Il certificato di con ISIN DE000VG12XA5 su STM, Stellantis, Unicredit e Leonardo prevede l’erogazione di una cedola mensile incondizionata del 1% per un flusso cedolare annuo del 12,00%, a prescindere dall’andamento dei titoli sottostanti, mentre la protezione sui ribassi per il rimborso al valore nominale alla scadenza è prevista fino al -40%.
LA SITUAZIONE DEL MERCATO
Le ultime settimane hanno visto una notevole forza del listino italiano, che si è riportato sopra ai 35.000 punti per la terza volta negli ultimi 12 mesi. Ad eccezione dello storno di agosto, da marzo 2024 ad oggi il si è mosso in un trading range di circa 2.000 punti. Se dovesse rompere al rialzo potrebbe avere ancora spazio per salire, spinto da un settore bancario rinvigorito dal rallentamento nella politica monetaria espansiva della BCE. Viceversa, in caso di debolezza avrebbe in area 33.500 un primo importante supporto.
Emesso l’8 gennaio, il certificato è acquistabile sotto la pari a 992€, su un nominale di 1.000€. Il worst of del basket è STM, in ritardo dal prezzo di strike di circa il 5%. Sotto strike anche Stellantis a -3% mentre sono sul loro valore iniziale Unicredit e Leonardo.
STMicroelectronics ()
Nelle ultime settimane diversi analisti e banche d’affari hanno rivisto al ribasso i target price per STM, che rimangono però circa il 30% sopra ai prezzi attuali del titolo. Inoltre, le novità introdotte la CES di Las Vegas mostrano un forte sviluppo di AI e datacenter di cui anche STM dovrebbe beneficiare. Il livello barriera è posto a 14,856€ in concomitanza dei minimi del 2020, distanti quasi il 75% dai massimi del 2023. Il prezzo di strike si trova a 24,76€.
Stellantis ()
Il periodo buio sembra ormai alle spalle, con il titolo che dopo aver picchiato al ribasso di quasi il 60% ha trovato una un’area di lateralità tra gli 11 e 12€. Il cambio di Ceo e la riorganizzazione produttiva potrebbero fare il resto nei prossimi trimestri, anche se al momento è l’intero settore a soffrire. Anche per Stellantis la media dei target price, nonostante siano stati notevolmente ridotti nel corso dell’anno, rimane circa il 20% sopra agli attuali livelli. Il prezzo di strike si trova a 12,418€, a metà del trading range degli ultimi due mesi, mentre il livello barriera è posto a 7,451€.
UniCredit ()
Dopo il forte rally degli ultimi due anni, nel mese di novembre il titolo ha lasciato per strada quasi il 15%. Nulla se confrontando con la corsa fatta, ma sicuramente una correzione salutare per pulire gli eccessi. Dopo gli ultimi dati macro sono emerse perplessità da parte della BCE sull’intensità dei tagli per il 2025, fattore che ha fatto esultare l’intero settore bancario europeo, e che ha invertito la tendenza anche per Unicredit, riportando il titolo a puntare nuovamente verso i massimi di periodo. Con il trend che rimane impostato al rialzo, il livello barriera a 24,137€ sembra sufficientemente protettivo, mentre il prezzo di strike si trova a 40,228€, circa il 10% sotto ai massimi di periodo.
Leonardo ()
Andamento simile ma per motivazioni diverse anche per il titolo Leonardo. Le varie escalation geopolitiche negli ultimi anni hanno portato ad una forte salita dei titoli della difesa, con un incremento della spesa da parte di tutti i principali paesi occidentali. Dopo l’elezione di Donald Trump, abbiamo assistito ad un ulteriore rally, sull’ipotesi che la spesa militare per i paesi Nato possa salire al 3% del PIL nei prossimi anni. Il prezzo di strike si trova a 27,52€, mentre il livello barriera è posto a 6,512€.
PROTEZIONE E RENDIMENTO
Tutti e quattro i sottostanti presentano livelli barriera e quindi di protezione molto profondi e questo è il fattore più importante in un certificato in quanto ci fa capire fino a dove il nostro capitale nominale è garantito dall’emittente. In questo caso trattandosi di un fixed cash collect le cedole vengono erogate per qualsiasi valore dei sottostanti, anche in caso di forti discese. A prescindere quindi dall’andamento dei titoli il certificato prevedere una cedola mensile del 1% per un flusso cedolare annuo del 12,00%. Data questa peculiarità non è necessario nemmeno l’effetto memoria, dato che le cedole vengono per l’appunto sempre erogate.
