Premio Sant’Ilario 2025 – Il discorso del Sindaco e i premiati

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“Saluto le Autorità civili, militari e religiose presenti, voglio dare il benvenuto, in modo particolare, ai neoeletti Consiglieri regionali del nostro territorio, all’Assessore alla Sanità della Regione Emilia-Romagna Massimo Fabi, al nuovo Presidente della Provincia Alessandro Fadda, che è al suo primo Sant’Ilario e al nuovo Consiglio provinciale di Parma.

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Avvicinandomi a questa 39^ edizione del Premio Sant’Ilario, l’ottava per me come amministratore di questo Comune e la terza come Sindaco, non potevo non pensare alla perfetta coincidenza con la metà di questo mandato amministrativo. Due anni e mezzo di lavoro, di grande impegno della mia squadra, delle strutture comunali, del Consiglio comunale per rispondere ogni giorno alle esigenze della città, per fissare e discutere gli obiettivi più strategici e di lungo periodo di cui Parma ha bisogno, per portare la nostra città a contare di più sullo scacchiere nazionale e internazionale, perché sia ascoltata con sempre maggior interesse e attenzione a Bologna, a Roma o a Bruxelles. Ho pensato ai diversi dossier delicati (a quelli già risolti, a quelli che chiuderemo in questa seconda parte di mandato), alle moltissime politiche messe in campo nei settori più critici e bisognosi (che abbiamo scelto di presidiare da subito, in via prioritaria), alle tante assunzioni (che magari si vedono meno di altri tipi di interventi, ma hanno una importanza capitale), ai risultati conseguiti in Europa (la certificazione della missione Parma 2030, la Capitale Europea dei Giovani), alle molte fatiche e alle tante soddisfazioni del quotidiano. Ho pensato a quanta gente ho incontrato in questi due anni in Italia e all’estero, a quante persone ogni giorno mi fermano in città, qualcuno per dare coraggio, qualcuno per ringraziare, qualcuno per recriminare e arrabbiarsi, molti per chiedere aiuto. Ora che siamo a metà del guado lo posso dire con ancora più certezza: fare il sindaco è la più verticale delle esperienze, ti porta dall’alto al basso nel giro di poche ore, a toccare ogni strato della società, a gioire delle tante cose belle che abbiamo, a soffrire di quelle che bisogna migliorare. Perché ogni cosa che in una città non va il sindaco la sente un po’ sul suo corpo – anche o forse più di tutte quelle che non dipendono direttamente da lui – e le cose che hanno bisogno di ancora più cura, di ancora più risorse, di ancora più impegno sono quelle con cui ogni mattino ti alzi e ogni sera ti corichi. Perché ciò che va bene, ciò che funziona occupa la mente molto meno di ciò che va migliorato.

Ma mentre pensavo tutto questo, mentre numeri ed elenchi si profilavano davanti a me, le candidature che andavamo ricevendo dalla città per il Premio Sant’Ilario mi convincevano che la riflessione da condividere con voi stamattina doveva guardare nella stessa direzione cui guardano i nomi proposti e le firme che li sostengono, lungo un percorso di comprensione della città che abbraccia e porta con sé l’attività amministrativa. A scorrerle, le liste di candidatura, ti rendi conto che è possibile registrare dei mutamenti nelle proposte che marcano elementi di novità nel modo in cui intendiamo presentare Parma.

Voglio provare a condividere con voi qualcuno di questi elementi.

Il primo. Le persone fisiche sono meno delle associazioni. È il segno che la città identifica sempre più nel mondo associativo esempi forti di cittadinanza, che poggiano sul valore della collettività, del fare insieme, del mettersi a disposizione e in dialogo con le istituzioni e di rafforzare il tessuto sociale di un territorio. Il segnale non è un segnale di poco conto e questa tendenza porta con sé anche un significato politico, nel senso primo e più alto del termine, un segnale che chi amministra un ente territoriale sente in modo molto forte, soprattutto alla luce dei tagli indiscriminati che da troppo tempo i Comuni continuano a soffrire nei loro bilanci.

