la crisi abitativa in Europa

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Decine di migliaia di persone si sono riunite a Barcellona il 23 novembre 2024 per partecipare a una delle piĆ¹ grandi manifestazioni mai tenutesi in Spagna contro i problemi abitativi, scandendo lo slogan: ā€œAffitti equi, subito!ā€. La cittĆ  si ĆØ unita allā€™ondata di mobilitazioni che negli ultimi mesi si sono sollevate a Madrid, Siviglia, Valencia e altre grandi cittĆ , tutte accomunate dalla richiesta urgente di una riforma abitativa: secondo un rapporto indipendente, i prezzi degli affitti in Spagna sono aumentati del 78 per cento nell’ultimo decennio.

Lā€™aumento degli affitti non ĆØ stato lā€™unico motivo per cui i manifestanti sono scesi in piazza. Una delle richieste principali della societĆ  civile in Spagna ĆØ stata quella di garantire un accesso alle abitazioni inclusivo e non discriminatorio, un problema che colpisce non solo i residenti stranieri, ma anche gli spagnoli appartenenti a vari gruppi etnici e minoranze religiose.

Uno studio finanziato dal governo e pubblicato nel 2020 dallā€™organizzazione Provivienda ha rivelato che sette agenzie immobiliari su dieci in Spagna rifiutano di affittare o vendere immobili a persone in base alle loro origini, anche se soddisfano tutti i requisiti. Un problema che non riguarda solo la Spagna: lā€™Agenzia dellā€™Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) ha registrato che il 31 per cento delle persone di origine africana in Europa ha subito discriminazioni razziali nel tentativo di affittare o acquistare un appartamento o una casa tra il 2016 e il 2022. Per quanto riguarda i musulmani, il 26 per cento ritiene che il proprio background abbia impedito loro di accedere a unā€™abitazione.

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Nel 2022, lā€™Osservatorio per i diritti sociali e la giustizia ecologica (DESCA) con sede a Barcellona ha dichiarato: ā€œIl diritto alla casa ĆØ incompleto finchĆ© persiste il razzismoā€. Miguel Ruiz, ricercatore nel settore abitativo presso lā€™osservatorio e collaboratore nello studio di Provivienda, ha svelato a Voxeurop che ā€œesiste una grande parte della popolazione totalmente esclusa dal mercato immobiliare a causa del colore della pelle, del nome, del cognome o dellā€™accentoā€.

ā€œDanni irreparabili alla personaā€

Miguel Ruiz sostiene di osservare quotidianamente questo fenomeno attraverso il suo lavoro di ricerca, tuttavia aggiunge: ā€œPossiamo contare solo su due sanzioni a livello nazionale, entrambe emesse dal comune di Barcellonaā€.

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La mancanza di sanzioni ĆØ allarmante, considerando i risultati degli studi piĆ¹ recenti. Il livello di discriminazione diretta nel mercato immobiliare spagnolo ĆØ del 72,5 per cento. Lo studio di Provivienda indica che in queste situazioni, le agenzie immobiliari accettano esplicitamente di non offrire contratti a persone di origine straniera.

Nei casi in cui le clausole discriminatorie non vengono accettate apertamente, lo stesso studio mostra che l’81,8 per cento delle agenzie praticano forme di discriminazione diverse, chiedendo un prezzo piĆ¹ alto, riducendo la durata del contratto o aggiungendo clausole abusive.

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ā€œPotrebbero vivere in altri posti e in condizioni migliori a giudicare dal loro potere dā€™acquisto, ma alla fine finiscono per vivere in luoghi peggiori nelle periferie,ā€ afferma Ruiz. In effetti, gli appartamenti piĆ¹ grandi vengono offerti piĆ¹ spesso ai residenti locali (50,4 per cento) rispetto a coloro che vengono percepiti come stranieriĀ  (39,8 per cento), a paritĆ  di potere dā€™acquisto e numero di membri della famiglia.Ā 

ā€œQuesto ha effetti psicologici a lungo termine, perchĆ© sentirsi deumanizzati o trattati come cittadini di seconda classe non ĆØ cosa da poco,ā€ sottolinea Ruiz. Un rapporto pubblicato lo scorso dicembre dallā€™osservatorio DESCA mostra che le persone che vivono in condizioni di insicurezza abitativa, a prescindere dalla loro nazionalitĆ , hanno una salute mentale peggiore rispetto alla media della popolazione, con oltre l’80 per cento degli intervistati che presenta questi segni.

ā€œCredo che il sentimento di rifiuto causi danni irreparabili alla personaā€, attesta Aziz Sabbani mentre descrive la sua esperienza personale di discriminazione, avvenuta quando cercava di trasferirsi in un appartamento qualche anno fa. Quando aveva trattato con l’agenzia immobiliare al telefono, sembrava tutto a posto, fino al giorno della firma del contratto, non appena gli agenti videro il suo nome.

