Nuova Cremasca, l’ipotesi più «efficace» costa 142 milioni

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Se ne è parlato molto negli ultimi mesi, anche sul territorio, negli incontri con amministratori comunali della pianura orientale. Ora per la «Nuova Cremasca», in variante alla Sp 591, arriva un primo importante passaggio tecnico: gli uffici della Provincia hanno completato il «Documento di fattibilità delle alternative progettuali» (Docfap). In sostanza, i tecnici di Via Tasso – il lavoro è stato coordinato dal dirigente Massimiliano Rizzi con Matteo De Feudis – hanno vagliato tre scenari di intervento: non fare nulla, realizzare il tracciato proposto dall’attuale Ptcp (Piano territoriale di coordinamento provinciale), oppure sviluppare un’alternativa che ricalca in parte un vecchio progetto del 2011, mai portato avanti.

Alla fine delle analisi «multicriteria» su pro e contro, proprio quest’ultima è stata ritenuta a livello tecnico la soluzione più efficace. La strada si distaccherebbe dall’attuale intersezione tra la provinciale 591bis – che scende dall’aeroporto di Orio – e la Tangenziale Sud a Zanica, per poi scendere verso la Bassa, superando la provinciale «Francesca» e avvicinandosi al Serio, in territorio di Martinengo. Qui verrebbe realizzato un nuovo ponte sul fiume, per poi scendere fino ad allacciarsi al «Ring», la circonvallazione di Romano di Lombardia. Il costo stimato per i 12,5 chilometri circa dell’infrastruttura è di 142 milioni di euro. L’opera di maggior rilievo sarebbe il ponte sul fiume, per una lunghezza di circa 300 metri.

Obiettivo: «alleggerire» la Francesca

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E proprio il nuovo attraversamento è tra i vantaggi individuati dagli addetti ai lavori per questa soluzione: permetterebbe infatti di alleviare la congestione di quello sulla Francesca, uno dei punti più critici della zona. La nuova strada offrirebbe inoltre la possibilità di affiancare percorsi per favorire la mobilità dolce, e la distanza dai centri abitati ridurrebbe il disturbo per i residenti. Non mancano però alcune criticità: con questa ipotesi – rispetto al tracciato dell’attuale Ptcp, che si appoggerebbe in parte ancora sulle esistenti statale 42 e Francesca, non creando di fatto una completa alternativa – sarebbero maggiori i costi e i tempi di realizzazione, ma pure il consumo di suolo, oltre al fatto che il nuovo ponte sul Serio si troverebbe all’interno del Parco regionale, dunque in una zona delicata dal punto di vista naturalistico.

Gli aspetti ambientali

Per entrambi i tracciati, in realtà, in un incontro di alcune settimane fa i rappresentanti del Parco del Serio avevano evidenziato alcuni temi di attenzione, quali la presenza di fontanili nella zona, gli ambienti di pregio, la necessità di tener conto, per il ponte, delle «fasce di espansione» del fiume Serio. Già il «Docfap» evidenzia la necessità di prevedere adeguate mitigazioni e compensazioni.

Nel complesso, comunque, il tracciato «da Ptcp» a livello tecnico non sarebbe considerato risolutivo, con miglioramenti solo parziali, mentre l’alternativa è valutata come più efficace. «L’investimento – si legge nella conclusione della relazione – rappresenta una soluzione sostenibile per migliorare la viabilità, ridurre le criticità esistenti e garantire un’infrastruttura moderna ed efficiente».

Qualcuno sul territorio ha sollevato anche l’opzione di non attraversare il Serio, scendendo da Cologno verso il casello Brebemi di Bariano: un’ipotesi tuttavia non vagliata nello studio, che si è basato su tracciati già analizzati in passato.

Le reazioni politiche

«A fronte di un’opera sentita e richiesta dai territori, la Provincia ha lavorato per dare una risposta, valutando quale potesse essere il percorso con il miglior rapporto costi-benefici – spiega il presidente di Via Tasso, Pasquale Gandolfi –. Si tratta per ora di valutazioni tecniche, naturalmente ce ne dovranno essere altre, anche sul piano politico». Quel che per ora emerge è che «la previsione del Ptcp, che si inserisce sulla Francesca, non risolverebbe completamente il problema, anzi, potrebbe intensificare il traffico nella zona. La nuova versione avrebbe costi più alti, ma effetti migliori dal punto di vista del traffico».

Gandolfi sottolinea che «l’opera è sicuramente strategica, a un livello che va anche oltre quello provinciale: la vicinanza dell’aeroporto e delle logistiche, il collegamento tra le valli e la pianura orientale sono temi che possono avere un peso regionale. Anche nazionale, se il ministero dovesse riconoscere una valenza di questo tipo alla proposta di polo intermodale a Cortenuova». Anche perché pare chiaro che il costo di 142 milioni non sia sostenibile da Via Tasso: il dialogo con gli enti superiori sarà necessario, a partire da Palazzo Lombardia.

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Proprio il consigliere regionale Giovanni Malanchini (Lega), che con il collega azzurro Jonathan Lobati ha seguito a più riprese i tavoli dei sindaci, assicura «il massimo impegno a lavorare con i livelli regionali e nazionali per cercare le fonti di finanziamento necessarie per un’opera non più rinviabile. La possibilità che nasca un polo intermodale nella zona la rende ancora più importante. Intanto complimenti alla Provincia per essersi presa a cuore la questione». Di «asse essenziale per lo sviluppo del territorio» parla anche Lobati: «Aspettiamo ora di vedere nel dettaglio quanto studiato dalla Provincia».



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