Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio 2025
La curva di apprendimento dell’artroscopia dipende da skill neuromotorie che si possono acquisire in vari modi. L’apprendimento su simulatori di artroscopia è più veloce per chi ha giocato ai videogiochi e per chi ha praticato alcuni sport
Da quando nel 1912 il chirurgo danese Severin Nordentoft, considerato il padre dell’artroscopia, sviluppò un endoscopio modificato per la visualizzazione diretta dell’articolazione del ginocchio, è cambiato letteralmente il mondo.
L’apprendimento del gesto chirurgico è un processo lungo che richiede osservazione, riproduzione e ripetizione guidata, per arrivare all’empowerment, ovvero all’acquisizione della capacità di operare in modo indipendente e in sicurezza per il paziente.
Quando si parla di artroscopia però, oltre all’apprendimento del gesto chirurgico, al giovane chirurgo è richiesto anche un insieme iniziale di abilità psicomotorie specifiche. Coordinazione occhio-mano, triangolazione e capacità di lavorare in tre dimensioni basandosi su informazioni visive bidimensionali sono competenze neuromotorie che si possono apprendere indipendentemente dalla formazione alla procedura artroscopica. L’artroscopia richiede infatti azioni dirette come nella chirurgia aperta, ma utilizza una rappresentazione tridimensionale dello spazio e azioni adattate alla visione indiretta restituita dalla telecamera. Alcune situazioni poi richiedono all’operatore di tenere la telecamera e gli strumenti in una posizione invertita di 180° nel piano assiale, con le loro estremità distali puntate verso l’operatore stesso. Questo movimento a specchio aumenta non poco la complessità dell’apprendimento della tecnica artroscopica.
Videogiochi e tecnica artroscopica
Nelle fasi iniziali di apprendimento dell’artroscopia di ginocchio, ad esempio, alcuni studi condotti su tirocinanti di chirurgia hanno evidenziato che giocare o avere un’esperienza cumulativa nei videogiochi, cioè averci giocato in passato, aumentava la velocità di acquisizione dei gesti e della coordinazione necessarie all’uso dell’artroscopio. In pratica, la passione per i videogiochi sistematici 3D, cioè quelli in cui dopo un livello ne viene un altro (Super Mario 3D, Mario Galaxy, World, solo per citarne alcuni) e per i videogiochi sistemici, cioè quelli che presentano una struttura di base in cui i livelli sono intersecati fra loro e la struttura “cade” se manca un livello (Zelda: Ocarina of Time, per esempio), sembra essere una buona base per accelerare la fase iniziale di apprendimento, e forse ridurre il tempo, nei simulatori avanzati di realtà virtuale. Tanto che alcuni autori suggeriscono di tenere in considerazione, come fattore predittivo per valutare l’esito dell’apprendimento della simulazione chirurgica, le prestazioni degli studenti nei videogiochi intensivi, visuo-spaziali e sistemici.
Anche lo sport aiuta
L’apprendimento della tecnica di artroscopia sembra però essere indipendente dalla passione per i videogiochi, come dimostrano i dati di studi effettuati sui giovani chirurghi, specie se si introduce l’utilizzo di un simulatore per l’artroscopia nel percorso di formazione. Infatti, dopo 12 settimane di uso del simulatore, alcuni dati dicono che la differenza nella gestualità e coordinazione tra appassionati di videogiochi e non si riduce fino a scomparire, mentre altri più recenti introducono un altro aspetto innovativo. Sembra infatti che la capacità dei giovani chirurghi di apprendere l’artroscopia utilizzando un simulatore di realtà virtuale sia influenzata maggiormente dalla pratica regolare di sport che richiedono coordinazione occhio-mano, piuttosto che dall’uso di videogiochi. Tale associazione ha senso: infatti negli sport che richiedono coordinazione occhio-mano, come tennis, basket, arrampicata, gli sportivi devono essere in grado di eseguire e ripetere gesti motori grossolani e fini, come nell’artroscopia.
Tutti gli autori concordano però che la curva di apprendimento richiede innanzitutto una buona conoscenza dell’anatomia, della biomeccanica e della patologia dell’articolazione specifica. Una volta acquisiti questi concetti, l’apprendimento della tecnica artroscopica inizia da un percorso che dall’osservazione, riproduzione e poi ripetizione, va alla pratica su cadavere (poi su simulatore) e arriva in progressione guidata e controllata in sala operatoria.
Liana Zorzi
Giornalista Tabloid di Ortopedia
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