Le principali vittime: persone di origine africana e musulmani

Casi importanti come la denuncia del 2005 in Austria contro annunci immobiliari che recitavano ā€œsolo austriaciā€ o ā€œniente stranieriā€, o la multa del 2012 a due sorelle francesi che si rifiutarono di affittare a una coppia algerina con la motivazione che ā€œnon volevano arabi in casaā€, e molti altri, hanno reso i cittadini e gli attori del settore abitativo in Europa ā€œsempre piĆ¹ consapevoli delle leggi contro la discriminazioneā€.Ā 

Secondo un rapporto della Commissione europea giĆ  nel 2013, questo ha portato a una riduzione della discriminazione esplicita e degli annunci apertamente discriminatori, che sono diventati ā€œsempre piĆ¹ rariā€. Tuttavia, il rapporto sottolinea che ĆØ ā€œincredibilmente difficile dimostrare che il rifiuto di affittare una proprietĆ  sia basato su motivi di discriminazione vietatiā€.

In ogni caso, commenti meno espliciti non stanno a indicare che la situazione stia migliorando. Nicole Romain, portavoce dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (Fra), rivela a Voxeurop che l’ultimo rapporto e i risultati del sondaggio ā€œdenotano un crescente aumento dell’intolleranza e dell’odio in tutta Europa, che colpisce troppe persone, tra cui ebrei, musulmani, persone di origine africana, rom e migrantiā€. In particolare, le persone di origine africana e i musulmani ā€œsperimentano la discriminazione piĆ¹ grave nei mercati del lavoro e immobiliari, che incide non solo sulle loro prospettive future ma anche su quelle dei loro figliā€.

La seconda edizione dei rapporti dellā€™Agenzia ā€œEssere di coloreā€ e ā€œEssere musulamani in Ueā€ mostra che la discriminazione che questi gruppi subiscono quando cercano un posto in cui vivere ĆØ aumentata rispetto al 2016 del 21 per cento per i primi e del 22 per cento per i secondi. A causa di queste pratiche discriminatorie, una persona su due di origine africana (45 per cento) vive in condizioni di sovraffollamento abitativo, un dato 2,5 volte piĆ¹ alto rispetto alla popolazione generale dell’Ue. Per quanto riguarda i musulmani, la percentuale ĆØ del 40 per cento.

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ā€œSecondo il nostro sondaggio del 2022, le percentuali piĆ¹ elevate di discriminazione razziale nell’accesso agli alloggi sono state registrate in Germania (62 per cento), Austria (49 per cento), Belgio (44 per cento) e Italia (43 per cento)ā€, afferma la portavoce della FRA. ā€œAnche i partecipanti musulmani hanno riferito di aver affrontato alti livelli di discriminazione razziale nell’accesso alle abitazioni, con le percentuali piĆ¹ alte in Germania (54 per cento), Austria (50 per cento), Belgio e Finlandia (43 per cento in entrambi).ā€

Juan Carlos Benito SĆ”nchez, esperto di diritti umani specializzato in abitazioni, racconta a Voxeurop che i paesi dell’Europa occidentale, in particolare il Belgio, dove abita, hanno sistemi di monitoraggio migliori.

ā€œIn un paese come il Belgio ci sono istituzioni solide, ben finanziate, contro la discriminazione, che svolgono studi e ricevono denunce dirette da parte di persone che si sentono discriminate, avendo la possibilitĆ  di presentare una denuncia e avviare un’indagine,ā€ spiega. ā€œIn Spagna il sistema non ĆØ cosƬ forte.ā€Ā 

Un appello per porre fine allo status quo immobiliare

Sia in Spagna che nel resto dei paesi europei, Benito SĆ”nchez ritiene che ā€œil diritto alla non discriminazione venga sottoutilizzato per rispondere alle sfide legate all’accesso alle abitazioni”. Il piĆ¹ recente rapporto sui diritti fondamentali della FRA sottolinea che l’aumento dei prezzi delle abitazioni ā€œsta a significare che molte persone, non solo quelle con origini migratorie, non possono permettersi di riscaldare le proprie case o di affittare un alloggio adeguatoā€, spiega la portavoce Nicole Romain a Voxeurop.

ā€œNel 2022, il numero di europei che non potevano permettersi di riscaldare adeguatamente le loro abitazioni ĆØ salito a piĆ¹ di 40 milioni (il 9,3 per cento della popolazione)ā€ aggiunge. Sulla base di ciĆ², l’agenzia chiede ai paesi di utilizzare le prove esistenti per applicare le leggi giĆ  in vigore e porre fine alla discriminazione nel settore abitativo, considerando che combattere la povertĆ  e l’esclusione sociale ĆØ uno degli obiettivi principali del piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali, da raggiungere entro il 2030, e che il piano d’azione 2021-2027 sull’integrazione e l’inclusione ribadisce che ā€œl’accesso a un alloggio adeguato e aĀ  un prezzo accessibile ĆØ cruciale per il successo dellā€™integrazioneā€.

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Per Miguel Ruiz, la discriminazione nellā€™accesso alle abitazioni e la crisi generale dei prezzi sono collegate e si possono risolvere allo stesso modo: combattere l’attuale status quo che permette alle agenzie immobiliari di non osservare le normative.

ā€œLe agenzie immobiliari da anni sono autorizzate a non rispettare le leggi, questo significa che possono stabilire clausole abusive, evitare di informare correttamente gli inquilini, assistere i proprietari nello svolgere attivitĆ  fraudolente e a discriminare,ā€ attesta. ā€œĆˆ inaccettabile che gli attori del mercato immobiliare, che ĆØ un diritto fondamentale, non vengano correttamente monitorati e supervisionati. ƈ necessario un impegno maggiore da parte delle amministrazioni pubblicheā€.



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