International SOS: a tu per tu con Daniele Grassi

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Come ogni anno, arriva puntuale il rapporto annuale Risk Outlook, rilasciato da International SOS per fornire una panoramica delle sfide che le aziende dovranno fronteggiare nel 2025.

In un contesto di permacrisi come quello attuale, il rapporto evidenzia che alcuni dei rischi percepiti come più gravosi sono legati a conflitti, tensioni geopolitiche e proteste.

Ne abbiamo parlato con Daniele Grassi, Sales Director & Operations Liaison Italy.

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Quali strategie predittive consiglierebbe per affrontare le tensioni geopolitiche?

“Le strategie predittive più efficaci includono l’adozione di un approccio basato sull’intelligence e sulla collaborazione interfunzionale.
Le aziende dovrebbero utilizzare strumenti di analisi predittiva per monitorare e anticipare i rischi geopolitici, integrando queste informazioni nei processi decisionali aziendali. È fondamentale sviluppare scenari multipli e piani di contingenza per rispondere rapidamente alle crisi.
Secondo il report Risk Outlook 2025 di International SOS, il 75% dei decisori aziendali ritiene che quest’anno, le tensioni geopolitiche avranno un impatto significativo sulle loro attività e sul personale. Questo richiede un passaggio da strategie reattive a strategie predittive, sfruttando le intuizioni basate sull’intelligence e la collaborazione tra diverse funzioni aziendali”.

Come fronteggiare l’impatto di stress e burnout sui dipendenti?

“Per affrontare lo stress e il burnout, le aziende devono promuovere una cultura del benessere che includa programmi di supporto psicologico, flessibilità lavorativa e iniziative per l’equilibrio tra vita professionale e personale. È importante fornire formazione sulla gestione dello stress e creare un ambiente di lavoro che favorisca la comunicazione aperta e il supporto reciproco.
Il Risk Outlook 2025 evidenzia che il burnout e lo stress sono considerati rischi significativi per le aziende, con il 74% dei decisori che prevede un impatto rilevante su attività e personale. Le aziende devono quindi adottare misure proattive per supportare il benessere mentale dei dipendenti, andando oltre iniziative spesso “cosmetiche” ma incapaci di apportare un reale valore aggiunto all’organizzazione”.

Quali politiche proattive sono essenziali per rafforzare la sicurezza e la protezione dei lavoratori in contesti ad alto rischio?

“Le politiche proattive includono l’implementazione di protocolli di sicurezza rigorosi, la formazione continua dei dipendenti su come gestire situazioni di emergenza e l’uso di tecnologie avanzate per il monitoraggio della sicurezza del proprio personale.
Inoltre, è cruciale collaborare con esperti locali e internazionali per comprendere meglio i rischi specifici di ogni area. È, dunque, necessario un approccio sistematico per comprendere e mitigare i rischi stratificati, proteggendo così il personale e le operazioni.
È innegabile che il mondo sia divenuto sempre più complesso negli ultimi anni. Se si guarda ai soli eventi di conflittualità armata, nel 2024 si è assistito a un aumento di circa il 25% rispetto all’anno precedente, a causa dell’intensificazione degli scontri in Ucraina e in Medio Oriente. Tuttavia, il concetto stesso di “contesto ad alto rischio” rischia di essere fuorviante, alimentando nelle aziende la convinzione che vi siano aree “stabili”, ove non è necessario adottare misure di mitigazione ed esercitare il proprio dovere di protezione nei confronti del personale. Ogni trasferta all’estero, infatti, può porre un lavoratore di fronte a situazioni di rischio o di emergenza; basti pensare ai recenti eventi di Magdeburgo e New Orleans, così come alle alluvioni avvenute in Spagna a fine ottobre o agli incendi di Los Angeles delle scorse settimane”.

Quali sono i principali rischi per le aziende che operano in Cina e Corea, e come possono prepararsi?

“I principali rischi includono le tensioni geopolitiche, le restrizioni commerciali e le instabilità economiche. Le aziende devono monitorare attentamente le politiche locali e internazionali, diversificare le loro catene di approvvigionamento e sviluppare relazioni solide con partner locali. È anche utile avere piani di emergenza per affrontare eventuali interruzioni operative.

Il Risk Outlook 2025 sottolinea che le tensioni geopolitiche in Asia orientale rappresentano una preoccupazione significativa per le aziende, richiedendo una preparazione accurata e strategie di mitigazione dei rischi. Il fallito tentativo del presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol di dichiarare la legge marziale il 3 dicembre ha scatenato una crisi politica senza precedenti in Corea del Sud, rivelando dinamiche interne estremamente conflittuali e suscettibili di degenerare in situazioni di crisi estremamente pericolose per gli equilibri già precari della penisola coreana.

Per quanto concerne la Cina, invece, l’attenzione resterà focalizzata sulla rivalità con gli Stati Uniti e sulla conseguente “guerra commerciale” che potrebbe accentuarsi a seguito dell’insediamento di Donald Trump. Tuttavia, altri fattori meritano altrettanta attenzione quando si opera in un contesto come quello cinese, estremamente disomogeneo sotto diversi punti di vista, ad esempio quello sanitario. La recente epidemia da metapneumovirus umano (HMPV) ha attirato l’attenzione dei media occidentali, evidenziando ancora una volta la necessità, da parte delle aziende, di fare tesoro dell’esperienza acquisita durante il Covid e continuare a investire in misure preventive e di risposta per affrontare efficacemente le future minacce sanitarie che, secondo gli esperti, tenderanno a diventare sempre più frequenti a livello globale, complici la crescente mobilità globale, i cambiamenti climatici e l’urbanizzazione”.

Quali caratteristiche sono fondamentali per costruire una resilienza aziendale duratura in un contesto di permacrisi?

“La resilienza aziendale richiede flessibilità, capacità di adattamento e una forte cultura organizzativa. Le aziende devono investire in tecnologie che migliorino la loro capacità di risposta alle crisi, sviluppare competenze interne per la gestione del rischio e promuovere una leadership che valorizzi la trasparenza e la comunicazione efficace.

Secondo il Risk Outlook 2025, le organizzazioni devono adottare un approccio sistematico per comprendere e mitigare i rischi stratificati, rafforzando così la loro resilienza in un’era di incertezza. La cosa in assoluto più importante rimane, però, dal mio punto di vista, la formazione, intesa come costante esercizio effettuato a tutti i livelli, che testi la preparazione della propria organizzazione di fronte a differenti scenari. Condurre simulazioni ed esercitazioni è forse il modo più efficace per farsi trovare pronti anche davanti all’imprevedibile”.

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Come possono le organizzazioni sfruttare le informazioni della Risk Map 2025 per pianificare le loro operazioni in contesti ad alto rischio?

“Le organizzazioni possono utilizzare la Risk Map 2025 per identificare le aree geografiche con maggiori rischi e pianificare di conseguenza. Questo strumento fornisce dati dettagliati sui rischi specifici di ogni regione, permettendo alle aziende di sviluppare strategie di mitigazione personalizzate e di allocare risorse in modo più efficiente. La Risk Map 2025 offre una  visione globale delle crisi e dei rischi, aiutando le aziende a navigare in un mondo complesso e incerto. Si tratta, però, di un mero punto di partenza, una base sulla quale costruire analisi più ampie e approfondite, avvalendosi di personale competente e, se possibile, con esperienza diretta sul terreno”.

 

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