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Mohammad Abedini, l’ingegnere iraniano arrestato in Italia a dicembre su richiesta degli Stati Uniti, è stato scarcerato nella mattinata e nel tardo pomeriggio è atterrato a Teheran. “Grazie al monitoraggio del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran e ai negoziati tra i servizi di intelligence della Repubblica Islamica dell’Iran e i servizi di intelligence italiani, il problema è stato risolto e ha portato al suo rilascio e al suo ritorno”, ha annunciato Mizan Online, l’ufficio stampa della magistratura iraniana.
Le tappe del suo rilascio prima del ritorno in Iran
Abedini ha lasciato il carcere di Opera alle 9 circa. Poco dopo l’arrivo della richiesta di revoca della misura cautelare firmata dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, si è riunito d’urgenza un collegio della quinta Corte d’Appello che ha rimesso in liberà l’ingegnere 38enne.
“La decisione presa dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ci ha felicemente sorpresi. Ora il mio cliente è persona libera e potrà riprendere a sorridere e sperare. Mi ha sempre ripetuto che lui credeva e aveva fiducia nella giustizia”. Così l’avvocato Alfredo De Francesco, difensore dell’ingegnere iraniano.
“Da giurista e da avvocato, ha spiegato De Francesco, sono molto contento delle motivazioni addotte a sostegno della richiesta di revoca della custodia cautelare, poiché si sposano con quanto sostenuto sin dall’inizio in merito all’assenza dei presupposti per l’estradizione”. Ma soprattutto, ha aggiunto, “per l’attenzione data al valore fondamentale della libertà personale alla luce dei principi costituzionali”.
La richiesta del ministro della Giustizia Nordio
“Il ministro Nordio ha depositato alla Corte di Appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti per il cittadino iraniano Abedininajafabadi Mohammad”, è scritto nella nota ufficiale del ministero della Giustizia che ha sbloccato la situazione.
“In forza dell’art. 2 del trattato di estradizione tra il Governo degli Stati Uniti d’America e il Governo della Repubblica italiana possono dar luogo all’estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti, condizione che, allo stato degli atti, non può ritenersi sussistente – si legge nella richiesta – La prima condotta ascritta al cittadino iraniano di ‘associazione a delinquere per violare l’Ieepa’ non trova corrispondenza nelle fattispecie previste e punite dall’ordinamento penale italiano”.
E ancora: “Quanto alla seconda e terza condotta, rispettivamente di ‘associazione a delinquere per fornire supporto materiale ad una organizzazione terroristica con conseguente morte’ e di ‘fornitura e tentativo di fornitura di sostegno materiale ad una organizzazione terroristica straniera con conseguente morte’, nessun elemento risulta ad oggi addotto a fondamento delle accuse rivolte emergendo con certezza unicamente lo svolgimento, attraverso società a lui riconducibili, di attività di produzione e commercio con il proprio Paese di strumenti tecnologici avente potenziali, ma non esclusive, applicazioni militari”.
Le accuse degli Usa
Il 38enne esperto di droni, arrestato tre giorni prima della giornalista Cecelia Sala, è accusato di terrorismo dagli Usa per aver passato informazioni sensibili ai Pasdaran, servite per un agguato in cui sono rimasti uccisi tre soldati americani in Giordania a gennaio scorso.
Nevi replica a Bonelli sul caso Abedini
La sua scarcerazione ha innescato uno scontro politico tra alcuni esponenti del centrodestra e dei rappresentanti del centrosinistra.
“Caso Abedini? Nordio ha specificato bene tutto nella nota. Il nostro ordinamento non prevedeva quella fattispecie. Ci atteniamo all’istruttoria tecnico-giuridica fatta dal ministro Nordio e prendiamo atto di questa decisione, che condividiamo”, ha detto il portavoce nazionale di Forza Italia, Raffaele Nevi, commentando la richiesta di revoca degli arresti per il cittadino iraniano depositata dal ministro della Giustizia Carlo Nordio alla Corte d’Appello di Milano.
Le accuse di scambio Strada-Abedini
Nevi ha replicato a chi, come Angelo Bonelli di Avs, ha parlato apertamente di “scambio” con la giornalista italiana Cecilia Sala, liberata l’8 gennaio dopo una detenzione di 21 giorni in Iran. “Non è così – ha chiarito il portavoce azzurro – Si è sempre saputo che l’eventuale estradizione di Abedini era una cosa che andava oltre le possibilità del nostro ordinamento. È chiaro che la vicenda Abedini e quella di Sala si sono intrecciate perché avvenute nello stesso frangente, ma le due cose sono separate. Bisogna rispettare la legge, anche quando questo non fa piacere a qualcuno”.
Brando Benifei (Pd) si smarca dagli oltranzisti
L’uscita di Bonelli sembra non essere piaciuta anche a parte del Pd, stando alle parole pronunciate da Brando Benifei, eurodeputato del Pd e presidente della delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con gli Stati Uniti: “Credo che in un momento in cui c’è una persona italiana nelle mani di un regime che ne mette a rischio la libertà, considerando il lavoro cruciale che è quello giornalistico e mi riferisco ovviamente al caso di Cecilia Sala, ogni mezzo utile per la liberazione di un o una nostro/a connazionale sia valido”.
“È giusto quindi portare avanti qualsiasi misura per la liberazione dell’ostaggio. È evidente che a questo punto bisogna capire bene ogni aspetto della vicenda e chiediamo quindi al governo di riferire al più presto in Parlamento”, ha concluso Benifei.
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