi cantoni svizzeri emergono in modo significativo quando si analizzano i dati fiscali. In particolare, i cantoni di Berna, Zugo e Ginevra mostrano contrasti sostanziali in relazione agli sgravi fiscali legati al secondo pilastro, influenzando in modo diretto le decisioni economiche dei contribuenti. A Zugo, che è noto per le sue politiche fiscali favorevoli, vi è un’alta concentrazione di contribuenti che approfittano dei vantaggi fiscali, rendendo questo cantone un polo di attrazione per i benestanti. Qui, ad esempio, un prelievo di 7,5 milioni di franchi ha comportato solo una tassazione del 6,7%, un vantaggio considerevole rispetto ad altri cantoni.

In confronto, nei cantoni con una pressione fiscale maggiore, come Berna e Ginevra, le persone ad alto reddito hanno maggiori incentivazioni a versare denaro nei fondi pensione. Questo perché il risparmio fiscale diventa più vantaggioso in presenza di aliquote elevate sul reddito. Nel cantone di Berna, le statistiche rivelano che le coppie sposate con redditi più elevati tendono maggiormente a versare fondi nei loro II pilastri, ottenendo così detrazioni che si traducono in risparmi fiscali significativi.

Le disparità nella tassazione non solo alimentano la mobilità fiscale, ma creano anche un contesto di competizione tra i cantoni, incentivando molti a posizionarsi come “paradisi fiscali”. Tale competizione ha portato a scenari in cui i contribuenti, in particolare quelli in fasce di reddito più elevate, esplorano attivamente l’opzione di cambiare cantone per massimizzare i loro risparmi fiscali. Pertanto, le differenze nelle aliquote fiscali rappresentano un elemento cruciale che influisce sulle strategie di pianificazione fiscale dei cittadini svizzeri, accentuando le disuguaglianze nel trattamento fiscale dei diversi gruppi di reddito.

L’impatto sui redditi alti e sui redditi bassi

Le statistiche relative all’adesione al secondo pilastro rivelano un impatto marcato sulle diverse fasce di reddito. Le coppie sposate appartenenti alla fascia di reddito più elevato, quella a partire da 750’000 franchi, mostrano un maggiore coinvolgimento nel sistema pensionistico. Nel cantone di Berna, ad esempio, nel 2021, il 28% delle coppie in questa categoria ha effettuato versamenti significativi nel loro II pilastro, mediamente 517’000 franchi, con un risparmio fiscale di circa 154’000 franchi. Questo fenomeno evidenzia come i contribuenti benestanti riescano a sfruttare in modo molto più efficace le opportunità di risparmio fiscale rispetto alle fasce di reddito inferiori.

Al contrario, le coppie con redditi medi e bassi beneficiano solo marginalmente degli sgravi fiscali offerti dal secondo pilastro. Tra le 16.000 coppie sposate con un reddito annuale compreso tra 100.000 e 125.000 franchi, soltanto l’8% ha effettuato versamenti esenti da imposte nel II pilastro. Una situazione ancor più critica si osserva nelle fasce di reddito più basse, dove solo il 4% ha intrapreso tali versamenti. Queste scelte limitate possono derivare da una mancanza di liquidità o da scarse opportunità di pianificazione previdenziale, fattori che ostacolano l’accesso a vantaggi fiscali significativi.

Queste disparità pongono un interrogativo sulla sostenibilità e sull’inclusività del sistema pensionistico svizzero. Mentre i più abbienti accumulano capitale e benefici fiscali, i lavoratori a reddito medio-basso rimangono esclusi da tali opportunità, evidenziando un incongruenza nel trattamento fiscale e pensionistico. Le politiche fiscali attuali potrebbero dover essere rielaborate per garantire un approccio più equo che permetta un accesso paritario agli sgravi fiscali, assicurando così un sistema previdenziale che risponda efficacemente alle esigenze di tutti i cittadini.

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Limiti e regolamentazioni del secondo pilastro

Il sistema del secondo pilastro in Svizzera presenta specifiche limitazioni e regolamentazioni che disciplinano i contributi pensionistici. L’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS) stabilisce che i lavoratori possono versare un importo massimo di 9 milioni di franchi nel corso della loro vita lavorativa. Questi versamenti possono essere sia obbligatori, attraverso il datore di lavoro, sia volontari, a seconda delle scelte individuali.

