Il tema dell’allevamento e della selezione delle razze canine è spesso al centro di accesi dibattiti, che coinvolgono non solo allevatori e professionisti del settore, ma anche chi si oppone radicalmente all’idea stessa di razza.
Durante una nostra recente diretta su Dogsportal.it, abbiamo affrontato l’argomento con un allevatore esperto, riconosciuto per la sua professionalità e per il rispetto che nutre nei confronti del cane. Cosa che abbiamo sempre fatto e che continueremo a fare insieme ad altri argomenti trasversali.
Tuttavia, sono emerse alcune posizioni provocatorie da parte di chi si definisce “antirazzista” in cinofilia, con argomentazioni che meritano una riflessione approfondita.
Basta rivederla e leggere i commenti per capire.
Così per curiosità, premessa non necessaria e assolutamente soggettiva.
Nella mia vita non ho mai acquistato un cane, né adottato in senso ordinario.
Non amo cercare cani sui motori di ricerca per cani che ritengo abominevoli o selezionarli attraverso bacheche, basandomi su fattori estetici.
Non ci vedo nulla di diverso dall’acquisto nel suo senso più consumistico, che comunque non giudico, purché fatto con modalità corrette e rispettose del cane.
Personalmente, i cani li ho sempre incontrati.
Ho origini pugliesi e, per gran parte della mia vita, i miei compagni di vita a quattro zampe sono arrivati dal sud Italia, spesso attraverso incontri fortuiti.
Ho vissuto per anni con una setter che una volontaria mi ha affidato per caso. E poi c’è stato il mio grande cane degli ultimi dieci anni: un segugio trovato vagante nelle campagne piemontesi, senza microchip. Questa esperienza personale mi ha portato a riflettere sul rapporto tra uomo e cane, sull’importanza del rispetto reciproco e sul significato profondo di una scelta responsabile.
Un pensiero quindi a Max ex cane semi randagio che ha vissuto con me 7 anni prima di morire sbranato da un branco, un pensiero a Lupo, un tipo cane primitivo di tipo mediterraneo, una specie di Dingo, stato con me 16 anni, così come Carletto e Lucky e poi infine Zora, una setter devastata dal collare elettrico che ha trovato una nuova vita con noi e il mio capo, l’unico a cui devo far riferimento, il caporedattore Poldo.
Ora, proviamo a immaginarci un mondo dove non esista più la selezione.
In occidente, quindi, lasciando da parte i cani ferali o primitivi che vivono liberi e si autogestiscono—spesso con successo—e quel randagismo controllato tipico del sud Italia, dove i cani vivono in paesi o comunità senza padroni. Ma anche e spesso vittime di follia, cattiveria e ignoranza.
Immaginiamo anche un mondo ideale dove non esistono più i cagnari, i criminali che producono cuccioli senza scrupoli.
Ma in questo scenario ipotetico, senza selezione e allevamento, cosa succederebbe?
Cosa accadrebbe senza la selezione?
Tornando a questo ipotetico scenario, tutti i canili si svuoterebbero gradualmente, perché le persone adotterebbero esclusivamente cani meticci.
È importante sottolineare che nei canili non ci sono solo meticci: esistono anche numerosi cani di razza, spesso abbandonati o provenienti da situazioni di maltrattamento.
Tuttavia, una volta che i cani domestici—sia di razza che non—moriranno di vecchiaia, nel tempo ci troveremmo senza cani in grado di convivere con l’uomo.
Rimarranno solo cani ferali, randagi o semiselvatici, che vivono in contesti rurali o in libertà.
Questo scenario ci porta a una domanda quindi: è questo il futuro che vogliamo per la relazione tra uomo e cane?
La scomparsa del cane domestico significherebbe la fine di un legame millenario, che ha visto l’evoluzione del cane come compagno di vita, lavoratore e amico dell’uomo. Anche vittima certo, ma soprattutto amico.
Il ruolo dell’allevamento “etico”, non vi piace la parola etica associato all’allevamento? Parliamo di ruolo dell’allevatore sano di mente, come preferite voi.
Affrontare il tema dell’allevamento richiede equilibrio e consapevolezza.
Non possiamo ignorare gli abusi dei “cagnari”, criminali che producono cuccioli in condizioni inaccettabili, mettendo a rischio la salute e il benessere degli animali.
Così come non possiamo ignorare i consumatori che scelgono cani come se scegliessero smartphone, di razza e non.
Tuttavia, demonizzare in blocco l’allevamento significa ignorare il lavoro di chi, con passione e dedizione, seleziona razze per preservare caratteristiche morfologiche e comportamentali che rispondono a esigenze specifiche, spesso legate alla convivenza con l’uomo.
L’allevamento “etico” non è solo una questione estetica, come spesso si tende a pensare. È un processo complesso che richiede conoscenze approfondite, rispetto per il cane e un impegno costante per portare avanti una determinata tipologia di cane, evitando patologie ereditarie e promuovendo il benessere psicofisico degli animali. Oppure nel caso opposto portando avanti maltrattamento genetico. Certo.
Problemi gravi da affrontare.
L’ideologia sui caniu e i suoi limiti
Le posizioni radicali di chi si oppone alla selezione e alle razze canine sollevano interrogativi non solo sul futuro del cane domestico, ma anche sulla coerenza di certe argomentazioni. Se l’obiettivo è eliminare ogni forma di razza, quale sarebbe il destino dei milioni di cani che oggi vivono in simbiosi con l’uomo? L’antirazzismo in cinofilia non può trasformarsi in un’ideologia cieca che ignora la realtà e le esigenze degli animali stessi.
Per poter costruire un dialogo costruttivo, è necessario abbandonare il tono aggressivo e radicale che spesso caratterizza queste discussioni. Solo attraverso un confronto rispettoso e informato possiamo comprendere appieno le complessità dell’allevamento e della selezione, e valutare le conseguenze delle nostre scelte per il futuro della cinofilia.
Come redazione di Dogsportal.it, ci impegniamo a trattare questi temi con il massimo equilibrio, dando voce a professionisti seri e rispettosi del cane. Il nostro obiettivo è promuovere una cinofilia consapevole, che metta al centro il benessere animale e il rispetto per la relazione unica che lega il cane all’uomo.
Per chiunque sia in grado di argomentare in modo equilibrato la nostra porta è aperta: info@dogsportal.it
Per il bene del cane e delle persone. Non dell’ego.
Ps. L’eugenetica lasciamola ai nazisti, ai canari e agli allevatori senza scrupoli. Qui parliamo d’altro.
Pps. Giusto potrebbero accoppiarsi i meticci ma chi controllerebbe chi? Tra il dire, il giudicare e il fare c’è di mezzo la complessità
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