Il secondo elemento di cambiamento ci dice che gli ambiti del sociale sono definitivamente maggioritari. Superano di gran lunga quelli della cultura e dell’arte, o quelli dello sport, che sono stati sempre molto sostenuti e superano perfino gli ambiti dell’impresa, un tempo fortissimi. Se il sociale è in maniera così trasversale l’ambito più candidato, vuole dire che la città riconosce che il bisogno più forte sta lì, che la gratitudine maggiore deve concentrarsi lì. In questa preponderanza di quelle che possiamo definire le “realtà della cura” c’è una indicazione politica netta: l’attenzione ai più fragili è la stella polare di chi si impegna a riflettere su ciò che serve alla città. E questo deve ricordare a chi amministra che prima di tutto “cosa pubblica” vuol dire avere nel cuore e nella testa gli ultimi, quelli che non riuscirebbero senza l’aiuto del pubblico, cioè di tutti noi insieme. Quanto dolore abbiamo provato per l’assurda morte del nostro concittadino Miloud Mouloud, morto di freddo in questo inizio gennaio in una baracca. Non siamo stati in grado di intercettare la sua sofferenza, ma soprattutto non siamo stati in grado di curare la sua paura, di dargli il coraggio e la fiducia di affidarsi a chi lo avrebbe potuto aiutare. La paura è purtroppo gemella della povertà. Teniamolo sempre più presente, soprattutto quando tocca un ambito come quello della casa, su cui questa Amministrazione sta facendo investimenti senza precedenti e sta coinvolgendo tanti soggetti pubblici e privati in un contesto difficile, fatto di alloggi vuoti e di affitti alle stelle.

Infine, tra questi elementi di mutamento che il Sant’Ilario registra, cominciano a farsi largo nuovi temi, come quelli di genere, quelli legati all’ambiente e alla sostenibilità in generale, i temi giovanili, quelli dei diritti umani e il grande tema della pace. Questioni che si affacciano con più insistenza man mano che ci si accorge che non rappresentano affatto dibattiti astratti o lontani dalla quotidianità di una città, ma ne rivelano il livello di civiltà, di modernità e di uguaglianza.

Riflettendo su questi elementi di novità, mi sono chiesto se sia possibile da qui, da questo palco, provare a comprendere il “sentimento” della città che il Premio ci porta e da lì capire come questo sentimento riverbera su ciò che occupa in maniera maggioritaria la nostra quotidianità e le nostre discussioni.

In questa sala, stamattina, il nostro sentimento per Parma non è uno solo. Probabilmente se li scomponessimo questi sentimenti, se cercassimo di arrivare ad una base comune, forse riusciremmo a tirare fuori un sentimento che tutti proviamo per la nostra città e potremmo poi cercare di capire se è utile a stare dentro i processi che la città sta attraversando e se tiene il passo della Parma del 2025.

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Io provo a ridurre a quattro. Il primo è un sentimento di solidarietà e di cura. Questa è la città che ognuno di noi penso riconosca come la più importante, per essere presenti al presente e anche per farci trovare in qualche modo pronti all’urto che questo nostro tempo produce. Poi c’è un sentimento culturale, che è molto nella storia e nelle corde di Parma. È il sentimento di chi ogni giorno si impegna perché si realizzi una crescita dei saperi, delle intelligenze, del desiderio di conoscere – in ambito scientifico così come in ambito umanistico – e meno di chi pensa che la cultura sia da valutare non su questo passo lungo, che il Sant’Ilario premia, ma su quello più breve e bulimico dell’eventistica e dei suoi numeri. Esiste poi un sentimento pedagogico, che è quello di chi costruisce percorsi di educazione e di formazione che passano attraverso lo stare insieme e, a partire da una comune passione, da un comune impegno, diventano strumenti di insegnamento per la città che sente che si può apprendere vivendo insieme. Infine c’è un sentimento economico che la città ritiene assolutamente centrale e che sa ha contribuito e contribuisce grandemente al benessere di un territorio che – è bene ricordarcelo – resta uno dei più avanzati del nostro Paese. Questo sentimento economico, però, è un sentimento che non fa del profitto la sua ragione, ma considera l’etimologia dell’economico, cioè la regola che consente di bene amministrare ciò che è domestico, che quindi presuppone un legame fortissimo con il valore di giustizia e di benessere che so creare nel territorio che abito. Per fare questo, è chiaro a tutti, il sistema di gioco è cambiato, si è globalizzato e si è complessificato, ma il sentimento non è mutato e Parma questa economia di responsabilità la riconosce. Potremmo identificarne altri di sentimenti di città e ognuno di noi può proseguire questo esercizio o questo gioco, ma questi quattro, dal mio osservatorio, appaiono come i più avvertiti e i più trasversali e dobbiamo riuscire a promuoverli ogni giorno, fino a farli arrivare a chi vive a Parma da poco, a chi non si sente ancora pienamente parte della nostra comunità e alle generazioni più giovani.

