Eventi – In collaborazione con
Intesa Sanpaolo
Il consigliere delegato e ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina e il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini hanno firmato il nuovo accordo per la crescita sostenibile delle imprese italiane. Il nuovo percorso congiunto ‘Investimenti, innovazione, credito’ metterà a disposizione delle imprese italiane 200 miliardi di euro per promuovere la crescita del sistema produttivo.
“Metteremo a disposizione delle imprese 200 miliardi di euro, quasi un Pnrr di Intesa Sanpaolo per l’Italia e questo, secondo me, consentirà di poter accelerare ulteriormente la crescita”. Lo ha detto il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. “E’ indispensabile – ha aggiunto – che ci sia una leadership in Europa che io oggi vedo pochissimo. Oggi chi appare con un governo stabile per definizione è l’Italia: c’è la possibilità per il nostro Paese di assumere una leadership anche europea”.
“Non solo – ha precisato – per via della possibilità di essere un ponte con gli Stati Uniti, ma anche per fare cose concrete in Europa”. “Penso che” in Europa “dovrebbero pensare un po’ di meno e fare un po’ più di cose. L’Europa mette vincoli, fa regolamentazioni e alla fine si scarica a terra pochissimo”, ha sottolineato aggiungendo che “la prima priorità dovrebbe essere quella di iniziare a fare cose che si realizzano e anche rapidamente. Qui facciamo piani a 10 anni e poi ci troviamo con le aziende statunitensi che accelerano ulteriormente e aziende cinesi che assumono la leadership nelle materie prime”. “Credo che per tutto il settore finanziario l’amministrazione Trump potrà essere un’amministrazione che garantirà una maggiore deregulation e questo rafforzerà ulteriormente il vantaggio competitivo degli operatori degli Stati Uniti”.
“Abbiamo bisogno di fare correre il nostro Paese, abbiamo bisogno che le politiche industriali vengano messe al centro e anche per questo, lo diremo con forza, servirà un piano triennale di politica industriale. Non possiamo pensare di correre dietro a ogni legge di Bilancio” ha detto Orsini, a margine del rinnovo dell’accordo tra Confindustria e Intesa Sanpaolo. “Serve pianificare effettivamente – ha proseguito – quali sono le necessità, per fare in modo che le nostre imprese possano crescere”.
“Sento tanto parlare di consolidamento bancario, ma l’Italia è Intesa Sanpaolo. Non c’è altro operatore se vuoi fare la differenza, far accelerare. Più farai M&A più sarai preso nei casini dell’integrazione”, ribadisce Messina.
Secondo Orsini “serve che noi aiutiamo questo governo a fare il bene di questo Paese, ma serve una politica industriale che non sia alla rincorsa dell’ultima legge di Bilancio. Serve una politica industriale che abbia una visione industriale che possa essere riportata anche in Europa”. Per Orsini “Cina e Stati Uniti stanno giocando la loro partita mentre l’Europa sta facendo solo l’ arbitro. In Italia abbiamo bisogno di avere politica industriale che metta al centro 4-5 cose fondamentali per la crescita dell’industria”. “I punti salienti” su cui costruire una politica industriale nazionale “sono ovviamente il costo dell’energia, che è un tema fondamentale da affrontare. Non possiamo più aspettare – ha aggiunto – . Va benissimo che si vada verso i micro reattori delle centrali nucleari di nuova generazione, però ci serve comunque da subito fare in modo che l’energia possa costare meno al nostro Paese. Come disaccoppiare il costo dell’energia dal gas? Fare contratti a lungo termine per l’energia”, ha continuato Orsini. “Sul tema della produttività – ha proseguito – per noi è fondamentale che al centro ci sia ovviamente l’industria. Penso anche al tema della logistica”.
“Serve un’Europa che sia compatta, un’Europa che metta al centro di nuovo l’industria, perché per noi è fondamentale che l’industria sia di nuovo al centro” ha spiegato ancora Orsini. “Abbiamo ancora 40 giorni – ha proseguito – per capire effettivamente che il green deal sia modificato, mettendo al centro l’industria. Non dimentichiamo che l’industria italiana e europea sono già le migliori al mondo per l’attenzione all’ambiente, però non possiamo perdere di competitività verso gli altri continenti che comunque questa attenzione non la stanno mantenendo”.
Secondo Orsini, uno dei temi che più preoccupa per il 2025 “è quello dell’automotive: sappiamo che comunque l’automotive sta vivendo un momento di difficoltà” e “sappiamo benissimo che comunque anche il nostro nostro mercato alcuni pezzi del nostro Paese vendono molto prodotto verso la Germania”, che “speriamo che dopo le elezioni politiche abbia una sua stabilità”. Come Confindustria “stiamo lavorando insieme agli altri Paesi europei per avere una visione comune anche in Europa”.
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