Agrigento capitale della cultura, la foto delle polemiche: solo uomini al vertice. “Questa è la destra in Sicilia: maschilista e patriarcale”

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Agrigento capitale della cultura maschile”, ironizza qualcuno sui social dopo l’ultima gaffe: un’immagine della presentazione del programma di Agrigento capitale della cultura che ritrae una carrellata di uomini seduti al tavolo della conferenza stampa, mentre sopra di loro campeggia uno spot che ritrae una ragazza abbracciata alla statua di un uomo. “Le donne solo nel manifesto”, commentano sui social. “E solo per essere abbracciate da un uomo”, ribatte qualcun altro. È così che l’infelice scatto rinfocola le polemiche sull’organizzazione, fin qui ricolma di inciampi e imbarazzi, dell’anno della cultura nella città siciliana. Dove sabato prossimo è atteso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

All’inaugurazione, salvo imprevisti, saranno presenti anche il ministro della Cultura, Alessandro Giuli e il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani. Il paradosso, infatti, è che nell’immagine ora oggetto di polemiche mancavano perfino altri due uomini, ovvero Giuli e Schifani. Un’assenza che ha fatto discutere e che per i più maligni era dovuta all’imbarazzo per la sfilza di gaffe fin qui collezionata in vista del grande evento: “Non può essere ovunque”, ha però tagliato corto l’assessore siciliano alla Cultura, il meloniano Roberto Scarpinato, riferendosi all’assenza del presidente della Regione (che pure era a Roma lo stesso giorno). Di certo, però, gli strafalcioni fin qui collezionati ad Agrigento hanno creato più di qualche imbarazzo al presidente che starebbe perfino meditando di commissariare la fondazione creata ad hoc per il grande evento. Una fondazione però creata con ritardo di un anno – come ha scritto Il Fatto Quotidiano -: lo statuto è stato depositato a febbraio del 2024 e con un consiglio di amministrazione composto addirittura di 8 membri tutti collegati con la politica, e, manco a dirlo, nessuno con specifiche competenze in ambito culturale.

Di certo, finora, i timori sul fallimento della manifestazione non sono stati pochi, tutti sospinti da una valanga di inciampi. In principio fu la siccità: i primi dubbi su Agrigento come capitale della cultura del 2025 erano, infatti, emersi dopo i primi allarmi sulla scarsità di precipitazioni e la notizia, poi sconfessata dal sindaco di Agrigento, Francesco Micciché, della fuga di turisti dalla città siciliana, lo scorso giugno. Di certo, da sempre, quella dell’Agrigentino è una delle zone più colpite dalla mancanza di acqua, – si pensi che l’erogazione regolare è di 2 o 3 giorni a settimana – quest’estate, tuttavia, la situazione si è aggravata e in un caso la proprietaria di un B&B ha dovuto mandare via un turista. Il problema riguarda infatti la zona del centro storico dove è impossibile installare autoclavi capienti e ci si arrangia con piccoli serbatoi sul tetto. Per la prossima stagione estiva la soluzione ipotizzata è quella del dissalatore, sarà fatto in tempo?

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Intanto, i lavori di manutenzione straordinaria in vista degli eventi culturali e dell’arrivo di turisti, hanno registrato qualche intoppo. I lavori fatti sul tetto del Teatro Priandello hanno creato un varco attraverso il quale la pioggia che è caduta direttamente sul palco, battendo. Un’infiltrazione d’acqua dal tetto che ha “annacquato” l’esibizione dell’orchestra jazz del conservartorio “Arturo Toscanini” e messo in evidenza i danni al tetto del teatro, dove proprio sabato si terrà l’inaugurazione di fronte al presidente della Repubblica. “I lavori erano già in corso, proprio per questo, gli operai acrobatici, camminando su un tetto fatto di tegole hanno probabilmente spostato alcune di queste e si è creata la fessura che ha fatto infiltrare l’acqua”, spiega a Ilfattoquotidiano.it l’assessore agrigentino ai Lavori pubblici, Gerlando Principato. Che assicura: “Sono state fatte delle prove adesso e il teatro è rimasto asciutto, quindi ci aspettiamo una giornata molto piovosa sabato ma nessun imprevisto, il problema è stato risolto”.

Prima ancora della pioggia sul palco, era stata la volta delle polemiche per l’evento di Natale, ma registrato alla Valle dei Templi ad agosto, con gli ospiti costretti a mise invernali. Qualche mese dopo, invece, erano apparsi i cartelli autostradali con vistosi errori di stampa. Poche righe e due strafalcioni: “Valle di templi” e “contrata”.

Adesso le polemiche si spostano sull’immagine che contempla soli uomini al tavolo di comando: “Quella foto rappresenta bene i limiti delle classi dirigenti della destra in Sicilia. Maschiliste, patriarcali, arruffone e senza visione”, commenta Sergio Lima, del Pd, che ha per primo rilanciato la posa della conferenza stampa romana. Secondo Lima, le responsabilità sono del governo regionale che “ha occupato, male, tutti gli spazi e ha poi lasciato il sindaco da solo a mettere la faccia su un disastro annunciato. Così rischia di naufragare l’ennesima occasione per la città e per la Sicilia. Tra uno svarione grammaticale, una pioggia in teatro e una sfrenata corsa a mettere pezze”. E mentre Pietrangelo Buttafuoco invoca il commissariamento, il regista Roberto Andò, in Sicilia per presentare il suo nuovo film, “L’Abbaglio”, non usa mezzi termini: “”Agrigento è uno dei posti più violentati della Sicilia. Ci vorrebbe un piccolissimo bombardamento per ricostituire il paesaggio e renderlo visibile”.



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