Il ceo Messina: è il Pnrr di Intesa per l’Italia. C’è la possibilità per il nostro Paese di assumere una leadership anche europea. Orsini: il calo della produzione si fronteggia con un piano triennale di politica industriale
«Il Pnrr di Intesa Sanpaolo per l’Italia». Carlo Messina non nasconde l’ambizione quando presenta il rinnovo dell’accordo quadriennale tra la sua banca e Confindustria per mettere il turbo alle imprese italiane. «Mettiamo a disposizione ulteriori 200 miliardi di euro al 2028 per accompagnare il tessuto imprenditoriale del Paese nel realizzare obiettivi di crescita e competitività, investendo sul futuro e sulle sfide che ci attendono, con un modello di relazione virtuoso e costruttivo». Vitamine per il manifatturiero italiano, che dal 2009 — anno della prima firma tra Intesa e Viale dell’Astronomia — ha visto l’export salire dal 35% al 49,%, ma ora si vede superare dai servizi nel contributo al Pil.
Programmazione per l’industria
Per il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, «questo accordo rappresenta uno strumento essenziale a supporto della nostra visione di politica industriale di medio-lungo periodo». La crisi della produttività in atto «impone di puntare al rilancio degli investimenti. Per questo è cruciale la semplificazione di transizione 5.0 e l’attuazione puntuale del Pnrr. Attraverso questo accordo vogliamo promuovere un metodo di lavoro partecipato e inclusivo, che coinvolga tutti gli attori economici». Ma soprattutto il calo della produzione industriale si fronteggia «con un piano triennale di politica industriale, non possiamo pensare di correre dietro a ogni legge di bilancio. Serve pianificare effettivamente quali sono le necessità per fare in modo che le nostre imprese possano crescere». Le novità del nuovo contratto — che in 15 anni ha erogato finanziamenti per 450 miliardi — riguarderanno i processi di trasformazione sostenibile legati a Transizione 5.0; gli investimenti in nuovi modelli produttivi per aerospace, robotica, Ai e scienze della vita; l’accelerazione della transizione ecologica e dell’economia circolare; l’abitare sostenibile. Il nuovo quadriennio vedrà la creazione di una cabina di regia e di gruppi territoriali che lavoreranno a stretto contatto con i centri ricerca delle due istituzioni.
L’importanza dei salari
La firma è anche l’occasione per allargare la riflessione. Sia Messina che Orsini guardano a Bruxelles: «È indispensabile che ci sia una leadership in Europa che io oggi vedo pochissimo. Oggi chi appare con un governo stabile per definizione è l’Italia: c’è la possibilità per il nostro Paese di assumere una leadership anche europea», osserva il ceo di Intesa mentre per il presidente di Confindustria «serve un’Europa che sia compatta, che metta al centro di nuovo l’industria, perché per noi è fondamentale che l’industria sia di nuovo al centro». Messina poi — in consonanza con Mari Draghi che aveva detto «il modello economico basato su stipendi bassi non è più sostenibile» — avverte la necessità di una «forte riflessione sull’aumento dei salari collegata alla produttività, perché con un aumento dei salari si rende possibile un aumento dei consumi e inoltre si riducono le disuguaglianze che sono un punto centrale». E sottolinea che «il risparmio italiano dovrebbe essere per prima cosa investito in Italia il risparmio europeo in Europa»
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link