L’obiettivo, ha spiegato il primo ministro Pedro Sánchez, è «dare priorità» agli alloggi per i residenti e combattere «l’uso turistico speculativo delle proprietà»
Una tassazione al 100% per chi non viene da un Paese Ue e vuole comprare una casa in Spagna. L’intervento fa parte del piano di politica abitativa presentato lunedì 13 gennaio dal primo ministro spagnolo Pedro Sánchez. L’obiettivo – ha spiegato – è «dare priorità» agli alloggi per i residenti e combattere «l’uso turistico speculativo delle proprietà». Sánchez ha sottolineato che si tratta di una sfida su scala mondiale, dato che solo in Europa negli ultimi dieci anni i prezzi delle case sono aumentati del 48%, superando di gran lunga i redditi delle famiglie. «L’Occidente si trova di fronte a una sfida decisiva: non trasformarsi in una società divisa in due classi, i proprietari ricchi e gli inquilini poveri», ha evidenziato il primo ministro.
La proposta di Sánchez
Intervenendo a un forum economico a Madrid il premier ha spiegato che la misura «senza precedenti» per la Spagna, ma già in atto in Paesi come Canada e Danimarca, sarebbe «appropriata e molto necessaria» se si considera l’attuale crisi immobiliare. «Solo nel 2023, i residenti provenienti da Paesi extra Ue hanno acquistato circa 27.000 case e appartamenti in Spagna. Non per viverci, non perché ci vivessero i loro parenti; lo hanno fatto principalmente per speculare, per farci soldi», ha continuato Sánchez. Questo non può essere «permesso», ha aggiunto spiegando che il governo spagnolo accoglie con favore gli investimenti esteri quando sono «produttivi», non quando sono speculativi. Il primo ministro non ha dato dettagli su come funzionerebbe in concreto la nuova tassazione, né sulle tempistiche del piano.
La stretta su turismo e seconde case
Ad aprile dello scorso anno Sánchez aveva abolito i cosiddetti «visti d’oro», che venivano concessi agli stranieri non residenti nell’Unione europea che investivano in immobili in Spagna per un valore di acquisizione di almeno 500.000 euro. Questo meccanismo era stato introdotto nel 2013 per rilanciare il mercato immobiliare del Paese dopo la crisi dell’euro. A giugno il sindaco socialista di Barcellona, Jaume Collboni, ha annunciato che entro novembre 2028 saranno stralciate tutte le licenze per gli affitti brevi in città. Collboni ha motivato la decisione spiegando che in dieci anni il costo degli affitti normali è cresciuto del 68%.
La situazione in Italia
In Italia, secondo uno studio pubblicato a marzo 2023 da Jfc, società che si occupa di analisi di mercato, lo scorso anno erano oltre 608 mila gli alloggi disponibili sulla piattaforma Airbnb. Per quel che riguarda il rapporto tra il numero dei residenti e la quantità di alloggi su Airbnb, dallo studio emerge che le città che superano di gran lunga il limite di sostenibilità sono Firenze, che già lo scorso anno presentava un indice elevatissimo, pari a 3,81, e Venezia a quota 3,67. Seguivano distanziate ma sempre al di sopra del valore massimo sostenibile Napoli (1,36) e Roma (1,13).
Il caso di Firenze
A Firenze, ad ottobre del 2023, l’allora sindaco del Pd Dario Nardella aveva deciso di adottare un provvedimento per limitare gli affitti brevi nel centro storico, poi bocciato dal Tar. A luglio dello scorso anno Palazzo Vecchio è tornato alla carica con una delibera, fotocopia della precedente, e sono ricominciati anche i ricorsi. Nel frattempo è arrivata una legge regionale, varata a marzo del 2024, prevede che le 10 città della Toscana sopra i 50 mila abitanti e ad alto impatto turistico (nove capoluoghi di provincia, eccetto Pistoia, con l’aggiunta di Viareggio) possono redigere regolamenti in cui «in determinate zone omogenee» del territorio potranno determinare il divieto di nuove locazioni brevi, oppure stabilire un tetto massimo di notti all’anno di attività. A dicembre, l’attuale sindaca di Firenze Sara Funaro, sempre del Pd, ha spiegato al Corriere Fiorentino: «Il testo unico sul turismo della Regione ci permetterà di fare più cose: stiamo già lavorando al regolamento e spero di portarlo in giunta a gennaio, per poi andare al voto in Consiglio comunale».
LEGGI ANCHE
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link