Treviso, crolla il consumo di vino. Fra i ristoratori c’è chi pensa a ospitare i clienti di notte

Una generale maggiore attenzione, ma anche cali del 30-40% del consumo di vino nei ristoranti, specie in quelli della provincia. Sono questi i primi responsi a quasi un mese dall’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, il 14 dicembre scorso, che ha inasprito le sanzioni per chi viene beccato al volante con valori superiori a quelli consentiti per legge (che invece non sono stati toccati, il minimo resta 0,5 grammi di alcol per litro di sangue). 

Più mezzi pubblici per il rientro a casa

«Una legge che mi trova d’accordo – confessa Paolo Lai, ristoratore trevigiano titolare, fra l’altro, delle «Beccherie» -: chi guida non deve bere e pensa al piano B, chi non berrà quella sera e porterà a casa gli altri. In centro però un calo vistoso non l’abbiamo registrato». Ma Lai pone anche un’altra questione, quella del rientro a casa dopo aver bevuto un po’ a tarda sera. «Ci vorrebbero più taxi, o più mezzi pubblici – spiega -, non è giusto rinunciare ad una serata perché non si riesce a rientrare a casa a qualche chilometro dal centro, auspico convenzioni con i ristoranti o soluzioni alternative». Sui prodotti dealcolati poi è tranchant. «Il vino è storia, cultura, tradizione, vita – chiude Lai – ed è alcolico. Nei miei locali ho qualche birra analcolica e va bene così».

Il calo dei consumi nella Pedemontana

Chi lamenta un calo sensibile sono i ristoranti della pedemontana, come il «Gambrinus» di San Polo di Piave dove lo chef Pierchristian Zanotto sottolinea il sentiment generale. «Abbiamo registrato un calo evidente, direi 30-40% – conferma – ma siamo curiosi di vedere quello che accadrà, questa è una legge che penalizza produttori e indotto, ma costringe a bere meglio e di qualità. La wine bag? Molti la offrono già, noi addirittura dal 2013 perché abbiamo intrapreso da tempo la via del non spreco e del “bere con più testa”, uno dei nostri slogan per promuovere aperitivi e cocktail anche senza alcol e biologici. Siamo stella verde Michelin dal 2014 anche per questo».

Ospitare i clienti nei locali dopo cena 

A «Ca’ Del Poggio», a San Pietro di Feletto, non si parla d’altro, spiega il titolare Alberto Stocco. «Ai tavoli sento sempre questo discorso – conferma -, l’attenzione al tema è aumentata enormemente, così abbiamo espanso l’offerta del vino al calice e stiamo studiando soluzioni che offrano anche la possibilità di dormire da noi dopo cena. La wine bag la offrivamo da tempo, da quando ci fu la prima stretta sanzionatoria, ma non ha mai funzionato granché. Devo comunque dire che i ragazzi nascono già con una grande attenzione alla questione. Tra gli over 45, magari abituati a bere un bicchiere in più, la preoccupazione è tangibile. Diciamo che queste nuove multe incutono molto timore, ma bastava far applicare bene le regole già in vigore. Sui dealcolati stiamo a vedere come si muove il mercato, se ci sarà richiesta li acquisteremo».

L’apprensione negli over 50

Anche al ristorante «Belvedere», al Castello di Conegliano, la stretta si è fatta sentire. «La paura iniziale ha rallentato le vendite – sottolinea il titolare Matteo Collot – ed è evidente che si beva un po’ meno. Che poi questa cosa serva a frenare morti e incidenti lo vedremo. La wine bag non funziona ancora bene, ma siccome c’è questa possibilità le persone tendono sia a comprare più bottiglie di qualità, ma anche vini al calice di maggior pregio, bevendone magari uno in meno. L’apprensione comunque l’abbiamo notata negli over 50: i giovani sono già abituati al problema e più organizzati. Chi era un irresponsabile prima continua ad esserlo».

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