Il pianeta rischia grosso. Da Davos e dall’Onu le fotografie di un mondo cupo e pericoloso

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 


Spoiler: se soffrite d’ansia, non leggete questo pezzo. Perché è difficile – se non impossibile – non essere colti dall’ansia mettendo insieme le parole pronunciate oggi dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e l’elenco dei rischi globali contenuto nel rapporto annuale del World Economic Forum. In un discorso all’Assemblea generale sulle sue priorità per il 2025, Guterres ha dichiarato che “le nostre azioni, o inazioni, hanno scatenato i mali di un moderno vaso di Pandora. Quattro di questi mali si distinguono perché rappresentano, nella migliore delle ipotesi, minacce che potrebbero sconvolgere ogni aspetto della nostra politica o della nostra stessa esistenza”. Si tratta di “conflitti galoppanti, disuguaglianze endemiche, crisi climatica dilagante, tecnologie fuori controllo”.

Il segretario generale Onu ha riconosciuto che “sì, c’è progresso nel nostro mondo in subbuglio”, citando in particolare il cessate il fuoco in Libano (nella spasmodica attesa di un accordo su Gaza) e lo sviluppo senza precedenti delle energie rinnovabili. “Ma non illudiamoci”, ha aggiunto: “questo è davvero un mondo in subbuglio e con grande incertezza”.

A rincarare la dose ci ha pensato il Global Risks Report, il rapporto annuale sui rischi globali appena diffuso dal World Economic Forum in vista del meeting che si terrà a Davos-Klosters dal 20 al 24 gennaio. Quello che emerge è un quadro decisamente cupo, non soltanto per l’anno appena iniziato, ma anche per il decennio a venire. La ventesima edizione del rapporto – che si basa sulle opinioni di oltre 900 esperti di rischi globali, responsabili politici e business leader intervistati a settembre e ottobre 2024 – rivela un panorama globale sempre più frammentato, in cui le crescenti sfide geopolitiche, ambientali, sociali e tecnologiche minacciano la stabilità e il progresso.

Prestito personale

Delibera veloce

 

I conflitti armati tra Stati sono considerati il rischio globale immediato più urgente per il 2025, con quasi un quarto degli intervistati che li considera la preoccupazione maggiore per il prossimo anno.

Per il secondo anno consecutivo, misinformazione e disinformazione restano i principali rischi di breve periodo, percepiti come una minaccia persistente alla coesione sociale e ai sistemi di governance, in grado di erodere la fiducia ed esacerbare le divisioni all’interno e tra le nazioni. Altri rischi rilevanti di breve periodo sono gli eventi meteorologici estremi, la polarizzazione sociale, lo spionaggio informatico e i conflitti armati.

Quasi due terzi degli intervistati prevedono un panorama globale turbolento da qui al 2035, in particolare a causa dell’intensificarsi delle sfide ambientali, tecnologiche e sociali. Oltre la metà degli intervistati si aspetta una certa instabilità entro i prossimi due anni, a testimonianza della diffusa frattura della cooperazione internazionale. I rischi sociali, come la disuguaglianza e la polarizzazione all’interno delle società, occupano un posto di rilievo nella classifica dei rischi a breve e a lungo termine. Le crescenti preoccupazioni per le attività economiche illecite, l’aumento del debito e la concentrazione di risorse strategiche evidenziano vulnerabilità che potrebbero destabilizzare l’economia globale nei prossimi anni. Tutti questi problemi rischiano di esacerbare l’instabilità interna e di erodere la fiducia nei governi, complicando ulteriormente gli sforzi per affrontare le sfide globali. Il panorama di lungo periodo è inoltre offuscato dai rischi tecnologici legati alla misinformazione, alla disinformazione e ai possibili impatti negativi delle soluzioni di intelligenza artificiale.

Il capitolo ambientale non aiuta a risollevare il morale. I rischi legati all’ambiente dominano l’orizzonte di lungo periodo, con “eventi meteorologici estremi, scomparsa della biodiversità e collasso degli ecosistemi, cambiamenti critici dei sistemi terrestri e scarsità di risorse naturali in cima alla classifica dei maggiori rischi per i prossimi dieci anni”. Il quinto rischio ambientale per rilevanza è l’inquinamento, percepito come minaccia significativa anche nel breve termine. Il sesto posto nel ranking di breve periodo riflette la consapevolezza crescente dei gravi impatti sulla salute e sull’ecosistema di un’ampia gamma di inquinanti nell’aria, nell’acqua e nel suolo.

Ciò che colpisce è il sentimento di pessimismo verso il futuro. Gli intervistati sono molto meno ottimisti sulle prospettive globali di lungo periodo rispetto a quelle più immediate. Tutti i 33 rischi identificati nel ranking aumentano di gravità nel lungo periodo, riflettendo le preoccupazioni circa l’aumento della frequenza o dell’intensità di tali fenomeni nel corso del prossimo decennio.

“Le crescenti tensioni geopolitiche, l’erosione della fiducia globale e la crisi climatica stanno mettendo a dura prova il sistema globale come mai prima d’ora”, ha dichiarato Mirek Dušek, managing director del World Economic Forum. “In un mondo segnato da divisioni sempre più profonde e rischi a cascata, i leader globali hanno una scelta: promuovere la collaborazione e la resilienza o affrontare un’instabilità crescente. La posta in gioco non è mai stata così alta”.

Gli esperti di Davos ci provano a introdurre una nota di speranza, sottolineando che “ripiegarsi su se stessi non è una soluzione praticabile”. “Il decennio che ci attende rappresenta un momento cruciale per i leader, che dovranno gestire rischi complessi e tra loro interconnessi, affrontando i limiti delle strutture di governance esistenti”, si legge nel report. “Per evitare una spirale di instabilità – e ricostruire invece la fiducia, migliorare la resilienza e garantire un futuro sostenibile e inclusivo per tutti – le nazioni dovrebbero dare priorità al dialogo, rafforzare i legami internazionali e favorire le condizioni per una rinnovata collaborazione”. Con il 64% degli esperti che prevede un ordine globale frammentato e caratterizzato dalla competizione tra medie e grandi potenze, la necessità di una cooperazione globale efficace non è mai stata così urgente. “Dai conflitti ai cambiamenti climatici, stiamo affrontando crisi interconnesse che richiedono un’azione coordinata e collettiva”, afferma Mark Elsner, responsabile della Global Risks Initiative. “È urgente un rinnovato impegno per ricostruire la fiducia e promuovere la cooperazione. Le conseguenze dell’inazione potrebbero farsi sentire per le generazioni a venire”.

Anche Guterres, nel suo discorso all’Onu, ha provato chiudere con un barlume di speranza. “La buona notizia – ha detto – è che abbiamo dei piani per affrontare queste sfide. Non abbiamo bisogno di reinventare la ruota, basta farla girare”. Il guaio – come scritto più volte – è che le Nazioni Unite sono proprio la fotografia di un mondo che non sa più parlarsi.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link