Piazza Garibaldi, fase finale per gli scavi archeologici e il futuro progetto del sito

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Un nuovo stop imprevisto di qualche giorno per il maltempo, ma ormai ci siamo davvero per la regolare ripresa degli scavi archeologici nel sito di piazza Garibaldi. La pioggia di ieri ha imposto un’ulteriore pausa all’attività del cantiere (appena iniziata la scorsa settimana), che sotto l’acqua caduta per tutta la giornata di domenica si era trasformato in un pantano impraticabile: questa mattina i mezzi di ripulitura dell’area sono entrati prontamente in azione per risistemare il sito e mettere il team di archeologi della soprintendenza in condizione di riprendere il lavoro. Clima permettendo, entro la metà della settimana si potrà tornare all’opera per concludere l’intervento di valorizzazione e fruizione dei resti archeologici ritrovati nel sottosuolo della centrale piazza cittadina e poi mettere in sicurezza gli scavi, come previsto dal progetto realizzato dal Comune con i fondi del Decreto Reggio e poi spostato nella linea di finanziamento degli ex Patti per il Sud.

La campagna archeologica vera e propria è affidata alla Soprintendenza Abap di Reggio-Vibo e ha mantenuto un ruolo di indirizzo il direttore del museo archeologico, Fabrizio Sudano, che all’epoca dell’approvazione del progetto e poi l’avvio del cantiere era soprintendente. Lo stesso Sudano, in occasione del taglio del nastro della restaurata piazza De Nava, ha fatto un riferimento a piazza Garibaldi anticipando importanti novità per questo sito. Potrebbe ora essere prematuro sapere in che modo gli antichi ritrovamenti svelati nell’area saranno organizzati per creare un punto di interesse storico-culturale, ma è certo che anche qui verrà previsto un progetto di riqualificazione altrettanto significativo. La visione è di rete e comunicazione tra i luoghi della storia cittadina: da una parte piazza De Nava collegata al museo archeologico e in una dichiarata continuità con palazzo Piacentini; dall’altra i grandi siti archeologici del centro, con piazza Garibaldi deputata a una fruibilità simile a quella di piazza Italia con gli ipogei.

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Intanto il cantiere è in funzione e questo era uno step attesissimo dopo mesi di immobilità dovuta a problemi burocratici con la ditta aggiudicataria, che ha deciso di subappaltare il lavoro – cambiamento che ha richiesto l’approvazione di una variante e una nuova consegna. Un vero peccato perché sin dalle prime risultanze degli scavi il fascino dell’antica costruzione di epoca romana riscoperta ha attratto visitatori, facendo subito intuire il potenziale di un futuro sito all’aria aperta. A confermarlo è stata la partecipazione agli eventi di apertura straordinaria organizzati dalla soprintendenza e i complimenti ricevuti dal direttore generale dei musei italiani, Maurizio Osanna, durante un sopralluogo. La chiusura forzata è stata ancor più un’occasione perduta pensando al periodo natalizio e alla numerosa presenza dei turisti che avrebbero potuto inserire piazza Garibaldi nell’itinerario di visita della città.

Adesso però bisogna guardare al futuro. Se si riuscirà a procedere speditamente senza altre interruzioni, gli scavi saranno completati in un mese. La fase successiva sarà il restauro dei reperti rinvenuti. Si prevederà poi una provvisoria sistemazione parziale della piazza che insieme alla messa in sicurezza definitiva del sito a fine cantiere permetterà di inserirla in un circuito di fruizione culturale. Ma l’obiettivo più volte dichiarato dall’amministrazione comunale è quello di reperire i fondi necessari per un risanamento completo del sito, proprio come è accaduto – ovviamente in un un contesto storico, urbanistico e progettuale del tutto diverso – con piazza De Nava.

Questo percorso ha richiesto già nel corso dell’attuale tranche di lavori un aggiornamento con la programmazione di altri lavori: l’importo complessivo del cantiere archeologico è arrivato a un milione e 400.000 euro ma il Comune, che punta a un ruolo centrale di questi scavi tra i punti di interesse della città, è intenzionato a reperire altre risorse. Nel corso del 2025, piazza Garibaldi acquisirà certamente un posto di primo piano nel sistema storico-museale reggino, riservando anche qualche sorpresa sull’origine del tempio dell’antica Rhegion che lo scavo ha riportato alla luce. 

  



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