La protezione sul capitale nominale viene osservata solo alla scadenza e si avrà se nessuno dei quattro titoli avrà perso oltre il 40% al momento della scadenza del certificato. Con i mercati vicini ai loro massimi storici o di periodo, investire in certificati, anziché nei titoli sottostanti, permette di generare un flusso cedolare, e quindi un rendimento positivo, anche in caso di lateralità o moderata discesa dei listini azionari.
DURATA E POSSIBILE SCADENZA ANTICIPATA
La scadenza naturale del certificato è prevista per l’8 gennaio 2027, con una durata di due anni, ma già da luglio 2025 sarà prevista la possibilità di richiamo anticipato da parte dell’emittente. Dall’osservazione cedolare del 8 luglio, qualora tutti e quattro i titoli si trovino al di sopra del loro valore iniziale, il prezzo di strike, il certificato scade anticipatamente rimborsando il valore nominale di 1.000€ e pagando la cedola mensile dello 1%. Dato l’acquisto ad oggi sotto la pari, in caso di richiamo alla prima osservazione di luglio si avrebbe il rimborso a 1.000€ più l’erogazione di 6 cedole mensili del 1%, per un rendimento di quasi il 7% in poco meno di sei mesi. Qualora anche solo uno dei titoli fosse sotto al livello iniziale, lo stesso meccanismo si ripeterà all’osservazione mensile successiva, con il livello di autocall che rimane al 100% per le prime sei osservazioni, salvo poi scendere del 5% ogni sei mesi fino ad un minimo del 90% nell’ultimo semestre di vita del prodotto.
SCENARI A SCADENZA
Qualora non avvenisse l’autocall prima della naturale scadenza, a gennaio 2027 si avranno due scenari:
– il rimborso al nominale di 1.000€ a certificato qualora nessuno dei sottostanti si trovi in quel momento in ribasso di oltre il 40% dai prezzi iniziali. In questo caso il rendimento sarà pari alla somma delle 24 cedole mensili dello 1% incassate durante la vita del prodotto, per un totale del 24%, maggiorato dello 0,8% dato dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il rimborso al valore nominale. Va sempre ricordato che i certificati generano redditi diversi e in caso di minusvalenze presenti in portafoglio queste cedole permetterebbero di andarle a compensare, ottenendo quindi l’esenzione dal pagamento del capital gain fino alla completa copertura delle minus pregresse.
– rimborso in misura proporzionale rispetto alla performance negativa del worst of qualora almeno uno dei quattro titoli si trovi sotto alla barriera di protezione. Se ad esempio Unicredit dovesse scendere del 44% rispetto ai prezzi di strike, il certificato rimborserebbe 560€ su un nominale di 1.000€, anche se a tale valore andrebbero comunque sommate le 24 cedole incassate nel corso della vita del prodotto, con un rimborso totale quindi di 800€, limitando la perdita al 20% a fronte di un -44% del sottostante. Essendo la cedola fissa, e non dipendente da una barriera, anche in caso di violazione avremmo incassato il 24% nel corso dei due anni, il che andrebbe a ridurre l’impatto negativo di un eventuale mancato rimborso al nominale.
RIEPILOGO
Personalmente credo che il certificato appena analizzato, il DE000VG12XA5 abbia tre caratteristiche molto interessanti:
– cedola incondizioanta: il rendimento è dato dalla cedola fissa, che ci permette di incassare in modo certo, anche in caso di discesa importante dei titoli, una cedola mensile del 1% (pari al 12,00% annuo). Questo fa si che il flusso cedolare continui ad arrivare anche in momenti fortemente negativi di mercato e dall’altra parte fa da cuscinetto nella peggiore delle ipotesi a scadenza, essendo certi di incassare almeno il 24% di flusso cedolare;
– composizione del basket: ha due titoli, STM e Stellantis, che hanno perso molto, oltre il -50% dai loro massimi e con valutazioni ora ampiamente deprezzate rispetto al loro fair value o ai target price degli analisti. Dall’altra parte invece due titoli che vedono un forte trend rialzista, ovvero Unicredit e Leonardo. Investire in un certificato, anziché nei sottostanti, permette quindi di ottenere rendimento anche in caso di lateralità o di ribasso dei titoli;
– barriera di protezione: è molto profonda, posta al -40% rispetto ai prezzi iniziali e quindi protegge a scadenza il capitale nominale anche in caso di ribasso importante dei sottostanti considerando che i due titoli più volatili sono già scesi molto e sembrano aver trovato ora delle aree di supporto.
Va infine specificato che investire in certificati espone al rischio di fallimento dell’emittente e al rischio di azzeramento del sottostante, casi che possono provocare la perdita dell’intero investimento. In questo caso l’emittente è Vontobel che presenta un rating A2 (Moody’s), sinonimo di solidità dell’emittente. Il basket è composto da quattro delle principali aziende del nostro listino, motivo per cui il rischio azzeramento del sottostante è limitato.
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