accordo raggiunto tra Hamas e Israele, tregua a Gaza da domenica

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Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo per il cessate il fuoco. L’annuncio fatto dai mediatori stabilisce, a partire da domenica 19 gennaio, una tregua alla devastante guerra di 15 mesi nella Striscia di Gaza e aumenta le possibilità di porre fine ai combattimenti. L’accordo, giunto dopo settimane di minuziosi negoziati nella capitale del Qatar, promette il rilascio di decine di ostaggi detenuti da Hamas in alcune fasi, la liberazione di centinaia di prigionieri palestinesi in Israele e permetterebbe a centinaia di migliaia di persone sfollate a Gaza di tornare a ciò che resta delle loro case. Tre funzionari statunitensi e uno di Hamas hanno confermato il raggiungimento di un accordo, mentre un alto funzionario israeliano ha dichiarato che i dettagli sono ancora in fase di definizione. Tutti e tre i funzionari statunitensi e il funzionario di Hamas hanno richiesto l’anonimato per discutere i contorni dell’accordo prima dell’annuncio ufficiale da parte dei mediatori di Doha. L’accordo deve ancora essere approvato dal Gabinetto del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ma dovrebbe entrare in vigore nei prossimi giorni.

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Si svilupperà in tre fasi e prevede una tregua di sei settimane a partire da domenica 19 gennaio, accompagnata dall’apertura di negoziati per la cessazione totale della guerra. Nell’arco di sei settimane, 33 dei quasi 100 ostaggi saranno ricongiunti ai loro cari dopo mesi di prigionia senza contatti con il mondo esterno, anche se non è chiaro se siano tutti vivi. Gli Israeliani rilascerebbero  in cambio 1000 detenuti palestinesi.

Nel frattempo le truppe israeliane dovrebbero ritirarsi gradualmente da Gaza e lasciare libero accesso all’ONU per permettere l’assistenza umanitaria della popolazione. 

Non è ancora chiaro quando e quanti palestinesi sfollati saranno in grado di tornare a ciò che resta delle loro case e se l’accordo porterà alla fine completa della guerra e al ritiro completo delle truppe israeliane da Gaza – richieste chiave di Hamas per il rilascio dei prigionieri rimanenti. Restano molte domande a lungo termine sulla Gaza postbellica, tra cui chi governerà il territorio o supervisionerà l’arduo compito della ricostruzione. 

L’ufficio del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu tuttavia afferma che l’accordo sulla tregua a Gaza non è stato ancora raggiunto e che gli ultimi dettagli sono in fase di definizione. Diversi punti nell’accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi a Gaza devono ancora essere risolti, ma ci si aspetta che siano “finalizzati stasera”. “Diverse clausole nel quadro restano irrisolte e speriamo che i dettagli saranno finalizzati stasera”, ha affermato l’ufficio del Primo Ministro Benjamin Netanyahu.

 Le reazioni

“Il giorno più bello della mia vita e della vita della gente di Gaza”, ha detto Abed Radwan, un palestinese padre di tre figli, a proposito dell’accordo di cessate il fuoco. “Grazie a Dio. Grazie a Dio”. Radwan, che è sfollato dalla città di Beit Lahiya da oltre un anno e ripara a Gaza City, ha detto che cercherà di tornare nella sua città natale e di ‘ricostruire la mia casa e ricostruire Beit Lahiya’. La sua voce è stata oscurata dai festeggiamenti. “La gente piange qui. In Israele, centinaia di manifestanti si sono riuniti davanti al quartier generale militare di Tel Aviv, chiedendo il completamento dell’accordo. Molti tenevano in mano i manifesti degli ostaggi tenuti da Hamas, altri issavano candele in aria.”

“Mi pare un’ottima notizia, un passo importante verso la pace. Bisogna consolidare questo cessate il fuoco, andare avanti con le successive tappe” ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani alla notizia dell’accordo raggiunto. “Questo risultato si aggiunge al cessate il fuoco in Libano, al cambio di passo che c’è stato anche con l’elezione del presidente Aoun, e con – mi auguro – i primi segnali positivi della nuova amministrazione siriana. Questo significa che in Medioriente si può lentamente costruire la pace”. Il ministro degli esteri italiano sarà lunedì in Israele e Palestina.

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“Non è ancora finalizzata ma sembra che andrà in porto. Probabilmente domani avremo una riunione per approvare l’accordo. Non è finita finché non è finita ma sembra che succederà e voglio essere franco: è una decisione molto dura, quando decidi sul rilascio di cosi tanti terroristi che hanno ucciso ebrei e sai che torneranno a uccidere. Non è facile ma leadership è decidere tra cattive decisioni e decisioni ancora peggiori. E’ una decisione veramente dura da accettare ma abbiamo un impegno nei confronti dei nostri fratelli e sorelle, 98 sono ancora lì, se rinviamo la decisione non sappiamo quanti sopravvivranno”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar, nel corso della sua visita alla sinagoga di Roma con la comunità ebraica. Votare sull’accordo è “duro e doloroso, anche per le vittime del terrorismo in Israele e per i cittadini, ma l’impegno preso ci guiderà.

“Accolgo con grande favore l’accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi a Gaza. Gli ostaggi potranno riunirsi ai loro cari e gli aiuti umanitari potranno raggiungere i civili a Gaza. Ciò porta speranza a un’intera regione, dove le persone hanno sopportato immense sofferenze per troppo tempo. Entrambe le parti devono attuare pienamente questo accordo, come trampolino di lancio verso una stabilita’ duratura nella regione e una risoluzione diplomatica del conflitto“. Lo scrive su X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

“Accolgo con favore l’accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi. Si tratta di un importante e positivo passo avanti verso la fine della violenza. Ora e’ giunto il momento di rispettare questo accordo per tutti gli ostaggi e le loro famiglie, per la popolazione di Gaza e per la popolazione della regione”. Lo scrive su X l’Alta rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Kaja Kallas.

Storia della crisi

Hamas ha scatenato la guerra con l’attacco transfrontaliero del 7 ottobre 2023, che ha ucciso circa 1.200 israeliani e ne ha presi in ostaggio altri 250. Israele ha risposto con un’offensiva feroce. Israele ha risposto con una feroce offensiva che ha ucciso più di 46.000 palestinesi, secondo i funzionari sanitari locali, ha fatto sfollare circa il 90% della popolazione di Gaza e ha scatenato una crisi umanitaria. Più di 100 ostaggi sono stati liberati da Gaza in una tregua di una settimana nel novembre 2023. Gli Stati Uniti, insieme all’Egitto e al Qatar, hanno mediato mesi di colloqui indiretti tra gli acerrimi nemici che sono finalmente culminati in questo ultimo accordo. L’accordo arriva dopo che Israele e il gruppo militante libanese Hezbollah hanno concordato un cessate il fuoco a novembre, dopo oltre un anno di conflitto legato alla guerra di Gaza. Israele ha risposto con una brutale offensiva aerea e di terra che ha ucciso oltre 46.000 palestinesi, secondo i funzionari sanitari locali. Le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie internazionali stimano che circa il 90% dei 2,3 milioni di abitanti di Gaza sia stato sfollato, spesso più volte. Dicono che decine di migliaia di case sono state distrutte e che gli ospedali funzionano a malapena. Gli esperti hanno avvertito che potrebbe essere in corso una carestia nel nord di Gaza, dove Israele ha lanciato una grande offensiva all’inizio di ottobre, sfollando decine di migliaia di residenti.

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