Una delle peculiarità del sistema è la capacità dei contribuenti di utilizzare i versamenti per abbattere la propria base imponibile. Per i cittadini con redditi elevati, ciò si traduce in un’opportunità efficace per ridurre significativamente l’impatto delle tasse sul reddito. Accumulando capitale pensionistico che può raggiungere valori compresi tra 10 e 15 milioni di franchi, i lavoratori benestanti non solo garantiscono la sicurezza finanziaria per il futuro, ma si trovano anche a beneficiare di una pressione fiscale ridotta al momento del ritiro.

È interessante notare che l’importo delle imposte sul prelievo di capitale varia notevolmente tra i diversi cantoni e comuni. Queste differenze possono influenzare le scelte dei contribuenti su dove risiedere, specialmente per coloro che si avvicinano alla pensione e cercano di massimizzare i propri risparmi fiscali. Ad esempio, in alcuni comuni, come Laax, l’imposta sul capitale ritirato è del 5%, un valore nettamente inferiore rispetto ad altri comuni come Zurigo, dove si puo’ arrivare a tassazioni del 25% sui prelievi.

Questi aspetti mettono in evidenza la complessità e l’importanza delle scelte fiscali e previdenziali, indicando che una buona pianificazione non solo può garantire una pensione adeguata, ma rappresenta anche una strategia per gestire al meglio i propri obblighi fiscali. Con tali regolamentazioni, la questione dell’equità fiscale rimane centrale nel dibattito su come migliorare il sistema previdenziale, soprattutto in un contesto dove i vantaggi non sono equamente distribuiti tra le varie fasce di reddito.

Turismo fiscale e ottimizzazione in Svizzera

Negli ultimi anni, la Svizzera ha assistito a un fenomeno noto come turismo fiscale, che coinvolge in particolare i contribuenti di alto reddito in cerca di massimizzare i propri risparmi fiscali. Questa pratica si verifica quando le persone si spostano in cantoni con regimi fiscali più favorevoli, per approfittare delle maggiori libertà offerte dal sistema previdenziale e delle tasse più basse sui prelievi di capitale. I dati suggeriscono che questo trend sia diventato particolarmente prevalente tra i pensionati e i contribuenti benestanti, i quali visionano le differenze significative nelle aliquote fiscali tra i vari cantoni.

Per esempio, mentre cantoni come Zugo e Laax offrono una tassazione leggera con aliquote basse sui prelievi pensionistici, altri, come Zurigo, sono noti per le loro politiche fiscali più severe che possono raggiungere tassazioni molto elevate sui capitali prelevati. Gli esperti evidenziano che tali differenze possono incentivare le persone benestanti a trasferirsi, creando una forma di competizione tra i cantoni nel tentativo di attrarre i contribuenti maggiormente agiati. Il risultato è un’inevitabile migratoria di contribuenti che, cercando un ambiente fiscale più vantaggioso, possono influenzare le dinamiche economiche e fiscali locali.

Questa questione non è solo una questione di scelte individuali, ma ha anche implicazioni più ampie per l’intero sistema fiscale svizzero. Il trasferimento di rendite e patrimoni tra cantoni rischia di creare disparità per quanto riguarda la distribuzione del gettito fiscale, erodendo potenzialmente le basi di entrata dei cantoni con tassazione più alta. La mobilità fiscale può alterare anche le politiche pubbliche, poiché i cantoni tentano di adattarsi alle necessità dei contribuenti ricchi per mantenere abbastanza entrate e servizi.

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Le istituzioni e le autorità fiscali della Svizzera sono ora chiamate a riflettere su come gestire questa situazione. L’obiettivo dovrebbe essere quello di garantire un sistema fiscale equo e sostenibile per tutti i cittadini, equilibra le esigenze di coloro che cercano di ottimizzare la loro situazione fiscale e quelle dei cantoni che devono garantire un adeguato livello di servizi pubblici senza compromettere le entrate fiscali.



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