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L’Intelligenza artificiale è il futuro di internet? immagine generata con AI da Muhammed Bello Buhari, usata con licenza.

Di Muhammed Bello Buhari

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Oggi, postando un video su una piattaforma social, puoi essere sicuro che in pochi secondi verrà visto da persone in tutto il mondo. Non importa che tu sia in un remoto villaggio indonesiano, nelle vibranti strade di Sao Paulo in Brasile o nella vivace città di Lagos in Nigeria, il tuo video supererà tutti i confini per raggiungere in maniera istantanea milioni di persone. L’attuale struttura di internet rende possibile, senza soluzione di continuità, questa comunicazione senza confini, permettendo la collaborazione e lo scambio di idee a grande distanza. Nonostante occasionali restrizioni imposte dai governi, la struttura di base di internet, unificata ed interconnessa, resta la stessa in tutto il mondo e trascende i confini geografici e politici.

Ma tutto questo potrebbe cambiare. Nel 2024 sono iniziate discussioni critiche che potrebbero riformare la gestione di internet, ed i dibattiti si stanno estendendo al 2025.  La posta in gioco è la trasformazione da un modello multistakeholder [it, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] [N.d.T.] – in cui governi, imprenditori, società civile e comunità tecniche condividono la responsabilità – ad un approccio gestito dai governi. Gli argomenti in discussione comprendono l’ open internet, la connettività, l’intelligenza artificiale (AI), le infrastrutture digitali, i diritti umani e gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs). Il punto focale di queste discussioni è la domanda critica: il modello multi-stakeholder, che ha salvaguardato un internet aperto ed inclusivo, potrà sopravvivere?

Come funziona internet – e perchè è importante?

internet è stato sviluppato per essere decentralizzato, una rete di reti dove nessuna singola entità possiede il controllo assoluto. Questa struttura ha permesso una pari partecipazione, innovazione ed un libero interscambio di idee. Gli standard aperti che permettono un’interconnessione senza soluzione di continuità ed un modello di governance multi-stakeholder [en] hanno permesso ad internet di crescere trasformandosi in una piattaforma globale in continua trasformazione, permettendo a chiunque di strutturare una rete senza approvazione centralizzata. La funzionalità di internet viene delineata dal modello di interconnessione aperta di sistemi (OSI), che comprende i livelli di applicazione, presentazione, sessione, trasporto, rete, connessione ai dati e infrastruttura fisica. 

Nel tempo, società come Facebook (Meta), Google e Amazon, inizialmente focalizzate sul livello di applicazione (servizi come i social media, i motori di ricerca ed il commercio online) hanno integrato livelli verticali multipli che comprendono infrastrutture come i cavi sottomarini ed i centri dati. Questa integrazione verticale consolida il potere, permettendo a queste società di non controllare solamente i servizi, ma anche i livelli fisici e di rete di internet. Questa concentrazione di influenza interrompe l’architettura decentralizzata, fornendo loro una leva sproporzionata sui canali di comunicazione globali e creando dubbi su potenziali pratiche di monopolio. Queste dinamiche sottolineano l’importanza di una solida governance che assicuri apertura, universalità ed equo accesso a tutti i livelli di internet.

Perché è importante?

I livelli di applicazione governano parti integrali della vita giornaliera come i social media, l’e-commerce ed la navigazione web. Sotto a questi, il livello di rete assegna indirizzi unici di Protocollo Internet (IP) a ogni dispositivo a livello mondiale, permettendo la connettività. Al momento l’allocazione degli indirizzi IP ed i controlli vengono gestiti da un sistema gerarchico controllato dall’Internet Assigned Numbers Authority (IANA) e dai Regional Internet Registries (RIRs), che garantisce un’equa distribuzione ed una supervisione decentralizzata. Se il controllo sugli IP dovesse però venire centralizzato, avrebbe un immenso potere sulla comunicazione globale e sul flusso di informazioni. Ciò rende la governance di internet cruciale non solo per proteggere la libertà di espressione, ma anche per sostenere i principi di decentralizzazione che formano le basi di internet.

Perché il 2025 è un anno critico?

Il 2025 è un momento critico per il futuro di internet, modellato da due tendenze globali e l’adozione del Compatto digitale globale (GDC) [en]. In primo luogo, i governi affrontano una crescente pressione – accelerata dalla  pandemia COVID-19 — a regolare l’ecosistema digitale. La pandemia ha esposto la vulnerabilità degli spazi digitali alla diffusione di disinformazione, criminalità informatica ed infrazioni della privacy online, amplificando le richieste di maggiori regolamenti di contenimento. Nel 2022 oltre un quarto dei governi a livello mondiale aveva messo in opera limitazioni nazionali [en] volte a governare le piattaforme digitali, i contenuti online ed i dati degli utenti. Inoltre, i modelli di internet a controllo statale, rappresentati da nazioni come la Cina [en] stanno modificando il panorama digitale. Le  “nuove proposte IP” [en] cinesi agli enti normativi internazionali quali ISO [en] e ITU [en] permetterebbero il controllo statale su ogni dispositivo connesso in rete, utilizzando termini come “sicurezza nazionale” e “sovranità nazionale” per giustificare le restrizioni all’apertura ed all’interconnessione. Questo cambiamento è ulteriormente esacerbato da nazioni come la Russia, che ha reso noto il suo intento di creare reti isolate [en], minacciando la struttura base dell’internet globale come “rete di reti”. 

