Un occhio pesto, forse un danno all’osso che c’è sotto. E un’intera comunità cossa, sconcertata. Perché è insensato, è ingiusto, è l’ennesimo atto di violenza su un anziano di ottant’anni che colpe non ne ha se non quella di aver cercato di difendere la proprietà della propria compagna. Lagaro è una franzioncina di Castiglione dei Piepoli, in provincia di Bologna: ci vivono, a Lagaro, meno di mille persone; il che vuol dire chein quelle viuzze arroccate sull’Appennino ci si conosce un po’ tutti e, di certo, tutti conosconoil signor Otello Righi. Che, adesso, è ricoverato all’ospedale Maggiore di Bologna, sotto osservazione e pergliaccertamentichegli sono dovuti, dato che l’aggressione che ha subito qualche giorno fa, proprio una bazzecola, non è.
È stato picchiato, Otello, da un cittadino nordafricano, peraltro conosciuto in paese, che abita in una casa della sua compagna. In affitto. Solo che lo straniero «diciamo non è proprio regolare nei pagamenti», racconta il figlio Fabio sulle pagine locali del Resto del Carlino. Qualche sera fa Otello bussa alla porta del suo appartamento.
In mano ha appena un foglio, ovviamente non pensa possa servigli altro: sopra c’è scritto un numero, è il codice iban sul quale vorrebbe che venisse accreditato il saldo del canone che, tutto sommato, è un diritto della sua compagna. I contratti di locazione funzionano così, valgono per gli italiani, valgono per gli extracomunitari. Invece si trova davanti un ragazzo esagitato che reagisce come una furia. Prima gli strappa via il foglio, lo accartoccia e lo getta per terra. Poi, mentre Otello si china per raccoglierlo, allunga la mano verso un oggetto a caso che si trova alla sua portata e colpisce l’anziano sul viso. Con una ferocia esagerata, gli procura un trauma facciale. Assieme a lui, cioè assieme a Otello, c’è anche la compagna che prova a fermare l’inquilino violento e rimedia «alcune costole incrinate». I due, appena messo il piede fuori dall’uscio, fanno l’unica cosa che resta loro da fare: prendono il telefonino e chiamano i carabinieri.
Fine della storia e inizio delle polemiche: ché il nordafricano si beccherà una denuncia per lesioni personali (ed è il minimo, primo perché è la legge e secondo perché a prendersela con chi è ha una certa età è un atto vile due volte) e sui social la vicenda inizia a far discutere. Sulla pagina Facebook “Arca Appennino Bolognese” viene pubblicata persino una fotografia di Otello, con l’occhio pesto e il camice del nosocomio. A renderla pubblica è ancora la famiglia dell’ottantenne che precisa: «Questa aggressione è avvenuta in un contesto che è sempre stato sinonimo di rispetto, ospitalità e civiltà: il nostro paese».
E allora viene fuori che «nonostante la gravità dell’episodio, non si è potuto fare nulla per impedire che questa persona (il ragazzo straniero, ndr) continuasse la sua serata come se nulla fosse, andando tranquillamente a cenare in un ristorante»; oppure che «non è la prima volta che questo individuo si rende protagonista di comportamenti aggressivi: due anni fa ha aggredito una donna con una bambina suscitando rabbia e sdegno in tutto il paese»; o ancora che «poco tempo fa sembrerebbe abbia addirittura minacciato una persona con un coltello».
Insomma, il signor Otello è solo (purtoppo) l’ultimo della lista. «Lagaro è un paese di persone buone, rispettose e ospitali», epperò casi del genere «devono essere affrontati con serietà e determinazione». Parole a cui seguono 339 reazioni, 155 condivisioni e 157 commenti: numeri che per un post relativo a un borgo così piccino sono una marea. «Se sei in un paese che non è il tuo e non stai alle regole l’espulsone sarebbe l’unica soluzione», sbotta un utente.
«Sono cose che in un paese civile non dovrebbero succedere. Il vaso è pieno e sta per traboccare», aggiunge un altro. «La regione inclusiva accoglie i suoi frutti», chiosa un terzo che aggiunge: «Spero si capisca che la politica degli ultimi settant’anni ha sbagliato tutto». Gli interventi sono (quasi) un coro univoco di solidarietà verso i Righi e di sfogo verso una situazione che travalica i confini di Lagaro: «Purtroppo le forze dell’ordine potrebbero fare il massimo per tutelare il territorio se avessero gli strumenti adeguati», scrive qualcuno.
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