Modena, svolta nella sparizione di Salvatore Legari: «Ucciso da un cliente-debitore»

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Modena È svolta nelle indagini sulla scomparsa di Salvatore Legari, l’imprenditore edile 54enne di Modena cui si sono perse le tracce il 13 luglio 2023. Martedì mattina all’alba i carabinieri (Reparto operativo-Nucleo investigativo e della Compagnia di Modena-Nor Sezione operativa) hanno dato esecuzione all’ordinanza emessa dal gip di Modena che ha disposto la custodia cautelare in carcere per il 38enne Alex Oliva. Per l’idraulico di Sassuolo, finora indagato per sequestro di persona, è scattata l’accusa pesantissima di omicidio volontario e occultamento di cadavere. La scomparsa Legari, originario di San Pancrazio Salentino (Brindisi) , padre di un figlio e una figlia avuti dall’ex moglie, da più di vent’anni lavorava tra Modena e Bologna nell’edilizia. Il 13 luglio 2023 uscì dalla casa di Modena in cui viveva con la compagna rumena 32enne per recarsi nel cantiere di Lesignana, di proprietà di Oliva, con il suo furgone Citroen Jumpy bianco. E non rientrò mai.

Già alle 16.19 non rispondeva più ai messaggi. Il giorno dopo la compagna fece la denuncia di scomparsa. Sempre il 14 il suo telefono smise di funzionare. Il suo furgone, con dentro indumenti ed effetti personali tra cui le sue carte di credito, venne ritrovato a Sassuolo il 22 luglio, nel quartiere di Borgo Venezia, abbandonato con le chiavi dentro davanti a un passo carrabile. Le indagini Per far luce sul giallo è stata messa in campo un’articolata, complessa e prolungata attività d’indagine, coordinata dalla Procura, che ha visto anche ampie operazioni di ricerca sul territorio disposte dalla Prefettura. I sospetti dei carabinieri si concentrarono ben presto sul cantiere in cui aveva lavorato a Lesignana, al punto che a settembre 2023 si arrivò a scavare, con l’ausilio anche dei vigili del fuoco, nel cortile alla ricerca di un cadavere, che non venne trovato. Oliva venne però indagato per sequestro di persona. I carabinieri continuarono con una serie di attività tecniche, esami di filmati di videosorveglianza e di telecamere stradali, comunali e private, e sentendo anche numerosi testimoni. Tutti gli indizi, secondo gli inquirenti, stringevano sempre di più il cerchio attorno a Oliva. Il furgone e il depistaggio Hanno avuto un ruolo fondamentali le telecamere in questa indagine. Dalla videosorveglianza pubblica e privata infatti – insieme all’analisi del tabulato del telefono di Legari e l’aggancio alle varie celle – i carabinieri sono arrivati a ricostruire con precisione, nei luoghi e negli orari, il tragitto fatto dal furgone di Legari dal cantiere di Lesignana al luogo di Sassuolo in cui fu ritrovato. Un tragitto fatto in un momento in cui il 54enne con tutta probabilità era già stato ucciso.

Eppure in apparenza c’era Legari alla guida, in quella che si è poi scoperto essere stata, secondo gli inquirenti, un’astuta mossa di depistaggio. Le telecamere infatti inquadravano alla guida un uomo con la stessa maglietta indossata da Legari quando uscì di casa. A un primo riscontro superficiale, si poteva pensare che fosse lui. I carabinieri erano invece convinti che ci fosse stato qualcun altro alla guida, per questo hanno chiesto e ottenuto dalla Procura, guidata da Luca Masini, una consulenza foto-antropometrica che è risultata decisiva: l’analisi approfondita delle fattezze della persona alla guida hanno infatti portato a escludere che fosse Legari. Erano invece fattezze del tutto compatibili con Oliva. Il cerchio attorno a lui si stringeva ancora di più. L’hard disk Ma c’è stato anche un altro elemento che ha portato altri gravi indizi di colpevolezza. Quando sono andati per acquisire i filmati di videosorveglianza nella sua casa-cantiere infatti i carabinieri hanno scoperto che l’hard disk era stato sostituito. È nato subito il sospetto che Oliva lo avesse fatto per impedire l’acquisizione di immagini per lui pregiudizievoli: le immagini di quello che era successo nel cantiere. Il movente Una lite, legata per gli inquirenti a questioni economiche considerate il movente del delitto. Legari infatti vantava un credito importante nei confronti di Oliva, si parla di 16mila euro, per i lavori che aveva fatto nella ristrutturazione della sua casa a Lesignana. Quel fatidico 13 luglio si era recato nel cantiere per ricevere i suoi soldi. Ma invece secondo i carabinieri ha trovato la morte. Anche se è tuttora buio fitto sulla sorte del cadavere. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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