Traffico internazionale di droga: la base era Bibbiano. Quindici gli arresti, tra loro Daniele Gatta. I finanziatori vicini alla cosca Grande Aracri e alla malavita romana

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Reggio Emilia  Ha portato all’arresto di 15 persone l’articolata operazione di polizia della Guardia di finanza di Reggio Emilia insieme alla questura di Reggio Emilia coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bologna. Dodici persone sono finite in carcere, tre agli arresti domiciliari. Sono stati colpiti da un decreto di perquisizione personale, locale e sequestro sedici soggetti. Tra gli arrestati c’è Daniele Gatta, il genero di Fabrizio Piscitelli detto Diabolik, ex capo degli Irriducibili della Lazio, ucciso il 7 agosto del 2019, nel parco degli Acquedotti a Cinecittà a Roma.

La droga

La attività d’indagine ha permesso di individuare un’organizzazione criminale italo/albanese che – di base nella provincia di Reggio Emilia e dedita al traffico internazionale di stupefacenti – dal 2020, ha importato e acquistato (dall’Albania, Kosovo, Ecuador, Colombia e Paesi Bassi) nonché detenuto e venduto sull’intero territorio nazionale (con, anche, alcune distribuzioni avvenute dalla provincia di Reggio Emilia verso la Calabria): 23 chili di cocaina, 6 di eroina,  80 di hashish e 240 di marijuana per un controvalore stimato in 8 milioni di euro. Nel corso delle complesse investigazioni – che hanno fatto emergere il carattere associativo dei reati perpetrati – è stato riscontrato il sodalizio fra soggetti di nazionalità albanese, altri appartenenti alla criminalità organizzata di tipo ‘ndranghetista ed altri ancora contigui alla criminalità laziale.

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Durante le indagini erano stati già arrestati 5 soggetti in flagranza di reato per traffico di stupefacenti, di cui 4 nuovamente colpiti dall’odierna ordinanza. Inoltre è stata accertata l’introduzione, dalla Spagna, nel territorio nazionale di 75.000 euro in banconote da 500 falsificate. L’integrale ricostruzione dell’illecita attività di traffico internazionale di stupefacenti è stata possibile – oltre che al ricorso alle indagini tecniche con intercettazioni telefoniche ed ambientali – anche grazie alla posteriore acquisizione di numerose conversazioni telematiche che i narcotrafficanti, avevano scambiato tramite smartphone criptati tramite l’utilizzo dell’applicazione Sky-ECC. Dati che  sono stati acquisiti a seguito di un Ordine di Indagine Europeo (O.I.E.), grazie ad una complessa attività di polizia giudiziaria condotta dalle forze di polizia francesi, olandesi e belghe sulla piattaforma di comunicazione criptata, dove è stato possibile attingere a milioni di messaggi di interesse investigativo, scambiati tra i

membri di organizzazioni criminali e operanti in diversi paesi dell’Unione Europea.

I territori

L’organizzazione criminale, si è dimostrata in grado di operare sul territorio nazionale in molteplici contesti geografici distinti, ma tra loro inscindibilmente interfunzionali:

– quello emiliano, dove si trovava la sede direzionale ed operativa (oltre che di dimora della maggior parte degli associati) di Bibbiano di Reggio Emilia e si localizzavano le

ulteriori basi logistiche (Sassuolo e Polinago);

quello calabrese, territorio utilizzato in connessione con gruppi criminali locali, sia per l’approvvigionamento di partite di cocaina che per la distribuzione di quantitativi

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di eroina, hashish e marijuana;

quello romano, con l’ingresso in affari di soggetti ben inseriti nei circuiti criminali della capitale;

quello veneziano, utilizzato sia come terminale per la distribuzione dello stupefacente che per l’estemporanea acquisizione di forniture di narcotico a fronte di contingenti esigenze, in relazione alle quali si attingeva anche al territorio torinese.

Cosca Grande Aracri

L’associazione – con elevate capacità di penetrazione nelle piazze di spaccio non solo emiliane, potendo contare, infatti, su una rete distributiva ramificata sull’intero territorio nazionale e su canali di approvvigionamento europei e sudamericani – veniva gestita come una vera e propria attività di impresa, con modalità assolutamente manageriali caratterizzate da una continua progettualità, un agile adattamento alle situazioni contingenti e alla ricerca del massimo profitto. L’elevato numero degli acquisti di sostanze stupefacenti e delle stesse cessioni, hanno confermato l’elevata pericolosità sociale degli indagati. Quelli di origine calabrese hanno rapporti anche di natura familiare con esponenti della ‘ndrina calabrese riconducibile alla famiglia Grande Aracri, da anni radicata nel territorio emiliano.

Fatture false

Contestualmente, sono state denunciate 10 persone stabilmente radicate nel reggiano (originarie della Calabria e dell’Albania) che, attraverso 7 società (di cui 6 operanti nella provincia di Reggio Emilia e una in quella di Parma nonché tre risultate vere e proprie cartiere), hanno emesso fatture per operazioni inesistenti per totali  5.276.611,18, conseguendo illecitamente un profitto illecito per un importo di oltre 511.330,05 euro. Le società operano (e in taluni casi, operavano, dal momento che hanno cessato la loro attività) prevalentemente nel settore edile.

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