25 anni dalla morte
“Sono l’uomo piĆ¹ di sinistra degli ultimi trent’anni, solo che non sono comunista’”, diceva Craxi di se stesso
“Craxi, uomo solidamente antifascista, ĆØ stato giusto con la destra in quel momento ostracizzata, e non ha mai pensato che chi votava Msi fosse un cittadino di serie B. Ma questo non ha nulla a che vedere con alcune rivisitazioni che vanno oltre lāomaggio e sanno di ricerca perenne di legittimazione”, dice Bobo
Quattro libri a 25 anni dalla morte, quattro autori diversi (Aldo Cazzullo con āCraxi lāultimo vero politicoā, Massimo Franco con āIl fantasma di Hammametā, Fabio Martini con āControventoā, Stefania Craxi con āAllāombra della storiaā). E, due giorni fa, per la presentazione di due dei suddetti volumi (su iniziativa del presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri), una sala del Senato gremita di personalitĆ del centrodestra al governo, oltre che di amici, cronisti, ex avversari politici: la figura di Bettino Craxi, vista dalla distanza che separa il gennaio del 2025 dal 19 gennaio del 2000, giorno in cui il leader socialista ha lasciato il mondo ad Hammamet, si staglia su un fondale di riflessione, rivalutazione, rivisitazione di una storia ancora difficile da pensare e raccontare.
CāĆØ chi, come il presidente del Senato di FdI Ignazio La Russa, ha parlato di Craxi come del primo sovranista italiano, a proposito della crisi di Sigonella tra Italia e Stati Uniti, nel 1985. Ma cāĆØ anche chi, come Bobo Craxi, figlio di Bettino, pensa che āil ripetuto tentativo ā Ā cui si presta purtroppo anche mia sorella Stefaniaā di portare la figura di Craxi Ā verso destra, porti di rimando a sviluppare āuna sorta di anchilosiā e a āincoraggiare lāindifferenza in una parte della sinistra postcomunistaā. āMio padreā, dice Bobo, āera avversato dai comunisti, non dalla sinistra. Lo diceva lui stesso: āSono lāuomo piĆ¹ di sinistra degli ultimi trentāanni, solo che non sono comunistaā. Io penso ci sia un confine storico-ideologico da non oltrepassare: Craxi, uomo solidamente antifascista, ĆØ stato giusto con la destra in quel momento ostracizzata, e non ha mai pensato che chi votava Msi fosse un cittadino di serie B. Ma questo non ha nulla a che vedere con alcune rivisitazioni che vanno oltre lāomaggio e sanno di ricerca perenne di legittimazione.
Mi colpisce poi il fatto che la destra scelga la crisi di Sigonella come elemento rievocativo del supposto sovranismo di Craxi: sembra dimenticare che lāMsi di Giorgio Almirante non era dāaccordo con le decisioni di mio padre. E Craxi, piĆ¹ che attaccare Washington, decise allora di applicare le leggi dello Stato italianoā. Al di lĆ di questo, al figlio piacerebbe āche oggi fossero presenti, nel momento del ricordo, tutta lāamarezza e il doloreā che hanno permeato il quinquennio precedente alla morte del padre: āUn quinquennio la cui storia dovrebbe essere riscrittaā, dice Bobo, che vorrebbe fosse sottolineato anche e soprattutto lāaspetto del Craxi ācostruttore dellāEuropa democratica, fondatore del Pse. La critica di Craxi a una certa Europa ha preso poi di mira la deriva tecnocratica, non lāideale comunitarioā. Il riconoscimento ex post del ruolo di Craxi ha a che fare, dice Bobo, ācon quella che ormai ĆØ una realtĆ accettata trasversalmente: la fine per mano violenta, e giudiziaria, della Prima Repubblica. CāĆØ perĆ² un non detto: il sabba di Mani Pulite ha innescato, nei partiti di destra e di sinistra, un processo di autolegittimazione. Questo mentre a mio padre, ad Hammamet, non veniva dato credito. Oggi a Craxi viene riconosciuta la statura di uomo politico vero, dotato di visione, fermezza ideologica, coraggio. Se hai coraggio puoi anche sbagliare. Ma una cosa, ripeto, ĆØ indubbia: Craxi, uomo di sinistra, del Psi ĆØ stato il leader, ma del Pse che si oppone alle destre ĆØ stato il fondatoreā.Ā
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