Due rapine in farmacia nell’arco di un pomeriggio, un’aggressione in un ufficio pubblico, furti a raffica in diversi quartieri, episodi di spaccio e una lunga serie di pestaggi con bande di giovanissimi sbandati che hanno costellato la cronaca degli ultimi mesi ed ecco che sui social spunta l’appello: “cercasi volontari per costituzione di ronde di quartiere serali per controllo del territorio (chiaramente non armate!)“.
Una boutade, una provocazione o un’idea concreta? Sicuramente un segnale di un malumore dilagante ed infatti il risultato è che i like al post sono arrivati numerosi e molti dei commentatori si sono detti (quantomeno a parole, poi nei fatti sarebbe tutto da vedere) favorevoli a partecipare. Un effetto dei recenti fatti di cronaca cittadina, che riporta all’attenzione la micro (e macro) criminalità e che restituisce una ‘percezione’ di insicurezza sempre maggiore tra i cittadini, che non si sentono più tranquilli nè per le vie cittadine nè in casa propria.
Da ciò l’idea di organizzare delle ronde non armate per il presidio di quei quartieri che restano scoperti, nei quali si respira malcontento e un certo ‘fermento’: se ne parla nei bar e nei luoghi pubblici, la gente non si sente tutelata, qualcuno ha già avuto la spiacevole esperienza dei ladri in casa oppure non si fida più ad uscire quando fa buio o a mandare fuori i figli la sera.
Esistono già quartieri che si affidano al ‘controllo di vicinato’, ossia quella forma di tutela messa in campo dai residenti stessi per prevenire attività criminali e atti vandalici all’interno di una zona residenziale. Va da sè che in caso di necessità vadano sempre e comunque attivate le forze dell’ordine, con divieto assoluto di provvedere in autonomia ad intervenire o ad utilizzare armi. Ma la parola ‘ronda’ evoca sempre un significato leggermente diverso, un giro di vite rispetto al controllo di vicinato, qualcosa di più.
In realtà quella delle ronde non è un’idea nuova nè un’avanguardia di pensiero a Cremona: già nel 2007 a Cremona era partita una sorta di ‘sperimentazione’ di questo tipo di iniziativa, che però durò lo spazio di pochi mesi. Era il 2 dicembre 2007 appunto quando il quotidiano cittadino ‘La Cronaca’ riportava la notizia delle prime ‘ronde padane’ tra le vie di Cremona: “Alla fine erano quasi una ventina i militanti della Lega che nella notte tra venerdì e sabato hanno dato vita alla prima uscita delle ronde padane. Ai dieci militanti partiti alle 22.30, pochi minuti dopo si sono aggiunti dieci gio vani padani, anche loro armati di torcia elettrica e telefono cellulare. Anche loro per le vie della città a ‘pattugliare’ il territorio a sostegno delle forze dell’ordine”.
Ma cosa differenzia la proposta di 18 anni fa da quella di oggi? Sostanzialmente la natura dell’iniziativa: all’epoca nacque da un gruppo di amministratori, (l’allora segretario cittadino del Carroccio, Dario Arrigoni e i consiglieri comunale Claudio Demicheli e Italico Maffini), mentre oggi l’iniziativa parte dai privati cittadini evidentemente mossi dall’insicurezza (reale o percepita che sia).
Nel primo caso le finalità erano dunque di tipo politico: “scopo delle ronde non è solo quello di dare supporto alle forze di polizia segnalando situazioni a rischio, ma anche quello di sensibilizzare i cittadini sul tema della sicurezza. Tanto che, hanno detto i due espo nenti della Lega, «siamo usciti con un banchetto per la raccolta di firme contro l’immigrazione incontrollata” si leggeva nell’articolo del 2007; l’appello di oggi invece è una chiara deriva di quel sentimento di insicurezza e di mancata tutela: “ronde di quartiere per il controllo del territorio”. Una frase che dice molto, che trasmette il senso di appartenenza (al quartiere, al territorio) e la volontà di ricreare una comunità in cui riconoscersi e sentirsi tutelati.
Ancora una volta dunque il senso di insicurezza diventa un dato reale, concreto, oggettivo, testimoniato da un post che grida sommessamente il malumore di una città e che ancora una volta passa e trova grande riscontro attraverso i canali social.
Nelle foto, le immagini di repertorio delle ronde padane del 2007 e la pagina de ‘La Cronaca’ ad esse dedicata
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