Era un banchiere-professore perché abbinava la sua attività di docente universitario agli incarichi nelle istituzioni creditizie e di consulente per aziende ed enti pubblici, privati, facendo parte, inoltre, di numerose Commissioni ministeriali e interministeriali. Pellegrino Capaldo, 85 anni, nato ad Atripalda (Avellino), si è spento a Roma martedì 14 gennaio.
E’ stato uno dei figli dell’Irpinia che hanno ricoperto ruoli di rilievo a livello nazionale, al pari di economisti, banchieri, grand commis di Stato come Antonio Maccanico, Gabriele Pescatore, Adolfo Tino. Capaldo che ha insegnato Ragioneria dal 1970 alla Sapienza dopo essersi laureato a 21 anni, nella sua carriera ha dato il suo contributo professionale in materia di programmazione e finanza aziendale, bilanci dello Stato e d’impresa e risanamento di imprese in crisi.
Pellegrino Capaldo, chi era
Era definito «un cervello di buona analisi politica, eccellente nelle relazioni, qualità che gli hanno assicurano stabilità nel palazzo». Fu scelto dalla Segreteria di Stato del Vaticano come uno dei tre probiviri per fare luce sul caso Banco Ambrosiano-Ior. Dal 1987 presidente della Cassa di Risparmio di Roma, portò a termine l’acquisizione dall’Iri del pacchetto di controllo del Banco di Santo Spirito e, successivamente, del Banco di Roma. Nel 1992 diventò presidente dell’istituto di credito nato dalla fusione, la Banca di Roma guidata da Cesare Geronzi. Il binomio Capaldo-Geronzi, ben affiatato e assortito, per una parte degli anni Novanta è stato uno degli architravi prediletti dal sistema politico-economico e finanziario. Nel 1991 Capaldo è stato nominato Cavaliere del Lavoro dall’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga.
A fine 1995 Capaldo lasciò le sue cariche per ritornare alla precedente attività universitaria e professionale. Esponente della Democrazia Cristiana, fu tra i sostenitori nel 1998 la nascita dell’Unione Democratica per la Repubblica (Udr) creata da Cossiga. Era legato alla sua terra di origini, e lo dimostra il fatto che i funerali si terranno giovedì 15 nel suo paese natio in provincia di Avellino, alle ore 16 nella chiesa di Sant’Ippolisto.
Il cordoglio
La comunità locale che ha proclamato il lutto cittadino, ha espresso vicinanza alla famiglia: «Il sindaco Paolo Spagnuolo, l’amministrazione comunale, la comunità atripaldese tutta, esprimono il più profondo cordoglio alla famiglia Capaldo per la scomparsa del caro congiunto prof. Pellegrino Capaldo», si legge in un post sul profilo Fb del Comune. Anche la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni ha espresso «a nome suo personale e di tutta la comunità universitaria, profondo cordoglio» ricordando che, con l’operazione che fece nascere Banca di Roma «ha inoltre promosso la Fondazione italiana per il volontariato».
Con la Fondazione Nuovo Millennio Capaldo creò la Scuola Politica “Vivere nella Comunità” per «offrire una opportunità di formazione, politica e culturale, a giovani di talento, puntando su competenza e meritocrazia, mettendoli in contatto con le migliori figure del Paese».
Una scuola «apartitica, per accrescere la preparazione delle future giovani generazioni non solo nella sfera delle competenze politiche, ma anche in quelle manageriali, economico-finanziarie, civiche e sociali». Faceva parte del Comitato scientifico della Fondazione Abi rappresentativo del mondo economico non bancario.
Il profilo
Suo fratello Gerardo Capaldo, è stato sindaco di Atripaldi e alla sua famiglia fanno capo un importante gruppo del settore logistica e commercio (Progress), oltre che nel settore della vitivinicoltura, Feudi di San Gregorio, a capo del quale è il figlio di Pellegrino Capaldo, Antonio. Tantissimi gli studenti formatisi con le sue lezioni, tra questi Mario Draghi e Carlo Messina.
Ricca la produzione di libri, l’ultimo nel 2016 “Pensieri sull’Italia. In precedenza ha scritto: L’importanza della politica”, “Reddito di capitale e bilancio di esercizio”, “Capitale Proprio E Capitale Di Credito Nel Finanziamento D’Impresa”, “Azienda Centro Di Produzione”, “Reddito E Capitale Nell’Economia Dell’Impresa”, “Non profit. Tra solidarietà e impresa”, “Il bilancio dello Stato nel sistema della programmazione economica”, “La programmazione aziendale”, “La programmazione aziendale”, “Economia aziendale oggi”.
Sul piano culturale, Capaldo si è mosso fra solidarietà e impresa, riferendosi a quelle «forme di produzione non volte al profitto. È un’espressione di comodo, perché le motivazioni dell’azione umana, anche a escludere il profitto, sono comunque varie e sfuggono a una rigorosa tassonomia. Resta il fatto che la nozione di profitto e quella connessa di impresa (cui è dedicata la prima parte del libro) sono la premessa per comprendere il non profit», sono alcuni passaggi di uno dei suoi libri.
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