Customise Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorised as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyse the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customised advertisements based on the pages you visited previously and to analyse the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Salute, batteri intestinali «buoni» contro le infezioni mangiando fibre

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 


Napoli. Una dieta ricca di fibre irrobustisce i batteri intestinali buoni, aumentando la loro capacita’ di difesa contro le infezioni. Anche contro batteri “voltafaccia”, come ad esempio gli Enterobacteriaceae, tra cui Klebsiella pneumoniae, Shigella, E. coli e altri, i quali sono “buoni”, promuovono cioe’ salute se presenti nel microbioma (insieme di tutti i microrganismi intestinali) a bassi livelli, ma che diventano pericolosi in elevate quantita’, ad esempio in presenza di un’infiammazione o dopo avere mangiato cibo contaminato.

In questi contesti questi stessi batteri possono causare malattie e patologie, fino a potere mettere a repentaglio vita quando raggiungono livelli altissimi. E’ quanto definisce un nuovo studio dell’Universita’ di Cambridge, UK, pubblicato oggi su Nature Microbiology. Utilizzando approcci computazionali tra cui l’intelligenza artificiale per analizzare la composizione del microbioma intestinale in campioni di feci di oltre 12.000 persone di 45 paesi differenti, i ricercatori hanno scoperto che la “firma” del microbioma e’ in grado di predire con una certa accuratezza e affidabilita’ se l’intestino sia colonizzato da Enterobacteriaceae oppure no. In particolare i ricercatori hanno identificato 135 specie di microbi intestinali, comunemente presenti in assenza di Enterobacteriaceae, quindi svolgendo un ruolo potenzialmente protettivo contro le infezioni.

Tra i batteri “buoni” sono stati inclusi anche i Faecalibacterium, che producono acidi grassi a catena corta che scompongono efficacemente le fibre negli alimenti. Questo fattore ha spinto i ricercatori a ritenere che un maggior consumo di fibre tramite la dieta, ad esempio consumando verdure, fagioli e cereali integrali possa favorire la crescita di batteri buoni, riducendo quelli cattivi e dunque proteggendo dall’azione di batteri patogeni e anche dal rischio di malattia. Al contrario, assumere probiotici, che non modificano direttamente l’ambiente nell’intestino, sembrano avere meno poter agire sulle probabilita’ di infezione da Enterobacteriaceae.

Microcredito

per le aziende

 

“I nostri risultati suggeriscono che cio’ che mangiamo e’ in grado di modificare l’ambiente intestinale rendendolo piu’ ostile agli invasori, quindi il cibo e’potenzialmente importante per il controllo della probabilita’ di infezione di una serie di batteri, tra cui E. coli e Klebsiella pneumoniae “, ha dichiarato il dottor Alexandre Almeida, ricercatore presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Universita’ di Cambridge e autore principale dello studio.

Ad esempio Klebsiella pneumoniae, non solo puo’ causare polmonite, meningite e altre infezioni ma ha sviluppato anche una elevata capacita’ di resistenza agli antibiotici, inducendo gli scienziati a cercare nuovi modi di monitoraggio e controllo, insieme ad altri batteri infettivi simili. Tassi piu’ elevati di resistenza agli antibiotici, riducono le opzioni di trattamento, pertanto l’approccio migliore e’ prevenire le infezioni diminuendo in primo luogo le opportunita’ di questi batteri patogeni di prosperare nell’intestino.

Precedenti ricerche avevano utilizzato modelli di topi per comprendere le interazioni tra i diversi batteri intestinali, tuttavia con dati contrastanti; il nuovo studio sembra invece dimostrare che 172 specie di microbi intestinali possono coesistere con batteri Enterobacteriaceae patogeni, di cui molte specie sono funzionalmente simili ai batteri, avendo tutti bisogno degli stessi nutrienti per sopravvivere. In precedenza si pensava che la competizione per le risorse avrebbe impedito ai batteri patogeni di stabilirsi nell’intestino, con implicazioni anche in termini di trattamento.

Oggi si e’ compreso che assumere probiotici che competono per gli stessi nutrienti con i batteri cattivi per affamarli non sembra una buona strategia, piuttosto sara’ necessario modificare l’ambiente intestinale tramite la dieta, per ridurre il rischio di infezione da Enterobacteriaceae. “Questo studio evidenzia l’importanza di studiare i patogeni non come entita’ isolate, ma nel contesto del loro microbioma intestinale”, ha concluso Qi Yin, ricercatore presso il Dipartimento di medicina veterinaria dell’Universita’ di Cambridge e primo autore dello studio.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Source link