Secondo anno di blanda recessione per la Germania, la prima economia europea. Non accadeva dal 1950. Come preannunciato il Prodotto interno lordo è sceso nel 2024 dello 0,2%, dopo un 2023 che aveva segnato una contrazione dello 0,3%. Il dato diffuso dall’Istituto di statistica è in linea cone le attese del governo.
Le prospettive per il 2025 non sono esaltanti. La Bundesbank, la banca centrale tedesca, si attende una crescita dello 0,2%. Secondo l’istituto di ricerca economica Ifo, “L’economia tedesca difficilmente si libererà dalla stagnazione quest’anno” in assenza di riforme economiche. L’istituto stima un incremento del Pil dello 0,4%. Come spiega Timo Wollmershäuser, responsabile della stima, “La Germania sta attraversando la più lunga fase di stagnazione post-guerra e sta considerevolmente perdendo posizioni nei ranking internazionali“.
Molto dipenderà anche dalle politiche commerciali che verranno effettivamente adottate dagli Stati Uniti di Donald Trump. Se alle parole dovessero seguire i fatti (non scontato) “la Germania, che ricava il 28% del Pil dal commercio con l’estero, potrebbe essere il paese a soffrire di più”, si legge in uno studio dell’istituto Prognos citato dal quotidiano Sueddeutsche Zeitung. I lavoratori nei settori che esportano con gli Stati Uniti sono circa 1,2 milioni – più di quelli impiegati nel settore delle automobili – di questi “300.000 potrebbero essere distrutti” dai dazi di Trump.
I fattori che penalizzano Berlino sono molteplici. L’interruzione delle forniture di energia a basso costo dalla Russia ha eroso la competitività dell’industria nazionale. La Cina, prima soprattutto un immenso mercato di sbocco per buona parte dell’export tedesco, è diventato un formidabile concorrente in settori in cui la Germania primeggiava, a cominciare da quello dell’auto, con i tedeschi in grave affanno sulle nuove motorizzazioni.
Il prossimo 23 febbraio si terranno le elezioni politiche e la fase di crisi economica avrà un peso determinante. In testa ai sondaggi ci sono i conservatori della Cdu ma è prevista anche una significativa avanzata dell’ultra destra di AfD.
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