Attorno a questi sentimenti – solidale e di cura, culturale, pedagogico ed economico – gravita la politica, con i suoi dibattiti, le sue posizioni, le sue diversità, le sue priorità. In un cerchio ulteriore si dispongono i diversi interessi che rendono la città viva e difficile e in un cerchio apparentemente più esterno si muovono i grandi temi dell’oggi: i diritti violati, le povertà dilaganti, gli obiettivi dell’Agenda 2030 nei quali continuiamo a credere e le guerre che dilaniano il mondo e arrivano fino a qui. Come per Miloud, quanto dolore e quanta angoscia quest’estate hanno attraversato la città nel piangere il piccolo Seifeddin, il bimbo palestinese di sei mesi fuggito ferito dalle bombe di Gaza con la mamma e il fratellino di 3 anni e morto qui, a Parma, per un arresto cardiaco mentre cercava, appena sbarcato all’aeroporto di Bologna, di raggiungere l’Ospedale Niguarda di Milano.

Questa è l’ampiezza che oggi qui celebriamo e da questa ampiezza procedono i temi di cui oggi Parma parla di più e quelli su cui deve dimostrare di essere reattiva e non seduta.

Quel che penso è che per affrontare i problemi in un territorio come il nostro sia bene collocarli con buona decisione dentro i sentimenti di cui ho parlato prima, dentro quelli che sono veri e propri esercizi della sensibilità che non ci tradiranno, che guarderanno ad obiettivi realmente sfidanti e si sporcheranno le mani per risolvere le emergenze (e voglio considerare tra di esse le tante allerte climatiche e idrogeologiche che quest’anno abbiamo affrontato) e pianificare il futuro.

Vogliamo tutti, di questo ne sono certo, una città più sicura. Fatemi a proposito ringraziare i rappresentanti della forze dell’ordine che sono presenti qui con noi, cui aggiungo i nostri agenti di Polizia Locale, perché ogni giorno lavorano per questa nostra sicurezza e se quest’anno ha portato con sé una flessione dei reati a Parma è grazie a questo loro operato. Con gli organici a disposizione – e non mi addentro troppo in questo tema che so stare molto a cuore alle forze dell’ordine a livello nazionale e lo sta anche a me, visto che nel piccolo del Comune abbiamo fatto la scelta economica e politica di portare in Polizia Locale oltre 40 nuovi agenti –, la città è ogni giorno controllata, vengono effettuati fermi, arresti, sanzioni e risolte situazioni complicate che non hanno a che fare solo con la microcriminalità. In base a ciò che di volta in volta attraversa le tensioni collegate alla sicurezza – che molto cambiano nel tempo e anche nel giro di pochi mesi – si modificano i servizi, si rimodulano le azioni e gli interventi. Il modo migliore di aumentare la sicurezza è quello di proseguire su questa linea di lavoro collaborativa e puntuale, di intensificarla (porteremo, per quanto ci riguarda, il servizio della Polizia Locale sull’arco delle 24 ore), ma ancora di più di inserire questo metodo in un quadro che presupponga il pieno coinvolgimento della Parma solidale, della Parma culturale, della Parma pedagogica e della Parma economica, nei significati che ho tratteggiato prima. Sono percorsi più sfidanti, certo, ma visto che tutti noi in questa sala sappiamo bene che non può essere per via soltanto repressiva o di presidio che si risolve il problema nelle città, soprattutto di queste dimensioni, dobbiamo attivare in quella direzione tutto ciò che è già attivo e vivo in città. È la richiesta che viene dalle scuole, è la richiesta che viene dai giovani, i più lucidi in questo senso, soprattutto nel momento in cui questi temi invadono il loro perimetro generazionale e vedono tanti loro coetanei purtroppo coinvolti.

