Dichiarazione redditi 2024 tardiva, scadenza termini e cosa sapere

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Introduzione

Il termine ultimo per presentare la dichiarazione dei redditi 2024 era lo scorso 31 ottobre. Ma cosa succede se non si è riusciti a rispettare la scadenza? Ecco cosa sapere in caso di presentazione tardiva oppure omessa


Quello che devi sapere

Il termine ultimo

  • Per chi non avesse ancora presentato la dichiarazione dei redditi 2024, il termine ultimo entro il quale presentarla è il 29 gennaio 2025, cioè 90 giorni dopo il termine ultimo del 31 ottobre 2024. In questo modo la dichiarazione è ancora valida ai fini fiscali ed è possibile accedere a una riduzione delle sanzioni grazie al ravvedimento operoso

 

Per approfondire: Isee 2025, Btp e altri titoli di Stato fuori da calcolo (fino a 50mila euro). Cosa cambia

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Le sanzioni previste

  • In questa circostanza sono ovviamente previste delle sanzioni, con una differenza:
  • Senza imposte dovute: Il comma 1 dell’articolo 1 del D.Lgs. n. 471/1997 prevede la sanzione da 250 a 1.000 euro. Ai sensi della lettera c) del comma 1 dell’articolo 13 del D.Lgs. n. 472/97 c’è la riduzione a 1/10 del minimo per le dichiarazioni fiscali tardive. In questo caso, quindi, la regolarizzazione avviene attraverso un versamento, a mezzo F24, della sanzione ridotta a 25 euro (codice tributo “8911”). Da indicare nel campo anno di riferimento l’anno in cui la violazione è stata commessa (e non l’anno di riferimento del periodo d’imposta)
  • In caso di imposte dovute: Nel caso di dichiarazione presentata nei 90 giorni con imposte dovute, è necessario ravvedere i versamenti non effettuati. Quindi, oltre alla sanzione ridotta di 25 euro (codice tributo “8911”), si dovranno aggiungere percentuali diverse: 0,2% per ogni giorno di ritardo successivo al quattordicesimo; 3% quando la regolarizzazione avviene nei 30 giorni successivi alla scadenza; 3,75% quando questi vengono superati. Anche in questo caso nel campo anno di riferimento va indicato l’anno in cui la violazione è stata commessa

 

Per approfondire: Isee 2025, Dsu precompilata dall’app Inps Mobile. Come funziona e quando va presentata

Chi può presentare dichiarazione tardiva

  • A poter presentare la dichiarazione tardiva sono:
  1. Persone fisiche, titolari di partita Iva o meno;
  2. Enti non commerciali;
  3. Società cooperative, di capitali, di persone, studi professionali e società fiduciarie;
  4. Amministrazioni dello stato

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Come inviarla

  • Sono tre le opzioni a disposizione per chi deve inviare la dichiarazione:
  1. Utilizzare il portale dei servizi messo a disposizione online dall’Agenzia delle Entrate;
  2. Rivolgersi a un patronato o un Caf per richiedere il supporto;
  3. Inviare la dichiarazione attraverso un intermediario, come un dottore commercialista

Il visto di conformità

  • Chi presenta la dichiarazione entro i 90 giorni successivi alla scadenza può comunque far apporre il visto di conformità: questo permetterà di regolarizzare l’utilizzo del credito in compensazione per un importo superiore ai 15 mila euro

In caso di omessa dichiarazione

  • Viene considerata dichiarazione omessa quando viene presentata dopo i 90 giorni: tali dichiarazioni costituiscono comunque titolo per la riscossione delle imposte dovute in base agli imponibili in esse indicati e delle ritenute indicate dai sostituti d’imposta. In questo caso, però, non scatta il ravvedimento operoso

Le sanzioni in caso di omessa dichiarazione

  • Non essendoci il ravvedimento operoso, in questo caso le sanzioni da pagare non sono riducibili. Nel caso in cui siano dovute delle imposte, la sanzione irrogabile varia dal 120% al 240% della cifra da versare, con un minimo di 250 euro. Se, invece, non sono dovute imposte la sanzione va da un minimo di 250 a un massimo di mille euro
  • Se il contribuente presenta la dichiarazione entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa al successivo periodo di imposta, purché prima dell’inizio di attività di accertamento, la sanzione viene irrogata nella misura dal 60% al 120% della maggiore imposta, con un minimo di 200 euro, oppure se non sono dovute imposte nella misura fissa da 150 euro a 500 euro

La dichiarazione integrativa

  • La circolare 19.6.2002, n. 54/E ha evidenziato che, nel caso in cui si voglia porre rimedio alle omissioni dopo il decorso di 90 giorni dalla scadenza, si può utilizzare una dichiarazione integrativa:
  • Se l’irregolarità è riferita a più tributi, è necessario eseguire tanti versamenti quante sono le imposte interessate dalla rettifica e presentare altrettante dichiarazioni rettificative;
  • Se la dichiarazione è stata omessa ma sono stati effettuati i pagamenti previsti, sia pure all’IVA, la stessa evidenzia un “saldo a zero” per cui, non essendo dovuta alcuna somma a titolo di imposta, l’Agenzia delle entrate irroga la sanzione di 250 euro, se il ritardo è posteriore alla scadenza fissata per il successivo periodo d’imposta, oppure di 150 euro se entro tale data

Le novità del 2025

  • Da non dimenticare, poi, che c’è una novità importante per il 2025. Da quest’anno, infatti, i contribuenti non titolari di partita Iva potranno utilizzare il modello 730 anche per indicare i redditi a tassazione separata o soggetti a imposta sostitutiva, che prima dovevano necessariamente transitare per il modello Redditi. Online, ha fatto sapere l’Agenzia delle Entrate, c’è anche la bozza del 770 che datori di lavoro ed enti pensionistici utilizzano per comunicare i dati fiscali relativi alle ritenute operate nel 2024, i relativi versamenti e compensazioni ed il credito correlato al “bonus tredicesima” riconosciuto dal datore di lavoro

 

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Per approfondire: Agenzia Entrate, comunicazioni sulle dichiarazioni nel cassetto fiscale. Come funziona

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