Dimissioni del presidente di un’associazione: cosa fare?

Può capitare che dei membri del Consiglio direttivo di un’associazione decidano di abbandonare la propria carica, presentando quindi delle dimissioni prima che il loro mandato giunga al naturale termine previsto. Di più: non sono rare nemmeno le dimissioni del Presidente dell’associazione. I motivi possono ovviamente essere i più diversi, da quelli legati alla salute a quelli relativi alla sfera familiare, senza dimenticare la possibilità di essere chiamati a ricoprire nuovi ruoli in altre realtà.  

Nel momento in cui non si ha più il tempo, la forza o semplicemente la voglia di mantenere la carica, quindi, possono essere prese in considerazione le dimissioni da Presidente di un’associazione. Ma qual è l’iter da seguire? Esiste forse uno specifico modulo per il cambio Presidente o per le sue dimissioni da un’associazione senza scopo di lucro? 

Il diritto alle dimissioni del Presidente dell’associazione

Prima di vedere l’iter di dimissioni del Presidente di un’associazione, vale la pena sottolineare che è suo diritto presentare questa volontà di fare un passo indietro, e che il Consiglio direttivo – seguendo gli step che vedremo – non può che accettare tale decisione, una volta che è stata presa.  

Il diritto in questione è sottolineato dal Codice del Terzo Settore, secondo il quale (come recita l’articolo 10) “tutti gli amministratori delle organizzazioni di volontariato sono scelti tra le persone fisiche associate”. Questo vuol dire anche che tutti gli amministratori dell’associazione, Presidente compreso, sono prima di tutto degli associati, ai quali si applica senza eccezione l’istituto del recesso (garantito peraltro anche dall’articolo 24 del Codice civile). Recesso che, nel caso del Presidente di un’associazione che intende presentare le sue dimissioni, deve partire da una comunicazione scritta: vediamo come procedere. 

L’iter per le dimissioni del Presidente

Come si vedrà di seguito, la procedura per le dimissioni di un Presidente d’associazione può variare in alcune parti in base a quanto riportato dallo statuto dell’associazione stessa, che può normare in diverso modo questo processo. Di seguito presenteremo quindi i passaggi principali, con le più comuni alternative. 

La lettera di dimissioni del Presidente dell’associazione

Una volta maturata la decisione di presentare le dimissioni all’associazione, il Presidente deve concretizzare questo desiderio presentando una lettera di dimissioni. Questa è intesa come una comunicazione formale (una raccomandata con ricevuta di ritorno) destinata al Consiglio direttivo, nella quale per l’appunto viene indicata la volontà di ritirarsi dall’incarico. Le ragioni che motivano questo passaggio formale sono presto spiegate: la richiesta di dimissioni deve essere facilmente e direttamente verificabile, e per l’appunto la lettera di recesso del Presidente rappresenta una prova certa.  

Il Presidente dimissionario dovrà continuare ad assolvere ai suoi obblighi fino a quando non verrà nominato il nuovo Presidente, pertanto nella lettera di dimissioni è consigliabile chiedere che la nomina della nuova figura avvenga entro un determinato periodo di tempo.  

Accettazione e conferma delle dimissioni

Visto cosa deve fare il Presidente di un’associazione che intende presentare le sue dimissioni, è bene ora guardare all’altro soggetto in gioco, ovvero al Consiglio direttivo che riceve la lettera vista sopra (pur sapendo che la decisione di recedere dall’incarico sarà normalmente comunicata in anticipo in modi meno formali).  

Una volta ricevuta la missiva, il Consiglio direttivo può provare a rigettare le dimissioni, mettendo in campo un’opera di convincimento; di fronte alla strenua volontà del Presidente di fare un passo indietro, però, come visto, il Consiglio direttivo non può che accettare la sua decisione e ratificare le dimissioni. A quel punto può avere inizio la procedura di sostituzione del Presidente, la quale può prendere strade diverse, in base a quanto riportato nello statuto dell’associazione. 

Seguire lo statuto: cooptazione o elezione

Come avviene la nomina di un nuovo Presidente, una volta ricevute le dimissioni di chi rivestiva precedentemente questo ruolo? Ci sono diverse via da seguire, sempre seguendo lo statuto dell’associazione. Molto spesso in questi casi la selezione del nuovo Presidente del Consiglio direttivo viene effettuata all’interno del Consiglio stesso. Una strada da seguire potrebbe essere per esempio quella tracciata dall’istituto della cooptazione: in questo caso, qualora previsto dallo statuto, si procede con la nomina a Presidente tra uno dei membri dell’organo collegiale, con elezione a opera del consiglio stesso. Altre volte, invece, sarà necessario passare obbligatoriamente per l’assemblea dei soci dell’associazione, con l’elezione del nuovo Presidente come espressione del volere della maggioranza degli aderenti. Si capisce quindi che il nuovo incarico può essere assegnato per nomina interna o per nomina esterna. 

Gli aggiornamenti necessari

La sostituzione del Presidente di un’associazione non è cosa da poco: al di là dell’articolato iter previsto per le dimissioni e per l’elezione del nuovo rappresentante, è da tenere in considerazione anche il fatto che con l’insediamento del nuovo Presidente ci saranno molti aggiornamenti da fare a livello burocratico. Sarà infatti necessario informare in modo formale l’Agenzia delle Entrate dell’avvenuta sostituzione, registrando le variazioni con copia del verbale dell’assemblea. E ancora, sarà necessario aggiornare il libro dei soci, reinviare il modello EAS e, qualora siano presenti contratti di questo tipo, aggiornare i rapporti con gli istituti di credito, con l’eventuale locatore, con la SIAE e con gli eventuali enti ai quali l’associazione è affiliata. Si può inoltre rendere necessario aggiornare i nominativi presenti nei contratti relativi all’erogazione di forniture, da quella elettrica a quella idrica. 

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