Ma lo stesso vale per altri ambiti, perché ognuno di quei sentimenti rivela, nel suo profondo, ciò che una città moderna deve reclamare per essere all’avanguardia nei campi della ricerca, dell’impresa, dell’attrattività dei talenti, per essere veramente la città internazionale, multilingue e multiculturale che siamo stati anche in secoli più lontani. Qui il movimento può essere l’opposto. Qui non si tratta di portare un problema e di circondarlo con la forza e l’intelligenza di tutti, qui si tratta di indicare una via. Qui sono le istituzioni – scolastiche, sanitarie, universitarie, d’impresa, di promozione e sviluppo – qui è la politica a dover tracciare la strada, a portare la città a sintonizzarsi, con tutte le sue energie verso quella che qualcuno chiama visione e io preferisco chiamare strategia, che ha un significato diverso. Quando parliamo di opere strategiche per il nostro territorio (che possono essere una fermata dell’Alta Velocità alle Fiere di Parma, l’implementazione degli studentati, magari ridisegnando la geografia di un quartiere, un nuovo vettore di Trasporto Pubblico Locale, ma anche la rifunzionalizzazione di un’area della città, o la creazione di una nuova Fondazione di partecipazione per contrastare l’emergenza abitativa), parliamo sempre di una città che si apre verso l’esterno, che sente il bisogno di pensarsi anche fuori da sé, di una città che non ha paura, che si misura coi suoi diversi corpi politici, istituzionali e sociali e assume scelte di sviluppo forti, che fanno crescere i nostri sentimenti di Parma e li portano all’altezza di un mondo che corre, di un mondo che oggi segna le differenze a partire dalle connessioni, fisiche, intellettuali, digitali, umane.

Questo doppio movimento, che verso l’interno è chiamata a raccolta di forze e assunzione di responsabilità collettiva e che verso l’esterno è strategia condivisa per andare su obiettivi chiari e davvero necessari, è il ritmo di una città che trasforma il suo modo di vivere e di pensare. E che può trasformare anche il suo modo di raccontarsi.

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Quella trasformazione che è stata una delle parole chiave del progetto di European Youth Capital 2027, che siamo andati a prenderci prima a Bruxelles e poi a Ghent. Ho sentito giovani vere e veri, come li chiamo io, descrivere le ferite con gli occhi luminosi e il sorriso di chi sa che bisogna affrontarle e non solo parlarne. Ho visto negli occhi di chi ci ascoltava brillare una luce che era Parma e quando ho sentito pronunciare il nome, quel breve nome della nostra città, come vincitore ho provato un’emozione unica, infinitamente più forte di quella pure intensa che provai quando sentii che Parma era Capitale Italiana della Cultura. Un’emozione che era fatta di tanti sentimenti, forse anche più di quattro, e che aveva la forza di uno strattone salutare, dato da chi oggi ci chiede il coraggio del pensiero giovane. Un pensiero, lo avete sentito, che ci parla di sicurezza, ma ci parla soprattutto di ricerca, di mobilità, di casa, di lavoro, di inclusione, di giustizia, di Europa. Obiettivi cruciali per una città che si vuole più coraggiosa e più equa. Obiettivi che stanno nei sentimenti che collegano quelle ragazze e quei ragazzi ai nostri premiati. 

Io so che Parma questo pensiero giovane ce l’ha. È qui in Auditorium anche stamattina, è anche molto e soprattutto fuori di qui. Non dimentichiamolo questo pensiero giovane e portiamolo con noi quando usciamo.

Buon Sant’Ilario e buon 2025 a tutti voi.”

  

Medaglie d’oro

Gian Paolo Minardi, nato a Parma nel 1933, è una figura di riferimento nella musica e nella cultura italiana e internazionale. Critico musicale per diverse testate, è stato docente di storia della musica moderna all’Università di Parma. Tra le sue pubblicazioni, opere dedicate a Ildebrando Pizzetti, Mozart e il Novecento musicale italiano.

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La sua carriera di musicologo si è intrecciata con quella pittorica, e la frequentazione di artisti e studiosi ha influenzato profondamente il suo approccio culturale. Ha rivestito ruoli di rilievo nel panorama culturale cittadino, ricoprendo l’incarico di presidente della Società Concerti e collaborando con iniziative editoriali e culturali di alto livello. A questo si aggiunge la sua carriera manageriale alla Barilla, che lo ha visto protagonista di una stagione legata al connubio tra innovazione culturale e sviluppo aziendale.

