I metodi di pagamento tramite carte di credito e tecnologia Rfid e QR code possono essere strumenti efficaci per favorire la diffusione di soluzioni pratiche e vincenti per il riuso dei contenitori e degli imballaggi. Si è parlato di questo nella conferenza, organizzata dalla provincia di Ferrara e da Anci Emilia Romagna, dove sono state presentate le iniziative sul tema della regione e due best practices, una startup danese e una italiana.
Entrambe sono accomunate dal fatto di usare le moderne tecnologie per incoraggiare il riutilizzo. La prima, CleanUp, punta su un sistema senza cauzione, basato sull’accostamento dei contenitori a carte di pagamento tramite la tecnologia di tracciamento Rfid: chi non restituisce paga. Mentre la seconda, Aroundrs, è una stuartup italiana che lavora a fianco di aziende della ristorazione e offre contenitori riutilizzabili tracciati con tag Rfid e QR code attraverso una piattaforma digitale.
La parola d’ordine in entrambi i casi è: semplificare. “Il vero problema del monouso è che è troppo comodo: prendi, usi, butti. Noi con CleanUp vogliamo ribaltare questo paradigma, rendendo il riutilizzo altrettanto semplice attraverso sistemi digitali che eliminano depositi e app complesse”, ha spiegato Simone Favorito, fondatore della startup danese CleanUp, cogliendo un aspetto cruciale del problema: il timore dei cittadini di un’eccessiva farraginosità nei sistemi di riutilizzo.
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Se non restituisci paghi: un incentivo “ribaltato”
Come riuscire ad ampliare la platea di persone disposte ad abbandonare il monouso in nome del riutilizzo di contenitori e imballaggi? Semplice, secondo CleanUp: con degli incentivi. E se non restituisci i vuoti, allora paghi. Alla base dell’innovazione della stuartup danese c’è un dispositivo Rfid posizionato sotto il bancone nei luoghi dove si servono cibi e bevande, dai ristoranti fino ai grandi eventi, associato a ogni bicchiere: il Magic Counter. A sua volta, ogni bicchiere, al momento dell’acquisto, è accostato a una carta di credito o bancomat, senza necessità di pagare in anticipo il deposito o utilizzare app che scoraggiano i consumatori.
Grazie alla tecnologia Rfid, il Magic Counter riesce a tracciare gli spostamenti del bicchiere: e se questo non viene restituito, come spesso succede, a volte semplicemente per pigrizia, allora il consumatore incorrerà in una penale: “Il sistema è invisibile per il consumatore, che paga solo se non restituisce il contenitore”, ha chiarito Favorito. CleanUp ha già testato il proprio sistema in ambienti al chiuso o con cortile, in modo da avere un controllo maggiore sui dati e perfezionare il sistema, ma l’obiettivo è renderlo funzionante ed efficace in grandi eventi come i concerti, nelle discoteche, negli stadi e negli aeroporti, dove si muovo centinaia o migliaia di persone contemporaneamente.
“Cambiare i comportamenti è complicato: abbiamo provato mille soluzioni, ma abbiamo capito che la chiave è non chiedere troppo ai consumatori. Ecco perché puntiamo su tecnologie intuitive, che sfruttano abitudini già esistenti, come il tap con la carta”, ha aggiunto. Tuttavia, se si vuole davvero adottare soluzioni poco “invasive” nelle abitudini dei consumatori, bisogna migliorare le infrastrutture di restituzione.
Le innovazioni tecnologiche da sole, senza la collaborazione tra diversi attori per superare le barriere logistiche e culturali, non sono sufficienti e Favorito ne è pienamente consapevole. “Non possiamo vincere la battaglia contro il monouso da soli: CleanUp si concentra sullo sviluppo tecnologico e collabora con partner per lavaggio, logistica e produzione. È un sistema che richiede il contributo di tutti”, ha concluso il fondatore della startup.
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Tracciamento in tempo reale e QR code
Simile nell’idea di tracciare i contenitori, ma più focalizzata sugli aspetti gestionali per i ristoranti e le mense, è il servizio offerto dalla startup italiana Aroundrs, fondata da Giulia Zanatta. Il modello di business di Aroundrs si articola in un’app per gli utenti e una piattaforma per i clienti b2b, che possono appartenere alla ristorazione oppure a mense aziendali, scolastiche e degli ospedali. Nel primo caso il bacino sono i clienti finali, nel secondo i dipendenti, visto che i contenitori sono gestiti internamente. In ogni caso, alla base c’è sempre il tracciamento in tempo reale dei contenitori con i tag Rfid. A cui si aggiungono QR code integrati e univoci associati ai contenitori.