Il controllo di infrastrutture critiche come gli indirizzi  IP è essenziale per garantire che le comunicazioni globali rimangano aperte ed accessibili. Immaginate, ad esempio, un piccolo commercio online in Kenya che dipenda dallo scambio internazionale con i clienti europei. Se l’internet globale dovesse spezzarsi in reti isolate, quest’attività potrebbe perdere dal giorno alla notte l’accesso ai mercati internazionali, devastando i propri commerci ed i mezzi di sostentamento che ne derivano. Questi scenari sottolineano l’importanza della posta in giorno nel mantenimento di un internet aperto ed interconnesso.

In risposta, nel settembre 2024 è stato adottato al summit ONU per il futuro [en] il GDC  [en]— negoziato da 193 stati membri e parte del più ampio Patto per il futuro [en]. I punti chiave del GDC comprendono impegni ad inserire nelle politiche di controllo digitale l’accesso universale ad internet, la promozione di sistemi etici di intelligenza artificiale, un’incremento nella collaborazione sulla sicurezza informatica e la garanzia del rispetto dei diritti umani.  Inoltre, punta ad affrontare i divari digitali promuovendo uno sviluppo inclusivo ed equo delle tecnologie digitali.

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In particolare il GDC eleva il ruolo dell’Ufficio dell’Inviato tecnico del Segretario generale delle Nazioni Unite ad una posizione centrale, consolidando l’autorità in precedenza suddivisa tra enti con sede a Ginevra, come  ITU e UNCTAD. Se da una parte questo cambiamento ha lo scopo di snellire il controllo, dall’altra solleva preoccupazioni in merito all’esclusione di attori non statali dai processi decisionali. I critici [en] temono che questa centralizzazione, nella sua implementazione, possa marginalizzare il modello multi-stakeholder e rischi di trascurare l’integrazione dei principi di protezione dei diritti umani. Questi sviluppi coincidono con il il rapporto  del summit mondiale delle società di informazione  (WSIS)+20 [en] il cui compito è verificare l’implementazione ed il progresso degli esiti del WSIS 2005 [en], compreso l’IGF. La posta in gioco è chiara: internet è a un bivio tra l’apertura democratica ed il controllo autoritario. 

L’IGF e il rapporto WSIS+20 : cosa c’è in gioco?

Una questione pressante è il futuro del forum di governo Internet (IGF), una piattaforma multi-stakeholder con radici nel WSIS 2005, sottoposta a rivalutazione durante la revisione WSIS+20. Nonostante i suoi difetti [en], come la mancanza di potere decisionale e scelte controverse di accoglienza, come l’Arabia Saudita nel 2024, l’IGF rimane una delle piattaforme più efficaci per la convocazione di diversi stakeholders. Fornisce uno spazio unico per discussioni basate sui diritti umani e scelte consensuali sulla gestione di internet.

Una sfida emergente è la narrazione mutevole nei forum globali, dove i diritti umani sono sempre più limitati alla luce dello sviluppo economico anziché delle libertà come l’espressione e la partecipazione. Questo spostamento, guidato da attori statali ed alcune organizzazioni internazionali, riflette l’enfasi crescente sulle economie digitali e gli investimenti infrastrutturali come pietre miliari delle agende di sviluppo nazionali e globali. Se da una parte queste priorità vanno al passo con obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), dall’altra rischiano di mettere da parte le discussioni critiche sulla protezione dei diritti individuali e delle libertà a favore di imperativi economici.

Cosa si deve fare per salvaguardare la governance di internet?

È essenziale agire immediatamente. La società civile deve riunirsi per proteggere un internet inclusivo, aperto ed equo. Un modello multi-stakeholder — trasparente, partecipatorio ed affidabile — è essenziale al mantenimento di internet come piattaforma globale interoperabile. Preservarne l’essenza richiede controllo e l’adozione di azioni per controbattere gli sforzi di centralizzazione del potere od indebolimento dei principi di governo. Gli azionisti devono contribuire a strutturare i processi della futura governance di internet, soprattutto il  Global Digital Compact (GDC) e il rapporto WSIS+20. Il programma del  GDC 2025 comprende approvazione [en], una mappa di implementazione [en], una fase di revisione ed una revisione ad alto livello entro il 2027. Parimenti il WSIS+20 invita a fornire riscontri [en] sulle linee di azione WSIS entro il gennaio 2025 e consultazioni [en] per indirizzare le lacune nell’ordine del giorno entro il marzo 2025. Questi processi sono opportunità critiche per richiedere politiche trasparenti ed inclusive a sostegno di un internet aperto. 

L’urgenza è chiara. Internet ha subito una sostanziale trasformazione dal WSIS di Ginevra del 2003 [en] diventando parte integrale della vita moderna. Le sfide emergenti, come l’AI e la frammentazione geopolitica, mettono a rischio i suoi principi fondamentali, ma il modello multi-stakeholder resta uno strumento essenziale per navigare queste difficoltà. La società civile deve amplificare la coscienza a livello locale e globale, impegnandosi nelle iniziative nazionali e regionali di IGF [en] e collaborare direttamente con i legislatori. Un’efficace comunicazione e la sottolineatura del ruolo di internet nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile sono strategie essenziali. Dando priorità ai diritti umani, sostenendo l’inclusione digitale e strutturando politiche eque, gli attori possono garantire che internet resti uno spazio democratico ed innovativo per generazioni.



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