Con il sostegno di Pietro Barilla, ha contribuito a progetti editoriali di grande valore, come la rivista Palatina. La sua vita e la sua arte restano testimoni di un continuo intreccio di musica, pittura e passione per la cultura.

Motivazione – La Medaglia d’Oro del Premio Sant’Ilario 2025 viene conferita a Gian Paolo Minardi per il suo contributo alla vita culturale e musicale cittadina, sia come critico che come docente. La sua carriera rappresenta un esempio di dedizione alla cultura sempre intesa come occasione di crescita per la comunità in una prospettiva nazionale e internazionale.

Ritira: Gian Paolo Minardi

Il Consorzio Agrario di Parma nasce il 14 gennaio 1893, con l’obiettivo di sostenere e promuovere lo sviluppo dell’agricoltura locale. Fondato grazie all’iniziativa di figure come il professore Antonio Bizzozero e l’ingegnere Cornelio Guerci, ha progressivamente consolidato il proprio ruolo nel panorama agroalimentare della Provincia. Il suo statuto, redatto nel 1893, è rimasto fedele nel tempo, orientandosi sempre sull’assistenza tecnica, la formazione, la divulgazione, la ricerca, il sostegno finanziario e la valorizzazione delle produzioni agricole.

Nel corso degli anni, ha esteso le proprie attività alla commercializzazione di sementi, concimi, macchine e attrezzature agricole, alimenti per animali e prodotti assicurativi. Ha anche sviluppato l’agricoltura di precisione e la zootecnia, con un’attenzione particolare alla produzione di mangimi NON OGM destinati alla filiera del Parmigiano Reggiano. Il Consorzio vanta otto centri per la raccolta di cereali con una capacità di stoccaggio di 500 mila quintali e un centro di essicazione per il mais.

Dal secondo dopo guerra, dispone di Magazzini Generali per la stagionatura di Parmigiano Reggiano in grado di ospitare fino a 140 mila forme. Inoltre, offre prodotti per il giardinaggio, la tutela dell’ambiente e il pet food nonché eccellenze gastronomiche del territorio nel pieno rispetto dell’intera filiera dal produttore al consumatore.

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Da sempre attento alle necessità delle comunità locali, è in grado di offrire prodotti e servizi non solo a Soci e a Clienti, ma anche a tutti i Cittadini grazie a 21 agenzie distribuite in tutto il territorio provinciale.

Con oltre un secolo di storia, il Consorzio Agrario di Parma continua a essere un pilastro per l’agricoltura e l’economia locale, da sempre attento all’innovazione, alla digitalizzazione e alla sostenibilità.

Motivazioni – La Medaglia d’oro del Premio Sant’Ilario 2025 viene conferita al Consorzio Agrario di Parma quale importante motore di sviluppo economico con profonde radici nel territorio che, da oltre 130 anni, contribuisce al mantenimento e allo sviluppo innovativo e sostenibile dell’agricoltura del parmense e delle comunità locali.

Ritira: Giorgio Grenzi

 

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Marta Simonazzi

Laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Parma, si specializza in Urologia all’Università di Milano. Dal 1980 al 2012 è Dirigente medico di primo livello nell’Unità Operativa di Urologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, dove ha diretto l’Unità di Uro-Ginecologia. Dal 2010 esercita presso la Casa di cura Città di Parma. Ha ricoperto incarichi come Professoressa a contratto all’Università di Parma e dal 2000 fa parte del Consiglio Direttivo dell’Associazione Italiana di Urologia Ginecologica e del Pavimento Pelvico (AIUG). Prima urologa in Italia, è fondatrice e presidente della CIFU, Associazione italiana delle donne urologhe, dal 1998, si è sempre impegnata per il riconoscimento del ruolo femminile in urologia. Ha collaborato in progetti chirurgici di volontariato in San Salvador, Kenya, Tanzania e Sierra Leone. Autrice di circa cento pubblicazioni scientifiche, è un punto di riferimento internazionale nella sua disciplina. Cugina del regista Bernardo Bertolucci, ricopre la carica di presidente del comitato “Pro Casarola”, impegnato nella valorizzazione del borgo, anche per preservare la memoria storica della famiglia Bertolucci, legata a Casarola.