Poiché si tratta di una startup “gestionale”, particolare attenzione è dedicata al monitoraggio dei risultati e al calcolo dei benefici. “Il nostro obiettivo è offrire una piattaforma digitale che permetta a ristoratori e aziende di integrare il riutilizzo nei loro flussi, monitorando dati come risparmio di CO₂ e riduzione dei rifiuti. La tecnologia diventa così uno strumento di sostenibilità misurabile, utile nella redazione dei bilanci di sostenibilità”, ha spiegato Giulia Zanatta. Il riutilizzo, infatti, è una scelta vincente a livello ambientale dopo duecento riutilizzi: sebbene servono contenitori con materiali più resistenti e durevoli, adottare questo sistema porta all’azienda un risparmio di CO₂ fino al 90% rispetto ai contenitori tradizionali.
Le imprese ragionano in termini economici e dunque è lì che bisogna dare risposte. “Per le aziende, il riutilizzo non è solo una scelta sostenibile, ma un’opportunità per ridurre i costi e fidelizzare i clienti. Con il nostro sistema, i contenitori tornano all’azienda e vengono gestiti internamente con un notevole risparmio nei costi”, ha chiarito Zanatta. E poi, oltre alla fattibilità economica, alle aziende interessa la praticità: per questo Aroundrs fin da subito ha avviato collaborazioni strategiche con Comuni e supermercati e in Emilia Romagna ha supportato la creazione di stoviglioteche comunali e sistemi di riuso nei banchi gastronomia per diffondere il riutilizzo e accrescere il know-how.
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Il riuso a livello istituzionale: tra iniziative e confusione normativa
E sempre dall’Emilia Romagna la spinta verso il riutilizzo viene da iniziative come il Manifesto moNouso (leggi qui il pezzo) e i bandi Atersir per finanziare progetti innovativi. A fare il punto è stato Paolo Azzurro, responsabile dell’area rifiuti ed economia circolare di Anci Emilia Romagna. Secondo Azzurro, la priorità assoluta è creare una rete regionale di impianti e soluzioni che facilitino la logistica e il trattamento dei contenitori riutilizzabili.
“Partire dagli eventi come laboratori pilota è fondamentale per sviluppare i modelli riutilizzabili: lì possiamo testare sistemi di lavaggio e logistica in contesti chiusi, creando buone pratiche replicabili su scala regionale e oltre”, ha fatto notare. Ma la sfida resta l’assenza di impianti di lavaggio adeguati per contenitori riutilizzabili. “Senza impianti di lavaggio dedicati ai contenitori in plastica rigida, non possiamo diffondere il riutilizzo su larga scala. Questi impianti richiedono specifiche tecnologie di asciugatura e controllo, e servono partnership per costruirli”, ha sottolineato Azzurro.
Nel caso dell’Italia, tuttavia, la diffusione dei sistemi di riutilizzo si scontra anche alcuni aspetti legislativi. Le normative quadro sono la direttiva SUP (Single-Use Plastics) e il regolamento UE sugli imballaggi. “La direttiva SUP non si limita a vietare le plastiche monouso, ma punta a ridurre il fenomeno del littering attraverso approcci circolari, come appunto, il riutilizzo”, è stata la premessa di Azzurro. Tuttavia, nel momento del recepimento della direttiva europea in Italia si è assistito a una frammentazione normativa che ha rappresentato un ulteriore ostacolo per la standardizzazione dei modelli di riutilizzo.
“In Italia manca una visione uniforme: le deroghe nazionali sulla plastica compostabile generano confusione e rendono difficile il dialogo e l’integrazione con le leggi europee. È essenziale superare questa discrepanza per offrire un quadro chiaro agli operatori del settore”, ha concluso. A causa di queste deroghe significative, che ad esempio consentono l’uso di plastiche compostabili o con percentuali di plastica inferiori al 10%, l’Italia è attualmente sotto procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea.
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