Prosegue la campagna di comunicazione della Rete dei Musei, in cui si inserisce anche il Museo del Costume e della Moda Siciliana di Mirto. Si tratta dell’ottavo itinerario, all’interno del progetto promosso dell’ANCI Sicilia al quale, ad oggi, hanno già aderito 90 Comuni e 200 musei (ma continuano ad arrivare le richieste di partecipazione).
L’Associazione dei Comuni Siciliani, attraverso tale Rete, ha l’obiettivo di valorizzare e promuovere il patrimonio museale della nostra Regione. Il progetto guarda alla storia, al presente e al futuro della cultura e dell’identità siciliana, nell’ottica di un sistema culturale territoriale integrato, condiviso e sostenibile.
Il complesso monumentale di Palazzo Cupane, sede del Museo, di fondazione ottocentesca, è il cuore pulsante della cultura mirtese. Nelle sue sale è stato allestito il Museo del Costume e della Moda Siciliana, che custodisce abiti e costumi di epoche, che vanno dal XVII al XX secolo. Si trova una ricchissima collezione di abiti, costumi ed accessori, che raccontano uno spaccato di storia nell’arco di tre secoli, influenzati dai mutamenti sociali e culturali che si sono susseguiti nell’isola. La collezione si estende su tre livelli: al pianterreno sono esposti i costumi etnici e popolari e le divise di servitù dei casati blasonati; il piano nobile ospita la collezione degli abiti dell’aristocrazia e dell’alta borghesia; mentre gli spazi del terzo livello sono dedicati al modo di vestire contemporaneo, prodotto dalle sartorie di nicchia. Tutti questi abiti sono testimonianze autentiche della ricca tradizione sartoriale siciliana, un patrimonio di più di duemila manufatti, abiti, cappelli, corpetti, pizzi e accessori, esposti lungo un percorso che si snoda tematicamente attraverso le sale del palazzo, secondo un criterio didattico, che racconta sia la quotidianità popolare che la vita in contesti più esclusivi.
Il Museo del Costume a Mirto è nato nel 1988, su iniziativa dell’Amministrazione Comunale. Nel progetto originario doveva essere realizzato un Museo antropologico, ma quando Giuseppe Miraudo, attuale direttore dello spazio museale, decise di donare la sua collezione di accessori e abiti siciliani, ci fu un drastico cambio di rotta. Questa piccola rivoluzione ha spinto nel tempo molte famiglie illustri a donare le loro collezioni di abiti, contribuendo alla crescita e alla fama del museo.
All’interno del Museo, oltre agli abiti, sono custoditi anche dipinti e fotografie d’epoca, che completano tutte le informazioni necessarie per comprendere i vari periodi storici, collegati alla vita e alle tradizioni di Mirto. Tra i vestiti più significativi, risalenti all’Ottocento, si trovano quelli donati dallo stilista Salvatore Ferragamo e da Teresa Pugliatti e Ferlazzo Natoli, esperti di storia dell’arte. Per quanto riguarda gli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, meritano una citazione due abiti firmati Coco Chanel, un abito nuziale creato da Valentino e un abito da sera, firmato da Paco Rabanne. Si rivela, infine, molto interessante la sezione riservata a Mimma Ferraro, stilista messinese di cui il Museo possiede una selezione, che percorre trent’anni della sua carriera.
Dopo aver ammirato i bellissimi abiti, presenti all’interno del Museo, non si può perdere la visita alla parte più antica del paese, dove si trova la Chiesa Madre, dedicata a Maria Santissima Assunta. Qui si trovano numerose opere d’arte, tra cui la Statua della Madonna della Catena, realizzata dalla scuola del Gagini, e il simulacro di Santa Tecla, Patrona del paese.
“Il Museo del Costume e della Moda Siciliana rappresenta per il Comune un patrimonio e un’attrazione di grande valenza culturale e di fondamentale importanza, su cui negli anni sono state investite risorse finanziarie ed umane – afferma il Sindaco di Mirto Maurizio Zingales -. Un unicum nel contesto regionale che, inserito all’interno della Rete museale, come quella creata dall’ANCI Sicilia, potrà sicuramente essere maggiormente valorizzato e diventare ulteriormente attrattivo e conosciuto da viaggiatori e turisti, che decidono di visitare il territorio dei Nebrodi”.
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