L’attestato di Civica Benemerenza viene conferito a Marta Simonazzi per l’impegno profuso in campo medico, anche attraverso importanti missioni di volontariato in Africa e America Centrale a favore delle popolazioni locali. Non da ultimo, per il suo impegno culturale nella conservazione della memoria legata alla famiglia Bertolucci.

Marta Simonazzi ha ritirato l’attestato.

Mauro Biondini

Mauro Biondini, giornalista pubblicista, regista e autore, ha dedicato la sua carriera alla musica, all’opera, al teatro e alla televisione. Ha realizzato oltre 100 docufilm su lirica, Parma e Giuseppe Verdi, e la trasmissione “Vi racconto l’opera”, promuovendo la passione per il teatro; tra i documentari più apprezzati, “Un amore di città” realizzato in occasione dei 2200 anni della fondazione di Parma.

Tra i suoi lavori teatrali figurano “Le eroine Pucciniane” e “Parma in coro”. Con il documentario “Cus Parma, storia di un amore”, ha celebrato l’identità sportiva emiliana. Impegnato anche nel sociale, ha sostenuto realtà locali devolvendo i proventi di opere come “Dedlà da l’àcua” e “Le Perle della provincia” alla scuola giovanile della Corale Verdi e all’Ospedale dei Bambini Pietro Barilla.

Mauro Biondini ha ritirato l’attestato.

Fiab Parma Bicinsieme APS

Fiab Parma Bicinsieme APS, fondata nel 2003, è un punto di riferimento per la promozione della mobilità sostenibile e della cultura ciclistica a Parma. Oggi, Bicinsieme conta circa 400 soci e numerosi volontari impegnati in progetti di educazione alla sicurezza stradale, ciclo-turismo e mobilità urbana sostenibile.

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L’associazione collabora con enti pubblici e privati per migliorare le infrastrutture ciclabili e promuovere la cultura della bicicletta e della mobilità sostenibile. In vent’anni, ha coinvolto attraverso i suoi eventi migliaia di persone, e continua a lavorare per rendere Parma una città sempre più verde, sicura e a misura di bicicletta. La sua crescita deve molto anche alla guida di Andrea Mozzarelli – scomparso lo scorso agosto – il cui impegno ha trasformato l’associazione in una delle più attive e dinamiche a livello nazionale.

L’attestato di Civica Benemerenza viene conferito a Fiab Parma Bicinsieme quale punto di riferimento a Parma per la valorizzazione della mobilità sostenibile, dell’inclusione sociale e del benessere fisico, attraverso un impegno civile volto alla realizzazione di una città sempre più a misura di bicicletta.

Il presidente Andrea Calestani ha ritirato l’attestato.

Giovanni Cossio

Giovanni Cossio è nato a Udine, il 5 marzo 1943. Traferitosi a Parma, ha insegnato Lettere Italiane e Storia all’Istituto Tecnico “Rondani” e Storia dell’Arte al Liceo Sperimentale ad indirizzo musicale del Conservatorio di Musica “Boito” fino al 1996. La passione per il cinema lo spinge a continuare, insieme all’amico Luigi Lagrasta, l’attività del circolo “Rashomon”, diventato il Cinecircolo “D’Azeglio”, in Oltretorrente, dove vengono organizzate prestigiose rassegne sulla storia del cinema, cicli di film di arte e cultura, incontri con registi, cineforum e iniziative per l’infanzia come il “Cineclub dei bambini”.

L’attestato di Civica Benemerenza viene conferito a Giovanni Cossio per il fervore formativo e didattico espresso, a vari livelli, sempre a vantaggio della città, per la lunga dedizione alla promozione della cultura cinematografica a Parma attraverso la direzione del Cineclub D’Azeglio e ai progetti di cinema per le scuole, nonché all’impegno come guida turistica nel nostro territorio.

Giovanni Cossio ha ritirato l’attestato.

Kyu Shin Do Kai Parma

L’Associazione Sportiva Dilettantistica Kyu Shin Do Kai Parma, attiva in città dal 1985, si dedica alla promozione di iniziative per chi vive lo sport come occasione di crescita personale e di miglioramento della capacità di rapportarsi con la società.

L’associazione si dedica, in particolare, all’insegnamento e alla pratica del Judo, riconoscendone l’importanza morale ed educativa: in quarant’anni di attività ha formato tecnici di elevate competenze e migliaia di giovani judoka che, in alcuni casi, hanno raggiunto importanti successi nazionali e internazionali.

