Bruxelles, il futuro dell’Italia dell’Ue al meeting di “Connact”

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Circa 300 rappresentanti delle istituzioni europee e 22 grandi aziende e 12 associazioni di categoria, pari al 47% del Pil italiano si sono incontrati nella capitale belga per affrontare le sfide future sotto la nuova Commissione Von der Leyen. Otto tavole rotonde su temi come la transizione energetica, tecnologia e sicurezza. Il portavoce del Parlamento europeo in Italia Carlo Corazza: è fondamentale per le imprese poter avere un confronto costruttivo con le istituzioni.

Michele Raviart – Città del Vaticano

“Creare una rete, creare scambi e poi passare all’azione”. Le parole di apertura del primo meeting annuale di “Connact”, piattaforma di eventi che favorisce il confronto tra soggetti privati e istituzioni attraverso momenti di incontro e networking, delineano quelli che sono stati gli obiettivi dell’incontro, che è si è svolto il 15 gennaio a Bruxelles e che ha avuto come tema “Il Sistema Italia nella Nuova Legislatura Ue”. “L’Europa deve tornare a essere motore di crescita. Il primo cantiere è quello della competitività e occorre una vera politica industriale comune, capace di fare del sistema produttivo europeo molto più della semplice somma dei sistemi produttivi nazionali”, ha affermato Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano in un messaggio rivolto ai partecipanti, circa 300 rappresentanti delle istituzioni, fra europarlamentari nazionali e funzionari di Parlamento, Consiglio e Commissione e 22 grandi aziende e 12 associazioni, che insieme valgono oltre un milione di imprese, 4,6 milioni di persone impiegate, mille miliardi di euro di ricavi e il 47% del Pil italiano.

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Un dialogo fruttuoso

“L’Italia è il secondo esportatore europeo, è la seconda manifattura ed è l’economia più diversificata che c’è nell’Ue. Subito dopo la Germania ci siamo noi”, ha commentato Carlo Corazza, portavoce del Parlamento europeo in Italia, ai media vaticani, partner dell’evento. “Abbiamo delle associazioni molti presenti e molto forti a Bruxelles e abbiamo dei politici molto attenti, non solo i rappresentanti del governo e la vicepresidenza della Commissione, parlo anche dei parlamentari europei che tutti i giorni lavorano nelle diverse commissioni e possono veramente incidere moltissimo sulla qualità della legislazione”, ha ribadito, sottolineando quello che è il ruolo dell’Ue nelle norme dei vari Stati membri.

Ascolta l’intervista integrale a Carlo Corazza

Il ruolo dell’Ue nelle leggi nazionali

“Il primo legislatore italiano, e questo vale per tutti i Paesi europei, è il Parlamento europeo, prima del Senato della Camera e degli altri parlamenti nazionali. Circa il 70% di tutte le regole che ci riguardano sono approvate – ha sottolineato Corazza – dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei ministri. Per le imprese andiamo invece molto vicini al 90%”. “Il contesto per il business, per gli investimenti, le procedure amministrative, l’export, il mercato interno, l’energia, la sicurezza dei prodotti – ha proseguito – sono tutte regole politiche decise da Bruxelles, quindi è fondamentale per le imprese italiane e europee in generale poter avere un confronto costruttivo e mettere se necessario pressione sul legislatore e spiegare cosa va e cosa non va, dove si ostacola il business e dove invece delle buone regole possono attirare investimenti e produrre più competitività”. Da parte sua la vicepresidente del parlamento europeo Antonella Sberna, presente al meeting, ha evidenziato la necessità di capire qual sia “il bene della nostra Italia incastonata in un sistema europeo, perché il nostro interesse nazionale deve essere compatibile e deve essere forte, però rispetto a un’Europa che, se anche essa diventa forte, diventa importante, diventa competitiva, ci dà la possibilità di essere uno scacchiere reale, uno scacchiere di confronto”.

Spazio e telecomunicazioni le sfide del futuro

Il dibattito al meeting – cui hanno inviato il proprio salutio anche il presidente del Senato Ignazio La Russa e della Camera Lorenzo Fontana – si è sviluppato attraverso otto tavole rotonde a porte chiuse sui temi centrali dello sviluppo europeo e le principali sfide della nuova commissione Von der Leyen. Dal ruolo cruciale delle infrastrutture energetiche nel raggiungimento dell’obiettivo Net Zero, alla decarbonizzazione dei trasporti e gli investimenti infrastrutturali; dalle politiche industriali necessarie per rilanciare la manifattura Ue e gli sviluppi del Mercato unico per garantire approvvigionamenti adeguati e nuovi mercati di sbocco, al tema del credito e della finanza per lo sviluppo economico sostenibile; dal tavolo dedicato al ruolo fondamentale del settore agroalimentare e dell’industria farmaceutica per il benessere dei cittadini europei, al tema difesa e sicurezza; dallo sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazioni e dei servizi digitali, indispensabili per mantenere la competitività dell’Ue rispetto a Usa e Cina, all’industria dei media, con particolare attenzione all’implementazione del Media Freedom Act.

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“Se noi pensiamo che il Pil dell’Europa 16 anni fa era sensibilmente maggiore di quello degli Stati Uniti e oggi siamo più o meno al 50% del Pil degli Usa”, conclude Carlo Corazza nella sua analisi, “capiamo quanto ritardo abbiamo accumulato sull’innovazione in alcuni settori strategici come lo spazio e le telecomunicazioni. Quindi abbiamo bisogno da un lato di investire di più, di più economia di scala, di completare il mercato interno e dall’altro di avere un quadro normativo più semplice e più amico delle imprese”.



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