“Rafforza l’indipendenza del potere giudiziario e aumenta le garanzie per i cittadini”

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Paulo Sérgio Pinto de Albuquerque è professore ordinario di Diritto Penale e Diritti Umani all’Università Cattolica di Lisbona. Già avvocato e giudice portoghese, è stato esperto del Gruppo di Stati contro la Corruzione (GRECO) nel biennio 2009-2010 e, dal 2011 al 2020, giudice della Corte Europea dei Diritti Umani, eletto a maggioranza assoluta al primo turno. La sua vasta produzione scientifica, unita alla ricca esperienza come giudice europeo, lo rendono uno dei giuristi più rispettati nel panorama internazionale, avendo collaborato intensamente con più di dieci università italiane nel corso di 20 anni. Ha ricevuto un dottorato honoris causa dall’Università di Edge Hill nel Regno Unito, per il suo “eccezionale contributo” alla promozione della giustizia sociale e dei diritti fondamentali. Ha anche ricevuto la Medaglia d’onore dall’Ordine degli Avvocati portoghese, per la sua carriera nella difesa dei diritti fondamentali.

Professore, il governo italiano ha presentato al Parlamento un progetto di legge costituzionale per la riforma dell’ordinamento giudiziario, ispirato al modello portoghese, con l’obiettivo di introdurre, per la prima volta nella storia del Paese, la separazione delle carriere. L’obiettivo è dare attuazione al sistema accusatorio e al “giusto processo”, allineandosi alle democrazie occidentali più avanzate. Qual è la sua opinione su questa riforma?
È una riforma eccellente. Sono un sostenitore della separazione delle carriere, perché essa contribuisce in modo significativo alla piena realizzazione del principio accusatorio, della presunzione di innocenza e del giusto processo. Inoltre, la separazione delle carriere contribuisce anche alla valorizzazione della magistratura del Pubblico Ministero. In Portogallo, prima della separazione delle carriere, la carriera del Pubblico Ministero era una carriera preparatoria per la carriera giudiziaria. Questo comportava, tra l’altro, due conseguenze molto negative. Prima di tutto, la carriera del Pubblico Ministero veniva considerata una carriera di minor valore, il che diminuiva la rilevanza istituzionale e il prestigio sociale della carriera del Pubblico Ministero. In secondo luogo, la carriera preparatoria del magistrato del Ministero Pubblico creava tra i giudici un pregiudizio endemico favorevole all’accusa, il che danneggiava gravemente il principio accusatorio, la presunzione di innocenza e il giusto processo. Queste conseguenze negative sono state definitivamente eliminate dalla separazione delle carriere.

Riguardo la separazione delle carriere, si è innescato un confronto diretto tra la politica e la magistratura. L’Associazione Nazionale dei Magistrati ritiene che la riforma, modificando profondamente l’attuale quadro costituzionale e l’equilibrio tra i poteri dello Stato, toglierebbe indipendenza al potere giudiziario, riducendo le garanzie e i diritti di libertà dei cittadini. Condivide queste preoccupazioni?
No. La separazione delle carriere rafforza l’indipendenza del potere giudiziario e aumenta le garanzie per i cittadini, come ho già spiegato nella risposta precedente. Questa è l’esperienza vissuta quotidianamente nei tribunali portoghesi.

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A difesa delle carriere unificate, si argomenta che il Pubblico Ministero sarebbe allontanato dalla “cultura della giurisdizione” e subordinato a una logica securitaria, con il rischio di sottomissione al potere esecutivo. Queste obiezioni sono fondate? Il modello giuridico portoghese ha affrontato rischi simili?
No. In Portogallo la separazione delle carriere non ha contribuito a una logica securitaria del Pubblico Ministero e tanto meno al suo allontanamento dalla “cultura della giurisdizione”, perché il Pubblico Ministero, nel quadro costituzionale portoghese, è una magistratura indipendente dal governo. La competenza di rappresentanza dello Stato, in particolare nei tribunali civili e nei tribunali amministrativi e fiscali, è strettamente legata alla difesa della legalità democratica, che è anche attribuita dalla legge al Pubblico Ministero. Perché, anche in questi casi, il Pubblico Ministero agisce in modo imparziale e indipendente, non comandato da alcun organo specifico dell’apparato statale. Secondo la Costituzione portoghese, il Pubblico Ministero gode di autonomia rispetto agli altri organi del potere centrale, regionale e locale. L’autonomia del Pubblico Ministero si caratterizza per il suo vincolo a criteri di legalità e obiettività e per la soggezione esclusiva dei magistrati del Pubblico Ministero alle direttive, ordini e istruzioni previsti nel loro statuto, nell’ambito della loro gerarchia interna. È importante sottolineare che, nel processo penale, il Pubblico Ministero deve esercitare l’azione penale orientato dal principio di legalità, indagando il caso sia a carico che a discarico.

Per avversare il disegno di legge, la magistratura associata italiana ha annunciato una imponente “mobilitazione culturale e sociale” mediante l’attivazione di diverse iniziative di protesta: scioperi, manifestazioni nazionali, strategie comunicative mediante il supporto di esperti del settore, coinvolgimento delle istituzioni europee (“anche per attivare eventuali procedure di infrazione”), coinvolgimento di istituzioni locali, scuole, università, società civile. Qual è il confine tra il dissenso politico e lo scontro di potere, con connessa esondazione rispetto alle prerogative di ciascuno?
In Italia, come in qualsiasi Stato subordinato alla Convenzione europea dei Diritti Umani, i magistrati hanno libertà di espressione. Come ho sostenuto nelle mie opinioni dissenzienti nel caso DI GIOVANNI v. ITALY e nel caso BAKA v. HUNGARY, la difesa della libertà di espressione dei magistrati è ancora più importante quando si tratta di opinioni sul miglior modo di organizzare le magistrature e i tribunali.

In Portogallo sono passati quasi 50 anni dalla riforma che ha istituito la separazione organica tra la carriera dei giudici e quella del Pubblico Ministero. Dopo quasi mezzo secolo, come valuta il funzionamento di questa riforma? I magistrati del Pubblico Ministero in Portogallo si sentono sottoposti al controllo del potere esecutivo? Esprimono pubblicamente questo disagio?
No. I magistrati del Pubblico Ministero in Portogallo non si sentono sottoposti al controllo del potere esecutivo, né esprimono pubblicamente alcun disagio a questo proposito. La separazione delle carriere è stata una conquista fondamentale della democrazia portoghese, che ha avuto pieno successo nella pratica. Su questo sono d’accordo i giudici, i magistrati del Pubblico Ministero, gli avvocati e, in generale, la società civile.

Alberto de Sanctis – Orlando Sapia (avvocati penalisti)

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