L’Attestato di Civica Benemerenza è conferito all’ASD Kyu Shin Do Kai Parma per l’impegno nel diffondere una cultura sportiva di alto valore e per aver contribuito alla promozione della città grazie ai successi sportivi nazionali ed internazionali dei giovani judoka.

La presidente Lucia Rubini ha ritirato l’attestato.

Impronte nell’anima APS

L’associazione di promozione sociale “Impronte nell’anima APS”, attiva da nove anni, si distingue per il suo impegno nella promozione del benessere psicologico e sociale della comunità di Parma attraverso gli Interventi Assistiti con Animali (IAA). Collaborando con RSA, centri per disabili e scuole, ha dimostrato come la relazione con gli animali possa migliorare la qualità della vita delle persone, favorendo il benessere emotivo, stimolando la socializzazione e potenziando l’apprendimento. Progetti innovativi, come quelli realizzati presso l’Ospedale Maggiore di Parma, hanno confermato l’efficacia della pet therapy nel supportare pazienti, in particolare anziani e bambini. Grazie alla collaborazione con istituzioni e operatori sanitari, l’associazione integra gli IAA nelle terapie tradizionali, ottenendo riscontri positivi e contribuendo al miglioramento del benessere psicofisico.

L’Attestato di Civica Benemerenza è conferito ad Impronte nell’Anima Aps per l’impegno nella promozione del benessere psicologico e sociale della comunità di Parma. Grazie agli Interventi Assistiti con Animali (IAA), ha contribuito a migliorare la qualità della vita delle persone, favorendo la socializzazione e potenziando l’apprendimento.

La presidente Aurora Cuti ha ritirato l’attestato.

Associazione per l’Aiuto ai Giovani con Diabete

AGD Parma ODV (Associazione per l’Aiuto ai Giovani con Diabete) è nata nel 1984 dall’impegno di un gruppo di genitori di bambine e bambini con diabete di Tipo 1. La sua missione è promuovere la diagnosi precoce, la cura e la conoscenza del diabete giovanile attraverso iniziative di informazione, educazione sanitaria, sensibilizzazione.

In questi anni, AGD Parma ha collaborato attivamente con le autorità sanitarie (in particolare con il Centro di Diabetologia Pediatrica dell’AOU di Parma) e amministrative locali, creando una rete efficace tra istituzioni e utenti per rispondere sempre meglio alle necessità dei giovani con diabete di Tipo 1 e delle loro famiglie.

L’Attestato di Civica Benemerenza viene conferito ad AGD Parma in riconoscimento della decennale attività di informazione e sensibilizzazione sul diabete e per il costante impegno nel promuovere il benessere collettivo cittadino.

La presidente Maria Lisa Calzetti ha ritirato l’attestato.

Menzione Speciale

Sono tanti i volontari e le volontarie che operano quotidianamente al centro temporaneo di accoglienza di Martorano per l’integrazione e l’interazione delle persone ospiti, promuovendo un percorso di relazioni umane e consolidando una rete sociale di accoglienza.

La Menzione Speciale viene conferita al Comitato Provinciale di Parma degli Organismi di Volontariato per la Protezione Civile, alla Croce Rossa Italiana Comitato di Parma, alla Caritas Diocesana Parmense, alla World in Progress Società Cooperativa Sociale, alla Comunità di Sant’Egidio di Parma e a Susanna Schianchi in rappresentanza del Gruppo insegnanti di Martorano, per aver messo a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità in favore delle persone ospitate nel centro temporaneo di accoglienza migranti di Martorano, supportandole, con dedizione e costanza, nel quotidiano percorso di integrazione nella società.

Hanno ritirato la Menzione Speciale: Susanna Schianchi in rappresentanza delle Insegnanti di Martorano, Stefano Camin per il Comitato Provinciale di Parma degli Organismi di Volontariato per la Protezione Civile, Giuseppe Schirripa per la Croce Rossa Italiana Comitato di Parma, Cecilia Scaffardi per Caritas Diocesana Parmense, Mohamed Kebe, per World in Progress Società Cooperativa Sociale, Bruno Scaltriti per Comunità di Sant’Egidio di Parma.

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